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'A voce alta' contro violenza e omertà. Mediante: "Nelle storie e negli uomini troviamo una ragione per restare e resistere"

Dall'esperienza del flash-mob nasce un documento audiovisivo, della durata di 20 minuti, che sarà presentato il prossimo sabato in diretta streaming. Il collettivo foggiano: "La direzione da prendere è riprendersi spazio e occuparlo con ciò che è necessario alla comunità"

Dall’esperienza del flash mob ‘A voce alta’, promosso dal collettivo Mediante, è stato realizzato un documento audiovisivo, della durata di 20 minuti, che sarà trasmesso in diretta streaming sabato 13 febbraio alle 18 sulla pagina facebook di Mediante e ricondiviso sulla pagina di AVL, partner tecnico dell’iniziativa.

L'evento è stato realizzato in collaborazione con l’associazione ‘Giovanni Panunzio. Eguaglianza legalità diritti’ e Teatro della Polvere. “L'elaborato audiovisivo impiega un doppio formato video, il digitale riferito al presente e il VHS-C, tipico formato amatoriale degli anni '90, gli anni di Giovanni Panunzio. Ci affidiamo all'immagine come la intendiamo oggi e all'immagine come si poteva intendere trent'anni fa filmando con entrambe la stessa azione nello stesso momento, per andare fuori dal tempo come se a osservare queste immagini ci fossero anche gli occhi di Giovanni Panunzio, i nostri, ma anche quelli di Traiano. Come un documentario in cui il materiale d'archivio è sempre uguale, in cui il sangue è sempre lo stesso, ed è sempre lì e il contesto non cambia mai”, spiegano.

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Al dibattito online parteciperanno Giovanni Belluna Panunzio, Marcello Strinati, Stefano Corsi, Pasquale Oa, Mariangela Conte, Fabio Fabiano, Alfonso Siani; modera la giornalista Michela Magnifico.  “Qui i ‘microfoni’ sono ancora spenti. Noi viviamo a Foggia, ci occupiamo di arti visive, audiovisive e performative, sono i linguaggi che riguardano la nostra vita e che utilizziamo per comunicare e che non possono prescindere dagli stimoli del territorio che abitiamo", spiegano dal Collettivo Mediante. 

"Il territorio di Foggia e provincia è permeato dall'attività criminale mafiosa, che ispira e alimenta atteggiamenti di violenza i quali trovano inspiegabilmente sempre più spazio rispetto alle attività culturali, artistiche, umanistiche. La direzione da prendere, invece, deve necessariamente essere legata alla possibilità di riprendersi spazio e occuparlo con ciò che è necessario alla comunità. Basta semplicemente passeggiare per le strade della città e guardarsi intorno, cercare sui quotidiani sia cartacei che digitali per capire che questa è una città violenta e omertosa. Come artisti troviamo nelle storie di Giovanni Panunzio, Mario Nero e in esperienze come quella di Francesco Traiano, un riferimento e una ragione in più per restare e resistere”, concludono.

L'evento è stato realizzato impiegando la modalità espressiva del flash mob che non prevede un preavviso mediatico, inviti o alcuna forma di organizzazione. La ragione è legata all'osservazione delle modalità con cui avvengono gli atti intimidatori, le rapine o le aggressioni e gli omicidi. Avvengono evidentemente senza preavviso e affidando all'azione improvvisa e inaspettata il vantaggio necessario a "scappare", inoltre è una modalità "verticale" che, non necessitando di autorizzazioni e permessi, sottintende il controllo e la proprietà del territorio. "In relazione a questa riflessione crediamo che improvvisamente possa accadere anche qualcosa di costruttivo, un'occasione per riflettere, un evento improvvisamente condiviso con tutti, in strada, nella 'nostra' strada per restare poi insieme a parlare, come occasione per incontrarsi, condividere".

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