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Chiusura materne, braccio di ferro in Comune con i commissari. Dopo il 'contentino' i genitori avvertono: "Non molleremo"

Una delegazione del comitato spontaneo delle famiglie è stata ricevuta ieri pomeriggio a Palazzo di Città, ma le sensazioni, dopo l’incontro, non sono buone

I genitori hanno un brutto presentimento dopo l’incontro con l’amministrazione comunale sull’ormai famigerata riorganizzazione e razionalizzazione delle scuole dell’infanzia paritarie comunali, che prevede la chiusura degli ultimi otto plessi e dell’asilo nido Tommy Onofri. L’impressione è che il Comune di Foggia andrà avanti come un caterpillar.

La delegazione del comitato spontaneo delle famiglie ricevuta a Palazzo di Città lunedì pomeriggio, all’indomani del sit-in in piazza Cesare Battisti, ha avuto la sensazione che fosse una sorta di “contentino”, con tanto di “pacca sulla spalla”. Dopo reiterate richieste, hanno ottenuto udienza e, la scorsa settimana, hanno ricevuto la convocazione. Sono stati congedati con la formula di rito: vi faremo sapere.

I presenti avrebbero riconosciuto come le motivazioni dei genitori fossero legittime e anche comprensibili sotto il profilo umano, perché anche loro sono genitori, ma sono chiamati a “scelte globali”. Quantomeno, non sono stati liquidati in fretta: “È stato un braccio di ferro di 2 ore e mezza”, riferisce una mamma, Samira Guida, che ha partecipato all’incontro in rappresentanza del comitato dei genitori. E sarebbero andati avanti anche oltre.

È intervenuto un solo componente della commissione straordinaria, Rachele Grandolfo, peraltro in videoconferenza. A lei hanno rivolto la fatidica domanda per tirare una linea e capire se i commissari fossero disposti a ritirare la delibera, sedersi attorno a un tavolo, e cercare altre soluzioni, alcune già prospettate in quella stessa sede. Ha risposto che avrebbe dovuto parlarne con i colleghi, ma ha lasciato intendere che la scelta era frutto di un’attenta valutazione e il ritiro della delibera sarebbe stato alquanto improbabile.

Hanno preso parte all’incontro anche la dirigente dell’ufficio scolastico territoriale (ex Provveditorato) Marida Episcopo, in qualità di ‘tecnico’, e la dirigente del Servizio Pubblica Istruzione del Comune di Foggia, Silvana Salvemini. Hanno dispensato rassicurazioni e dimostrato che le scuole statali e le materne paritarie private sono perfettamente in grado di assolvere agli stessi compiti delle scuole comunali e che “l’offerta formativa è la stessa”, numeri alla mano, specie in riferimento al rapporto tra insegnanti e alunni, a norma di legge. “Noi non abbiamo mai messo in dubbio che la statale rispettasse la legge – precisa oggi Samira Guida - Sappiamo che la legge prevede che ci sia un insegnante ogni 20 bambini. La comunale funziona diversamente: l’abbiamo scelta per questo, e loro, adesso, ce la stanno togliendo. Il servizio della statale lo conosco, avrei potuto averlo gratuitamente e, se non l’ho scelto, avrò le mie ragioni”.

Promettono di smontare punto per punto, più dettagliatamente, le argomentazioni dei partecipanti, per quanto abbiano già controbattuto tenendo testa alla tecnostruttura, alla commissaria e al dirigente dell’Ust di Foggia. Hanno obiettato come, nella pratica, con l’autonomia, l’offerta formativa non sia la stessa, hanno suggerito di attingere ai fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, e hanno esposto tutte le loro remore sulle iscrizioni e sulla mancanza di un effettivo risparmio economico.

I numeri non tornano anche questa volta: il Comune avrebbe smentito l’esistenza delle liste d’attesa e la dirigente avrebbe corretto la mamma perché non si chiamerebbero così, ma il riferimento è chiaramente a quegli alunni che risultano fuori dalle graduatorie definitive ed elencati alla voce 'lista d'attesa' nei medesi atti consultabili anche sul portale dell'amministrazione. 

La delegazione ha chiesto se quei numeri che determinano la chiusura non fossero, per caso, riconducibili anche alla pandemia, e si sarebbero sentiti rispondere dai decisori che chiaramente avevano tenuto conto dell’effetto dell’emergenza Coronovirus. Ma poi i genitori non si spiegano come il periodo di analisi 2020-2022 coincida con gli anni del Covid.

“Hanno negato l’esistenza di un modulo che è stato inviato per la richiesta di rimborso che la gente aspetta da un anno. Noi abbiamo le e-mail dei genitori che dimostrano che questa richiesta l’hanno fatta”. I genitori includono la richiesta inevasa nella lista di quei disservizi che “di certo non hanno giovato alla reputazione delle comunali”, contribuendo al calo delle iscrizioni. “Ci hanno detto che i numeri stanno diminuendo ancora”, riferisce la mamma. Altro elemento utile a suffragare la tesi dello smantellamento. I genitori si sono sentiti dire che non devono preoccuparsi e che i loro figli si troveranno bene, con tutta la comprensione del caso. Loro non si arrendono: “Noi – avvertono - non molleremo”.  

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