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Mercoledì, 6 Dicembre 2023
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Covid Green Pass: dal 1° luglio in vigore i certificati validi nei paesi dell'Unione Europea

Il pass vale per chi è stato vaccinato, per chi ha contratto l’infezione da Covid-19 ed è guarito, e per chi si è sottoposto a test ed è risultato negativo

Entrerà in vigore il prossimo 1° luglio il nuovo Certificato Covid digitale dell’Unione Europea, che agevolerà la libera circolazione sicura dei cittadini all’interno dei paesi facenti parte dell’Ue durante la pandemia.

Il pass vale per chi è stato vaccinato, per chi ha contratto l’infezione da Covid-19 ed è guarito, e per chi si è sottoposto a test ed è risultato negativo. La piattaforma informatica Ue che rende possibile il Pass funzionerà già a partire da oggi e gli Stati che intendono anticipare i tempi possono farne uso da subito.

Come riporta Adnkronos, “l’utilizzazione del pass potrà variare da Stato a Stato: le competenze sono nazionali e il Consiglio può solo raccomandare, non imporre. E anche quando la proposta avanzata ieri dalla Commissione sarà approvata dal Consiglio, rimarrà una raccomandazione, come tale non vincolante: in quest'ultimo anno le raccomandazioni del Consiglio sono state spesso disattese dai Paesi membri”.  

Il pass potrebbe essere rilasciato da centri che effettuano i test, dalle autorità sanitarie o direttamente tramite un portale eHealth.

Come si può leggere sul sito della Commissione Europea il certificato Covid digitale dell'Ue sarà accettato in tutti gli Stati membri dell'Ue e contribuirà a far sì che le restrizioni attualmente in vigore possano essere revocate in modo coordinato.

In caso di viaggio, il titolare del certificato dovrebbe, in linea di principio, essere esonerato dalle restrizioni alla libera circolazione: gli Stati membri dovranno cioè astenersi dall'imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di un certificato Covid digitale dell’ue a meno che esse non siano necessarie e proporzionate per tutelare la salute pubblica. 

In tal caso, ad esempio in risposta a nuove varianti che destino preoccupazione, lo Stato membro in questione è tenuto ad informare la Commissione e tutti gli altri Stati membri e giustificare tale decisione.

Nello specifico, per i vaccinati, il pass sarà valido a partire da 14 giorni dopo la seconda dose di vaccino. A partire da quel giorno, le persone che hanno concluso il ciclo vaccinale (ovvero due dosi di Vaxzevria/AstraZeneca, Pfizer/BioNTech e Moderna e una dose di Janssen (J&J) e che saranno in possesso del pass, potrebbero essere esentate, in viaggio, da test e quarantene. Lo stesso vale per le persone che hanno contratto l’infezione e sono guarite. Per coloro i quali hanno ricevuto soltanto la prima dose, spetterà ai singoli paesi decidere di rilasciare comunque il pass (considerando la prima dose già sufficiente per scongiurare la malattia) oppure richiedere un test.

Per quel che concerne i guariti, l’esenzione dal test e/o obbligo di quarantena dovrebbe essere garantita nei 180 giorni successivi al test pcr positivo, che attesta l’avvenuta infezione (la validità è a partire dall’undicesimo giorno dopo il test, una volta terminato il periodo di contagiosità).

Infine, per chi non è né guarito né vaccinato, resta il tampone, la cui negatività certificata viene riconosciuta anche all’estero. Per i test, mentre oggi ogni Paese stabilisce una validità autonoma, a partire dal 1° luglio il periodo sarà standardizzato. E quindi, per i test pcr o molecolari la validità sarà di 72 ore, mentre per gli antigenici sarà di 48 ore.

C’è poi un caso limite, quello delle famiglie con minori, nelle quali solo gli adulti hanno ricevuto il vaccino. In tal caso, anche i minorenni che viaggiano potrebbero essere esentati dalla quarantena, ma per i bambini dai 6 anni in su sarà richiesto un test.

Come funzionerà il certificato

Il certificato COVID digitale dell'UE contiene un codice Qr con una firma digitale per impedirne la falsificazione. Al momento del controllo del certificato, si procede alla scansione del codice Qr e alla verifica della firma.

Ogni organismo autorizzato a rilasciare i certificati (ad esempio un ospedale, un centro di test o un'autorità sanitaria) ha la propria chiave di firma digitale. Tutte le chiavi di firma sono conservate in una banca dati protetta in ciascun paese.

La Commissione europea ha creato un gateway per garantire che tutte le firme dei certificati possano essere verificate in tutta l'UE. I dati personali del titolare del certificato non passeranno attraverso il gateway dato che ciò non è necessario per verificare la firma digitale. La Commissione europea ha inoltre aiutato gli Stati membri a sviluppare software e app nazionali per il rilascio, l'archiviazione e la verifica dei certificati e li ha sostenuti nelle prove necessarie per aderire al gateway.

I dati inclusi nel certificato

Il pass Covid digitale dell’Ue contiene informazioni fondamentali come nome, data di nascita, data di rilascio, informazioni relative al vaccino/test/guarigione e identificativo unico. I dati rimangono sul certificato e non sono memorizzati o conservati quando un certificato viene verificato in un altro Stato.

I certificati comprenderanno solo una serie limitata di informazioni necessarie, che non potranno essere conservate dai paesi visitati. A fini della verifica, vengono controllate solo la validità e l'autenticità del certificato, accertando da chi è stato rilasciato e firmato. Tutti i dati sanitari sono conservati nello Stato membro che ha rilasciato il certificato Covid digitale dell'Ue.

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