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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Aperta la caccia ad allodole e anatre: tre le 'oasi di protezione' ottenute dalla Lipu in Capitanata

Dopo la “pre-apertura” della caccia in Puglia, iniziata la terza domenica di settembre, dal 1 ottobre è consentita anche la caccia ad allodole e uccelli acquatici, ma con particolare attenzione alle ‘Oasi di protezione’

La caccia in Puglia è iniziata, come da calendario venatorio, la terza domenica di settembre. Dal 1 ottobre è stata data via libera anche alla caccia di allodole e uccelli acquatici, in particolare anatre. La Capitanata può beneficiare di tre ‘Oasi di Protezione’, richieste e ottenute da Lipu nel piano faunistico regionale. Si tratta di aree caratterizzate da grandi potenzialità faunistiche e per contro, da intensa attività di caccia, oltre che di bracconaggio. Le zone sono strategicamente individuate sul territorio della Zps nell’ambito della pianificazione della gestione faunistico venatoria, da anni invocate dalla Lipu alla Regione. 

Precisamente si tratta dell'oasi di protezione Lago Salso che per circa 589 Ha, realizza una fascia di rispetto ampia fra 300 e 650 m sui versanti sud ed est  della omonima zona umida, funzionale a prevenire il fenomeno del bracconaggio sull’area Parco del lago Salso ma anche a tutela di mosaici agrari e dell’area costiera (al netto delle urbanizzazioni turistiche), particolarmente frequentati in inverno da aironi, anatre, allodole, gru e chiurli. L’oasi era stata prevista su iniziativa dalla stessa Regione già nella bozza di Piano Faunistico Venatorio (maggio 2018) ma con un perimetro inadeguato e modificato (bozza di Piano rev maggio 2019) sposando la proposta della Lipu. 

oasi protezione lago salso-2

Dell'oasi di protezione foce Carapelle per circa 82 Ha. L’area è caratterizzata da un ambiente lagunare costiero con acqua salmastra e pantani retrodunali a sud del villaggio Ippocampo. Annovera specie faunistiche nidificanti (fraticello, fratino, cavaliere d’Italia, gabbiano roseo, ecc) di prioritario interesse oltre che molte specie di passo e svernanti (limicoli, anatre, fenicotteri). La presenza faunistica purtroppo è sempre stata  precaria a causa della caccia di frodo con appostamenti fissi sulla spiaggia, oltre che disturbo e alterazioni delle preziose praterie di salicornia (habitat di interesse comunitario).

oasi protezione foce carapelle-2

E dell'oasi di protezione Canale Regina per 237 Ha a sud di Zapponeta, contigua alle riserve naturali statali 'Combattenti' e 'Saline di Margherita di Savoia' e alla azienda faunistico venatoria 'S. Floriano'. Di assoluta importanza sia per strategica posizione nella prevenzione del pesante bracconaggio alle zone umide confinanti che per la spiccata vocazione faunistica annoverando, a seconda dei periodi, falchi di palude, grillai, anatre, occhioni, chiurli e centinaia di gru.

oasi protezione canale regina-2

La Zps e queste oasi di protezione ricadono in uno dei peggiori black spot italiani del bracconaggio (coste e zone umide pugliesi), individuati nel 'Piano d’azione Nazionale per il contrasto agli illeciti contro gli uccelli selvatici' (sottoscritto in conferenza Stato-Regioni). Non a caso anche i Carabinieri Forestali (Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, Ufficio Comando di Roma), impegnati nella gestione delle Riserve dello Stato e in attività di controllo e repressione degli illeciti contro la biodiversità, nel 2018 si esprimevano autorevolmente a favore della protezione di tali aree nei confronti della Regione, evidenziando tra l’altro che queste “…costituiscono territori cruciali per la tutela dell’avifauna presente nelle Riserve di eccezionale valore zoologico. L’istituzione delle oasi di protezione renderebbe più efficaci i controlli e le azioni per prevenire il bracconaggio e avrebbe cosi sensibili ricadute positive anche sullo stato di conservazione delle aree protette.”.

“Un risultato di estrema importanza per la biodiversità in Capitanata - commenta Enzo Cripezzi della Lipu pugliese - frutto di un impegno volontaristico, qualificato e decennale con cui sono state ricercate, istruite e trasmesse le argomentazioni, dimostrando il valore esponenziale delle aree sul piano conservazionistico oltre che le minacce da bracconaggio e usi impropri”. Sebbene non sia giuridicamente vincolante ai fini del divieto venatorio (il cacciatore è tenuto a conoscere i confini delle aree protette) si spera che al più presto sia realizzata la tabellazione perimetrale di tali aree.

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