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Con 535 detenuti (a fronte di 360), il carcere di Foggia 'scoppia': "La situazione non è più sostenibile"

Cresce in maniera abnorme la popolazione detenuta nella struttura di via delle Casermette, determinando un grave sovraffollamento. La nota del segretario generale S.P.P., Aldo Di Giacomo, che chiede "interventi urgentissimi"

Carcere di Foggia, ci risiamo. Cresce in maniera abnorme la popolazione detenuta nella struttura di via delle Casermette, determinando una grave situazione di sovraffollamento. Una situazione tale da spingere il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria - S.P.P., Aldo Di Giacomo, alla richiesta di "urgentissimi interventi".

"La situazione di vivibilità e di gestione all’interno della casa circondariale sono ad oggi drammatiche", scrive in una lettera inviata al provveditore dell'amministrazione penitenziaria della Puglia - Basilicata, Giuseppe Martone e al capo del dipartimento amministrazione penitenziaria Bernando Petralia. "Di fatto è stato accertato che, ad oggi, a fronte di una capienza massima di ristretti che è pari a 360 detenuti, sono invece presenti ben 535 detenuti."

"Come è comprensibile, la  situazione non è più sostenibile tenuto conto anche delle gravi carenze strutturali che la struttura stessa presenta; carenze che sono emerse tutte in occasione dei gravissimi fatti accaduti nel marzo, in occasione della rivolta e dell’evasione di massa. Per quanto la direzione ed il comandante della struttura stiano facendo enormi sacrifici e veri e propri miracoli gestionali, la situazione è ormai divenuta come già anzi detto, insostenibile, tanto per chi nel penitenziario lavora, quanto per le persone detenute".

"Nel carcere di Foggia le norme europee, le linee dettate dalla Cedu in materia di trattamento detentivo sono, vista la situazione attuale, inapplicabili; ogni diritto e dignità umana di conseguenza viene calpestata, come calpestata è la dignità dei poliziotti penitenziari che loro malgrado sono costretti ad operare in una continua situazione di emergenza e grave pericolo. Al fine di evitare il riproporsi di gravissimi episodi quali quelli dello scorso mese di marzo, è assolutamente necessario riportare i numeri a quelle che sono le capienze massime della struttura".

"È impensabile ed insostenibile poter continuare a gestire una struttura penitenziaria, dai delicatissimi equilibri, nelle attuali condizioni, come è inaccettabile sottoporre ad un elevatissimo stress psicofisico ed elevatissimo rischio tutto il personale ivi operante, e quando parliamo di personale ci riferiamo in primis ai poliziotti penitenziari, ma pensiamo anche agli educatori, ai sanitari, agli infermieri", continua Di Giacomo. "Alle autorità dipartimentali si chiede, vista la delicatissima situazione in cui versa la struttura penitenziaria foggiana, di voler prevedere urgentissimi provvedimenti deflattivi da concordarsi con il competente Prap, laddove nell’ambito gestionale di quest’ultimo non vi sia la possibilità di ripartizione dei ristretti e si renda necessario destinarli in sedi extra regionali".

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