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Edilizia scolastica, resta il gap tra Centro Nord e Sud. In Puglia nessuna verifica di vulnerabilità sismica sull'88% degli edifici

Poco confortanti i dati dell'ultimo report pubblicato da Legambiente: in Puglia nessun edificio a oggi è stato costruito secondo criteri di bioedilizia. Per la spesa di manutenzione ordinaria si spende il quadruplo di quanto si stanzia inizialmente

In Italia la scuola continua ad andare a due velocità. Resta ampio il divario tra le scuole del Centro Nord e quelle del sud e delle Isole sul fronte dell’edilizia scolastica e dei servizi: troppe ancora le emergenze strutturali da affrontare e le disuguaglianze da colmare, complice anche la pandemia che ha aumentato le disparità, la dispersione scolastica e il disagio sociale. A fotografare la situazione è il XXI rapporto di Ecosistema Scuola (dati 2020), l’indagine di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi, che fa il punto sullo stato di salute di 7.037 edifici scolastici di 98 capoluoghi di provincia, frequentati da oltre 1,4 milioni di studenti, a pochi giorni dall’annuncio del Ministro dell’Istruzione Bianchi sulla ripartizione dei fondi del PNRR previsti per questo settore. Nel 2020 i comuni del Centro-Nord mediamente dichiarano di avere necessità di interventi urgenti in poco più del 36% di scuole, contro quelli del Sud e delle Isole che li richiedono per quasi il 56% degli edifici, che per di più sono in area sismica 1 e 2 nel 74% dei casi, ben trenta punti percentuali sopra la media nazionale (44%).

Preoccupa anche il divario sul fronte dei principali servizi, predominanti al Centro-Nord rispetto al Sud-Isole: Classi a tempo pieno - 43% nelle scuole del Centro-Nord contro il 16% del Sud-Isole -, servizio mensa - 65,5% contro 47,9% –, servizio scuolabus - nel 29% degli istituti rispetto al 13,6%. Ancora troppo basse le pratiche che consentono i percorsi casa-scuola in autonomia e sicurezza: il servizio di pedibus è presente nella Penisola nel 5% delle scuole, in gran parte concentrato nelle regioni settentrionali, così come il servizio di bicibus presente esclusivamente nello 0,2% delle scuole del Nord. Per quanto riguarda gli edifici presenti in strade scolastiche, il 10,8 % si concentra al Nord, il 5,3% al Centro contro il 4,1% del Sud e lo 0,0% delle isole; altro dato riguarda gli edifici posti in Zone 30, il 16,4% si trova al Nord, il 9,3% al Centro mentre il 20% si concentra al Sud e lo 0,0% nelle isole.

Dati e numeri che per Legambiente possono cambiare e migliorare se davvero la transizione ecologica si concretizzerà anche nelle scuole affrontando le emergenze strutturali e colmando ritardi e disuguaglianze. A questo riguardo i 17 miliardi di euro del PNRR previsti per la scuola, di cui 5 miliardi in arrivo entro novembre, rappresentano il primo step da cui partire purché le risorse in questione vengano indirizzate dove c’è più bisogno per fragilità strutturale, come le aree interne più soggette a terremoti e a fenomeni di dissesto, e per fragilità sociale legata alla povertà educativa e materiale, come le periferie urbane.

Per questo Legambiente chiede di partire con la messa in sicurezza ed efficienza energetica degli edifici scolastici, intervenendo prioritariamente al miglioramento ed adeguamento sismico di tutte le scuole ricadenti nelle zone sismiche 1 e 2 e all’efficientamento energetico per raggiungere una diminuzione dei consumi del 50%. Gli edifici in area sismica 1, che in tutta la Penisola sono il 4,1%, e quelli in area sismica 2, che sono il 30,9% e di puntare sull’efficientamento energetico. Al Sud gli edifici complessivamente posti in entrambe le aree sono 86,2%. Sarà poi importante prevedere sostegno tecnico e amministrativo agli Enti Locali per l’orientamento al reperimento di fondi, le attività di progettazione nell’ottica dell’innovazione sostenibile e dell’efficiente gestione dei cantieri e rendere l’Anagrafe scolastica consultabile affinché siano esplicite le condizioni degli edifici e le entità dei fabbisogni.

“Ora più che mai, con le ingenti risorse del PNRR previste anche per le scuole, l’asticella della sfida in termini di messa in sicurezza, riqualificazione e sostenibilità ambientale si fa sempre più alta. La Puglia deve fare la sua parte, – dichiara Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia - vista anche la qualità degli edifici scolastici presenti, la scuola deve essere al centro della transizione ecologica nella doppia e interconnessa veste di principale leva educativa e culturale del Paese che deve interpretare le sfide di cambiamento alle quali educare le nuove generazioni e nello stesso tempo beneficiaria di risorse e opportunità, per essere messa nelle condizioni di essere capace di assolvere a questo ruolo. Ci aspettiamo sempre più investimenti per migliorare le infrastrutture scolastiche, ma anche e soprattutto per i servizi come la mobilità sostenibile casa-scuola, i progetti extrascolastici di contrasto all’abbandono e povertà educativa, efficientamento energetico, mense plastic free, ecc. Una scuola che si apra alla comunità e che possa essere una vera comunità educante con il sostegno delle istituzioni locali e regionali”.

Da Ecosistema Scuola 2021 (dati 2020) su un campione di 6.156 edifici in 87 comuni capoluogo di provincia, la Puglia ha risposto con Bari, Foggia, Brindisi, Lecce e Taranto, con un totale di 308 edifici scolastici e una popolazione scolastica di 114.099. I dati di Barletta-Andria-Trani non sono pervenuti.

In Puglia emerge come nessun edificio ad oggi è stato costruito secondo criteri di bioedilizia. Sull’88,3% degli edifici in esame non è stata ancora effettuata la verifica di vulnerabilità sismica.  Sulla linea delle certificazioni e accessibilità sul 53,5% viene dichiarato il collaudo statico, il 62,2% ha il certificato di agibilità e il 70,9% ha il certificato di prevenzione incendi.

Ben il 53,6% di strutture richieda interventi urgenti di manutenzione e il 63,5% degli edifici hanno goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni. Sul versante della spesa di manutenzione straordinaria i comuni pugliesi stanziano in media per singolo edificio € 18.448 e ne spendono realmente € 12.310. La situazione si ribalta invece nella spesa di manutenzione ordinaria in cui si stanzia solo € 5.130 ed invece poi si spende ben quasi quattro volte di più con € 19.031.

Belluno, Cesena, Cremona, Massa, Oristano, Pavia, Piacenza, Taranto, Trento, Trieste e Vibo Valentia le amministrazioni con tutti gli edifici interessati, negli ultimi 5 anni, da interventi di manutenzione straordinaria. Tuttavia, mentre Cremona, Piacenza e Trento a fronte degli interventi effettuati non esprimono l’esigenza di interventi urgenti, Belluno, Cesena, Oristano e Taranto ne richiedono di ulteriori su tutti o buona parte degli edifici. Bari, invece, è terza nelle Top Five a livello nazionale per la “maggior capacità di spesa in manutenzione ordinaria” € 26.271 di media per singolo edificio, inoltre è l’unica città del Sud.

Rispetto agli anni precedenti i comuni intervistati dichiarano di aver ricevuto molti meno fondi nazionali per edilizia scolastica con una media per edificio di € 50.000,00, mentre aumentano i fondi regionali con una media di € 380.000 (in linea con la media nazionale).

Molto interessanti sono i dati riferiti alle mense scolastiche ed in particolare alla somministrazione di pasti biologici e all’attenzione ai prodotti IGP, DOP, ecc. con l’75%.  Bari è tra le città che dichiarano di somministrare pasti 100% BIO. Ben il 100% dichiara inoltre di prevedere menù alternativi per motivazioni culturali e religiose.  Molti comuni, ben il 60%, dichiarano anche che prevedono il recupero del cibo non somministrato a favore di organizzazioni no profit.

Negli ultimi anni sono stati stanziati diversi fondi per l’efficientamento energetico degli edifici scolastici, al fine di rendere le scuole meno energivore e implementare la produzione di energia da rinnovabili. Tuttavia, gli interventi realizzati sono ancora troppi pochi e insufficienti per poter parlare di vere e proprie scuole sostenibili. La nostra regione si ferma al 6,3% degli edifici in cui si utilizzano fondi da energia rinnovabile, il dato esaminato è solo per i comuni di Brindisi e Taranto, perché gli altri comuni non hanno risposto. Di questi solo per il 21% rappresenta la copertura dei consumi da fonti rinnovabili.

Sul fronte dei controlli connessi al rischio ambientale indoor e outdoor, nel 2020 il 100% dei comuni pugliesi dichiara di aver svolto monitoraggi sulla presenza di amianto nelle scuole e il 5% degli edifici ne vede ancora la presenza.  Il 100% ha effettuato anche il monitoraggio e bonifica del radon.

Quest’anno l’analisi introduce anche dati relativi all’emergenza covid con interventi e servizi a favore delle istituzioni scolastiche. Sono 48, infatti, gli edifici in cui si sono svolti lavori per contenimento contagio con i Fondi Covid. 59 le nuove aule realizzate e 21 quelle recuperate da spazi precedentemente non utilizzati. Il 33,3% dei Comuni ha adottato misure specifiche per l’organizzazione del trasporto scolastico con incremento dei mezzi e ampliamento delle fasce orarie. Ben il 66,7% dei Comuni intervistati ha realizzato interventi per potenziare la rete internet per la DAD.

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