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Svolta solo per altre 7 famiglie: una casa dopo 15 anni da baraccati. Comune sprona gli imprenditori: "Fatevi avanti"

Sette famiglie dovrebbero uscire dai container per occupare quattro abitazioni di via Lucera e tre alloggi dell'Arca. Restano fuori 28 nuclei dei container di via San Severo. Le dichiarazioni dell'assessore Bove

L'Arca ha rimediato solo sette alloggi alla scadenza del termine di sessanta giorni dalla notifica dell'ordinanza sindacale di sgombero dei container di via San Severo a Foggia, datata 12 dicembre 2019. Le famiglie lasceranno il campo di lamiere alla spicciolata. Prevale il buonsenso. "Come facciamo a cacciarli - è l'amara constatazione dell'assessore comunale alle Politiche Abitative Antonio Bove - Non possiamo buttare in mezzo ad una strada trentotto famiglie".

Non è soltanto lui a passarsi una mano sulla coscienza davanti a un quartiere di latta, alla periferia nord della città, ormai completamente ammuffito. Dentro ci sono una settantina di minori. Le ultime raffiche di libeccio hanno fatto ballare i container. I bambini soffrono di otite e bronchite asmatica, patologie aggravate dall'umidità. A settembre, saranno quindici anni da baraccati. L'intenzione è smantellare il campo prima. Doveva essere una soluzione provvisoria e temporanea. È un trauma difficile da superare, e può testimoniarlo chi ce l'ha fatta, ha una casa vera, ma neanche ora riesce a dormire sonni tranquilli e si sveglia nel cuore della notte per girare tra le stanze, guardare i figli in un letto, perché ancora non ci crede. 

Stamattina mezza tecnostruttura è stata precettata, Ufficio Politiche Abitative, Servizi Finanziari, Lavori Pubblici, per definire in una riunione con il sindaco Franco Landella e l'assessore Antonio Bove i criteri aggiuntivi utili a stilare la graduatoria degli aventi diritto, pur nel rispetto delle previsioni della Legge regionale 7 aprile 2014 n.10 che disciplina le assegnazioni.

È attribuito un ulteriore punteggio in presenza di soggetti con disabilità o invalidità dal 75%. Si tiene conto anche della fatiscenza delle unità abitative. Già domani, una volta approvata la graduatoria in Giunta, l'ufficio preposto sarebbe nelle condizioni di predisporre le assegnazioni ed entro fine febbraio sette famiglie dovrebbero uscire dai container per occupare le quattro abitazioni avanzate dalle assegnazioni di via Lucera e gli altri tre alloggi dell'Arca che si sono liberati nei giorni scorsi. Le unità abitative censite nel campo erano cinquanta, ma sono oggi trentacinque i nuclei familiari aventi diritto e in possesso dei requisiti. 

"Sette case sono poche ancora - ammette sconsolato l'assessore Bove - Ho spronato gli imprenditori affinché partecipassero alla manifestazione di interesse pubblicata dall'Arca per l’acquisto di alloggi sul libero mercato che la settimana scorsa ha provveduto a modificare i parametri, ora più vantaggiosi rispetto al primo Avviso Pubblico, quando il prezzo al metro quadrato di circa ottocento euro era considerato troppo basso: adesso è fissato fino a 1300 euro, prezzo più appetibile. Potranno manifestare la volontà di vendere un appartamento o una palazzina sia privati che imprenditori, i tecnici di Arca valuteranno il valore degli immobili ed eventualmente si procederà all'atto, perché i fondi sono già disponibili. La Regione ha stanziato tre milioni e mezzo di euro per l'acquisto di nuovi alloggi che di norma hanno una superficie non inferiore ai 45 metri quadri e massima di 80-90 metri, quindi mediamente, a fronte di un costo di 100mila euro, si potrebbero comprare altri 35 appartamenti. Sette ci sono già e se acquistassero questi alloggi, oltre alle 28 famiglie rimaste fuori dall'assegnazione, potremmo soddisfare il bisogno abitativo di altre famiglie, perché non dimentichiamo che ci sono anche il Campo degli Ulivi, l'ex Distretto, Borgo Mezzanone. Questo è solo l'inizio".

L'ormai acclarata emergenza sanitaria, certificata dall'Asl la scorsa estate a seguito di un sopralluogo congiunto con i componenti dell'Unità di Crisi coordinata dall'allora capo di Gabinetto del Comune di Foggia Angelo Mansella che ha documentato la presenza di blatte, serpenti e topi, e ratificata con decreto del presidente della Regione Puglia il 29 gennaio, ha determinato il livello di priorità.

Solo una volta assegnate le case, i container saranno demoliti e l'intera area sarà bonificata. Da lì usciranno tutti e su questo Antonio Bove ha dato la sua parola anche alle mamme dei container che hanno scatenato il polverone mediatico nazionale e che oggi hanno fatto la spola tra Palazzo di Città in Corso Garibaldi, gli uffici del Servizio Politiche Abitative di via Gramsci e l'Arca Capitanata in via Caggese.

La ricognizione della disponibilità alla vendita di unità immobiliari nel comune di Foggia tramite Avviso Pubblico è stata avviata dall'Agenzia regionale per la Casa e l'Abitare, l'ex Iacp, in esecuzione del Decreto del Presidente della Regione Puglia. Gli immobili offerti dovranno essere conformi alle disposizioni contenute nella normativa sull’Edilizia Residenziale Pubblica. 

L'opzione dell'esproprio, pure prospettata dal decreto dello stato di emergenza del Governatore Emiliano, sembra esclusa. La copertura finanziaria è eventualmente destinata anche agli indennizzi dei proprietari. Requisire case sfitte, a meno di calamità naturali, non è considerata al momento una soluzione percorribile. 

"Se non ci sarà alcuna offerta nei prossimi giorni, Arca dovrà rimodulare ulteriormente la manifestazione di interesse o proporre un'altra soluzione. Abbiamo valutato anche l'ipotesi di interpellare qualche imprenditore pronto con progetti già cantierabili, in modo da realizzarli nel giro di un anno al massimo. Ci sono una ventina di case Gozzini vuote. Per cederle all'Arca serve la volontà del Prefetto e del Ministero, che hanno già accordato simili richieste in altre circostanze - ricorda l'assessore Bove che negli anni passati ha scritto all'Ufficio Territoriale del Governo e al Viminale -. Perché non lo fanno oggi?".

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