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Coronavirus in Puglia, il sovraffollamento nelle piccole case rende la quarantena più problematica: a Foggia i disagi maggiori

Secondo quanto rivela 'Abitare.co', nel territorio pugliese è la Capitanata a vivere i maggiori disagi: il 25,1% delle case è inferiore agli 80mq ed è abitata da almeno 4 persone

’emergenza sanitaria ha costretto una buona parte delle famiglie a passare molto tempo tra le mura domestiche, modificando radicalmente le proprie abitudini sociali e il modo di vivere la casa. Ma le abitazioni dei pugliesi sono adeguate a fronteggiare questa situazione? Secondo l'analisi di Abitare Co., società attiva nell’ambito dell’intermediazione immobiliare, le famiglie pugliesi hanno a disposizione una superficie media di 114,5 mq (la media nazionale è di 117 mq). Tra le 12 grandi città sono i milanesi ad avere la minore superficie media (88 mq), seguiti dai torinesi (91 mq) e dai bolognesi (96 mq), mentre a Bari è di 108 mq.

Al di là delle medie statistiche, il dato tendenzialmente positivo sulla superficie vale per tutti? Su questo la fotografia di Abitare Co. mostra anche aspetti meno rosei. Secondo l’ultimo censimento Istat, oltre un quarto delle abitazioni (27,1%) occupate da persone residenti è al di sotto degli 80 mq e il 10,4% non raggiunge i 60 mq. Valori, comunque, migliori rispetto a tante altre regioni.  Tra le province, la percentuale di case inferiori a 80 mq è più alta a Foggia (34,8%) e a Barletta-Andria-Trani (32,5%). E i nuclei numerosi? Quasi una su due (18,7%) delle abitazioni pugliesi occupate da più di 4 persone è inferiore a 80 mq (la media nazionale è del 20,7%), ma con un’incidenza che arriva al 25,1% nella provincia di Foggia. Nonostante i dati siano migliori rispetto ad altre regioni, sono tante le abitazioni sovraffollate: nel 2018, sempre secondo i dati dell’Istat, ben il 26,5% dei pugliesi, pari a quasi 1.072.800 cittadini, viveva in questa condizione.

Ma oltre al sovraffollamento si aggiunge anche la carenza dei servizi primari e strutturali. Anche se rispetto al 2013 c’è stato un significativo miglioramento, nel 2018 oltre 489.800 cittadini pugliesi (12,1% della popolazione) vivevano in abitazioni con problemi strutturali o di umidità. Si è comunque ben lontani dalla fotografia registrata in Calabria, Sardegna e Lazio, dove le percentuali superano il 20%.

Inoltre, ritornando al censimento del 2011, nelle abitazioni pugliesi occupate da persone residenti, quasi 25.300 case erano senza acqua potabile e 24.300 senza acqua calda, oltre 169.400 non avevano un impianto di riscaldamento, in più di 2.600 si registrava l’assenza di un gabinetto e in oltre 19.200 nessun impianto doccia e/o vasche da bagno. Ultimo aspetto che in questo periodo ha un ruolo importante per le famiglie in quanto consente di avere un contatto con l’esterno, riguarda la presenza di balconi, terrazzi e giardini di proprietà. Se la maggior parte sono senza dubbio ‘fortunati’, nel 2019 c’era comunque l’8,5%, pari a 136.000 famiglie, che non disponeva di questi ‘benefit’.

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