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Flop dell'app Immuni anche in Puglia: soltanto l'8,3% dei download. Sicilia ultima regione del Sud

È quanto riporta il Sole24Ore. La Sicilia regione meno virtuosa con il 5,4% dei download. Le percentuali più alte al nord e al centro. L'utilizzo dell'app ha bloccato sette potenziali focolai

Se non si tratta di un autentico flop, poco ci manca. Sull'app Immuni, i dati parlano chiaro. Sono ancora pochi gli italiani che hanno riposto fiducia sull'app ideata dal Ministero della Salute per tracciare le persone entrate in contatto con soggetti positivi al Covid. 

È quanto riportato, in un articolo a firma di Alessandro Longo, dal Sole24Ore. A oggi, sono 5.5 milioni i download, ovvero il 9,9% della popolazione, tenendo presenti però le disinstallazioni e le installazioni di uno stesso utente su cellulari diversi. Numeri bassi, che calano ulteriormente nell'italia meridionale. "Il tasso di download - si legge nell'articolo - è stabile, aumentando da settimane di appena 100mila a settimane". Una lenta crescita che non ha subito alcuna spinta neppure con la nuova impennata di contagi registrata nelle ultime settimane. Eppure, proprio grazie all'utilizzazione della app, che ben sette potenziali focolai sono stati stanati sul nascere: "Significa che sette utenti Immuni hanno scoperto di essere positivi perché avevano l'app, ricevendo la notifica di allert di essere stati a contatto con un utente positivo al virus. Grazie a questo avviso si sono isolati e poi il tampone ha confermato la positività. Senza app si sarebbero isolati, forse, solo alla comparsa degli eventuali sintomi". Secondo i dati rivelati dal Ministero della Salute, 155 persone risultate positive hanno caricato le loro chiavi nei server in modo tale da far partire l'alert ai contatti a rischio.   

Al Sud le percentuali peggiori

Analizzando i dati regione per regione, appare evidente un dato: soltanto nelle regioni del Nord e del Centro si supera il 10% dei download. La provincia autonoma di Bolzano è la più virtuosa con il 15,1%, seguita da Emilia Romagna (13,3%) e Abruzzo (13,1%). Cambiano le cose man mano che si scende lungo lo stivale. La Sicilia è la regione dove è stata riposta meno fiducia sull'app con un misero 5,4%. Percentuali basse anche in Puglia, che fa registrare l'8,3% pur essendo la regione del Mezzogiorno con il maggior numero di download, se si esclude la Sardegna (9,4%).

L'origine del flop e il ruolo delle Regioni 

Come si legge nell'articolo, all'origine dell'attuale flop, ci sarebbero diversi fattori: da "una generale sottostima del problema Coronavirus", soprattutto nelle regioni fin qui meno colpite dalla pandemia, alla generale "sfiducia nei confronti di quella capacità di coordinamento complessivo". E si fa l'esempio di Francesco Paolicelli, esperto di pa digitale, vittima suo malgrado di "una odissea dopo l'alert di Immuni, perché la Regione competente nel suo caso, la Puglia, «come altre Regioni non ha ancora codificato cosa fare in questi casi»".

Come spiega IlSole4Ore, la procedura prevede che la Asl competente, allertata dal medico, prescriva 14 giorni di quarantena che partono dal giorno in cui l'app rileva il contatto a rischio; il tampone verrà effettuato solo in presenza di sintomi che l'Asl accerterà attraverso un contatto quotidiano con il soggetto interessato. "Questa procedura si mostra così utile non solo a contenere i contagi, ma anche a monitorare l'eventuale aggravamento dei sintomi e quindi prevenire complicazioni. A patto di seguirla, la procedura. Si sa, in merito la competenza è regionale". 

Ed è proprio la competenza regionale e la capacità di "codificare la procedura con un'ordinanza" che potrebbe risultare utile a generare negli italiani una maggiore fiducia nell'app e a conferirle una efficacia maggiore. 

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