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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"A Foggia esiste un canile privato autorizzato". 'A Largo Raggio' prova a evitare il trasferimento di 50 cani a San Severo. "Abbiamo la soluzione in casa"

L'associazione focalizza l'attenzione su quelli che considera i veri problemi: gestione dei ritrovamenti dei randagi, controllo del territorio e prevenzione

"L'amministrazione sa che c'è una struttura nuova a Foggia". A quanto pare, in città esiste un canile privato autorizzato, costruito ex novo, in grado di ospitare fino a 200 cani.

Diversamente da quanto riportato nella delibera dell'atto di indirizzo per il mantenimento e ricovero dei cani, formulata dalla dirigente del Servizio Sociale e Prevenzione del Comune di Foggia, Silvana Salvemini, che si occupa della complicata pratica canile, e approvata dal sub commissario prefettizio Sebastiano Giangrande, l'associazione A Largo Raggio presieduta da Stefania Cassitti, contattata dal Comune di Foggia per appurare la disponibilità di un’idonea struttura autorizzata per il ricovero dei cani, avrebbe risposto che c'era una struttura in agro di Foggia, al Tratturo Camporeale, di un privato che l'affitta.

L'associazione A Largo Raggio, che attualmente gestisce il canile municipale che cade a pezzi, non ha presentato offerte in occasione dell'ultimo bando perché le cifre erano considerate insufficienti rispetto ai servizi richiesti.

Nella delibera che sanciva il trasferimento di 50 cani a San Severo, dove saranno presi in custodia dall'Ente Nazionale per la Protezione degli Animali che gestisce il canile, e l'attivazione di una procedura di evidenza pubblica per affidare gli altri 91 cani a privati, si evidenziava come il 28 luglio, tramite Pec, fossero state contattate le uniche due associazioni animaliste iscritte nell'albo regionale per sapere se disponessero di una struttura. Ma, stando a quanto messo nero su bianco, nessuna associazione disponeva di una struttura idonea.

"L'amministrazione sa da quasi tre mesi che questa struttura esiste, lo abbiamo scritto tramite il nostro avvocato - spiega Stefania Cassitti - Abbiamo chiesto un incontro ma ignorano le nostre richieste di dialogo". Una volta andato deserto il bando scaduto il 4 giugno, spostare i cani dal canile sarebbe diventata la priorità.

Ma il vero problema - "madornale", come lo definisce Stefania Cassitti -, e mai tenuto in debita considerazione secondo l'associazione A Largo Raggio, sarebbe la gestione dei ritrovamenti di randagi, dei cani feriti, delle cucciolate, dei cani da sterilizzare e, quindi, delle degenze. Quotidianamente arrivano le telefonate di Asl e Polizia Municipale.

"Abbiamo un ingresso massivo nella struttura che adesso gestiamo privatamente nelle pensioni, ma a Foggia abbiamo bisogno di qualcosa che ci aiuti a gestire i ritrovamenti. Senza il monitoraggio sul territorio, il canile si riempie in un nanosecondo". Spostati 141 cani, in poche parole, non sarà tutto risolto. "Oggi non sappiamo dove mettere i cani e, nel frattempo, abbiamo una struttura nuova vuota e inutilizzata".

Avevano chiesto di fare un crowdfunding come a Cerignola, e niente: "Ci hanno rimbalzato perennemente - afferma Stefania Cassitti - Abbiamo presentato due progetti di finanzia, presi e cestinati. Nel frattempo siamo in un canile in crollo e stiamo pagando come associazione le pensioni per gestire i ritrovamenti perché noi non ci siamo mai fermati". Dal 2018, il canile non è idoneo all'ingresso di nuovi cani.

La notizia del trasferimento di un terzo dei cani a San Severo ha generato prevedibilissimi mugugni. L'Enpa è alla ricerca di una soluzione senza spostare altri cani. L'assessore al randagismo e canile sanitario, Felice Carrabba, ha confermato che a breve saranno accolti i 50 cani, come sancito da una delibera di Giunta. Comune di San Severo ed Enpa hanno offerto la loro collaborazione anche per cercare una ulteriore soluzione per i 91 cani rimasti.

"È l'ennesima volta, la quinta, che stanno tentando di spostare i cani. Abbiamo una struttura nuova, pronta all'utilizzo, per accogliere 200 cani con all'interno un sanitario, perché Foggia chiede nuovamente soluzioni alla provincia quando le abbiamo in casa?". Senza controllo del territorio e prevenzione - anche campagna per campagna -, avverte Stefania Cassitti, non si va da nessuna parte. Basti pensare che in un mese soltanto, nell'agosto dell'anno scorso, sono entrati 50 cuccioli. E di questo passo la città rischia di rimanere così, "piena di randagi e di problemi, con una spesa in aumento, perché il randagismo costa".

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