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"È il frutto del non governo", in Puglia il 55% degli alunni del primo ciclo presenti in classe: "Mancano azioni attive di prevenzione"

Il risultato del sondaggio realizzato dall'Anp Puglia: su 124 scuole del primo ciclo, la metà degli alunni frequenta in classe: "La Regione rinuncia a governare e per l'ennesima volta si affida alla buona stella e al fai da te"

Su 124 scuole del primo ciclo, cui è iscritto un totale di 90mila alunni, solo il 55,8% degli alunni ha scelto la didattica in classe. È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall'Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (Anp Puglia).

Nello specifico, è stata accertata la presenza per il 55,1% nella scuola dell'infanzia, il 63,7% nella scuola primaria e il 31,2% nelle classi di prima media. "Quest'ultimo dato riflette plasticamente l'indecibilità della questione (frequentare o non frequentare?) conseguente per lo più alla maggiore o minore percezione del rischio di contagio da parte delle singole famiglie e ad altre considerazioni contingenti relative alla conduzione della vita familiare (a chi affidare i figli se non vanno a scuola, problemi di connessione, “stanchezza” per la DAD, etc.)", spiega Roberto Romito, presidente di Anp Puglia. 

"Con la scelta fatta dal Presidente Emiliano di riproporre nuovamente la scuola “ a richiesta”, una misura attiva di governo, ossia quella di “aprire” le scuole almeno per i ragazzi e i bambini in più tenera età su tutto il territorio nazionale, viene trasformata qui in Puglia nel suo contrario, ossia in una scelta di “non governo” del rischio pandemico, che affida la speranza di diminuire il contagio ad un comportamento auspicabilmente prudenziale da parte dei singoli cittadini ma, comunque, alla loro discrezione, intervenendo a gamba tesa su una materia - la regolazione della frequenza scolastica - che non è di competenza regionale. Mentre invece mancano azioni attive di prevenzione dirette alle scuole, per esempio sul piano sanitario, queste si di competenza esclusiva della Regione".

"Senza ripetere qui l’esame dei danni e dei problemi - ben noti - che il perdurare della didattica a distanza e di questa scuola “a singhiozzo” sta causando nelle giovani generazioni, crediamo sia il caso di rinnovare la nostra richiesta da tempo avanzata, ossia quella di azioni attive a sostegno delle scuole tese a salvaguardare almeno la fruizione piena del servizio scolastico in questo ultimo scorcio prima della fine delle lezioni".

Romito punta il dito sulle misure da adottare per un ritorno in sicurezza sin dalla scorsa estate, come gli screening periodici su alunni e personale scolastico, "ma nulla è stato fatto in questa direzione, a nostro avviso strategica. Così come non si vedono ancora i team di operatori scolastici sanitari (i toss), la cui istituzione era stata deliberata dalla giunta regionale sin dallo scorso gennaio, ma che ancora non si sono visti nelle scuole, alle quali avrebbero dovuto, invece, conferire un reale supporto con competenze sanitarie sul campo". 

"Dobbiamo osservare con rammarico - conclude Romito - che tutto ciò è rimasto solo a livello di annuncio, mentre la regione rinuncia a governare per l’ennesima volta e si affida alla buona stella e al fai da te. Chissà cosa ne pensano a Roma e nelle altre regioni altrettanto 'rosse' come la Puglia". 

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