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Il Covid19 ferma la giustizia, avvocati “preoccupati e disorientati" denunciano: "Noi trascurati"

La lettera dell'Aiga ai presidenti dei tribunali pugliesi: "Appreso con sconcerto il contenuto degli atti di indirizzo del Ministero. Non vi è chi non veda che l’attuale paralisi giudiziaria grava prevalentemente sui diritti dei cittadini"

“Preoccupazione e disorientamento per le modalità con cui si intende dar luogo alla ripresa dell’attività giudiziaria nei tribunali pugliesi”. Questo il sentimento che anima il coordinamento regionale dell’Aiga – Associazione italiana giovani avvocati e le sezioni cittadine di Foggia, Bari, Brindisi, Lecce, Taranto e Trani.

“L’Aiga pugliese è consapevole della seria attenzione che si deve riservare all’emergenza epidemiologica, onde evitare la reviviscenza del contagio (ormai prossimo allo zero in Puglia) e, in ragione di ciò, aveva accolto con favore le misure restrittive adottate nel settore giustizia durante le fasi più acute della pandemia, accettandone quindi la portata limitativa dell’attività professionale per il tempo strettamente necessario al superamento dalla crisi sanitaria”, scrivono in una lettera congiunta indirizzata ai presidenti dei tribunali pugliesi.

“Ad oggi, però, si ritiene che l’avvocatura è stata del tutto trascurata nel programmare il riassetto post-epidemico della giustizia, pur essendone componente essenziale, al pari della magistratura e del personale amministrativo. Abbiamo appreso con sconcerto il contenuto degli atti di indirizzo provenienti dal Ministero preordinati a cristallizzare prassi emergenziali in stridente contrasto con il principio di buon andamento della pubblica amministrazione”, continuano.

“Ed infatti, dai detti provvedimenti ministeriali si apprende che vi è l’intenzione di proseguire con il lavoro agile del personale amministrativo, pur dando atto della carenza delle strumentazioni informatiche necessarie a svolgere efficacemente il lavoro da casa: una sorta di ammissione della attuale grave situazione in cui imperversano gli uffici giudiziari. Non vi è chi non veda inoltre che, tuttavia, l’attuale paralisi giudiziaria grava prevalentemente sui diritti dei cittadini”.

“Non è più tollerabile che la quasi totalità dei comparti economici si stia riattivando a pieno regime, persino i settori dell’intrattenimento (teatri, cinema, discoteche, lidi balneari), mentre per la giustizia non si è mai realmente entrati nella fase due”, lamentano. “Vi è ormai il concreto rischio che le fasce più deboli dell’avvocatura, che purtroppo coincidono con i professionisti più giovani, vengano spazzate via da questa grave emergenza, se tutte le parti sociali del settore non si mostreranno disponibili a sfruttare al meglio le poche risorse a disposizione”. Pertanto, l’Aiga manifesta la “disponibilità a collaborare fattivamente” con le istituzioni per “assicurare una più efficace ripresa dell’attività giudiziaria nei tribunali".

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