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"Si ostinano a decidere per noi". La dirigente del Notarangelo-Rosati: "I ragazzi hanno bisogno di stare a scuola"

In sole 24 ore dall'uscita del nuovo dpcm, le scuole si sono dovute riadattare nuovamente, stravolgendo il lavoro fatto per far ripartire le lezioni. Ma il nuovo decreto, ancora una volta, non tiene conto della differenza tra le varie regioni, il che vanifica gli sforzi fatti dai dirigenti scolastici per mettere in sicurezza la scuola.

La professoressa Irene Sasso, dirigente del Notarangelo-Rosati, non ha dubbi: "La didattica a distanza non è sufficiente, i ragazzi hanno bisogno di stare a scuola". 

Ancor più nell'istituto tecnico di via Napoli, dove gli studenti avrebbero dovuto trascorrere dieci ore settimanali in laboratorio: "Sono certa che i mezzi di trasporto saranno gli stessi, per cui domani mattina ci sarà una folla di ragazzi qui fuori ad aspettare. Si crea comunque inevitabilmente un assembramento" spiega il dirigente scolastico.

Con il nuovo Dpcm firmato il 24 ottobre, la didattica a distanza non potrà essere inferiore al 75%, ad eccezione delle scuole d'infanzia e per le istituzioni scolastiche del primo ciclo dove l'attività didattica resta in presenza.

"Ci siamo trovati a dover rivoluzonare tutto nel giro veramente di 24 ore. Non so perché si ostinano a decidere per noi, a stravolgere tutto dall'alto" tuona Sasso

Così ci si ritroverà a dividere le ore tra lezioni in presenza e lezioni in remoto, costringendo i professori ad un alternarsi tra aule piene di ragazzi e videolezioni.

"Spero che entro domenica prossima, il Governo rinsavisca e si possa trovare una strada più adatta alle esigenze di ogni singola realtà, lasciando un margine di decisione ai dirigenti" aggiunge e conclude il dirigente scolastico del Notarangelo-Rosati.

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