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Bambini con autismo, la dott.ssa Sacco: "Intervento educativo si basi su ambienti di apprendimento”

Il commento di Marianna Iole Sacco, dottoressa pedagogista e membro del direttivo dell’associazione pedagogisti di Puglia e Basilicata, nella giornata mondiale della consapevolezza dell'autismo che si celebra oggi 2 aprile

Il 2 aprile ricorre la ‘Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo’, questa giornata si tinge di blu, un colore che le Nazioni unite, nel 2007 decisero di attribuire all’Autismo spiegando che il colore blu stimola il senso di “sicurezza” e il bisogno di “conoscenza”.

Nella giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, tinta di blu, il colore scelto dalle Nazioni Unite nel 2007, perché stimola senso di sicurezza e bisogno di conoscenza, Marianna Iole Sacco, dottoressa pedagogista e membro del direttivo dell’associazione pedagogisti di Puglia e Basilicata, evidenzia che se si chiede ‘Cosa è l’autismo o disturbo dello spettro autistico?”, si ottiene, spesso, una risposta con una definizione generale che è “una compromissione delle capacità comunicative e difficoltà di interazione sociale”.

Tuttavia, evidenzia, “ci si dimentica che l’autismo si manifesta attraverso tanti e diversi comportamenti e che non è sempre facile riconoscerlo, perché ne esistono tante sfumature, ad ognuno un colore diverso che va ben oltre il significato del colore stesso che non sia sempre lo stesso colore, perché ogni persona è diversa dall’altra, perché ogni persona cambia nel tempo, perché ogni persona si perfeziona nel tempo”.

La dottoressa Sacco afferma che ognuno dovrebbe avere la possibilità di esprimere al meglio il proprio potenziale e che ognuno di noi ha un arcobaleno proprio con i suoi colori, dove la differenza è nelle varie sfumature. “Difatti alcune persone autistiche non sono in grado di parlare, altre sviluppano un linguaggio molto limitato, altri invece sono diventati dottori, pittori, ecc” aggiunge.

Sacco ricorda che nel 2013 l’Università di Montreal, ha assegnato ‘un dottorato honoris causa’ alla ricercatrice Michelle Dawson, autistica e autodidatta, per i suoi lavori scientifici ed etici sull’autismo, la cui influenza è stata significativa ed ha contribuito a cambiare lo stato e la comprensione dell’autismo nel mondo, testimonianza che il premio è un’apertura del mondo accademico verso il riconoscimento di un’altra forma di intelligenza.

“Per comprendere al meglio il bambino autistico, bisogna conoscere la sua storia, partendo dall’idea che i genitori dapprima sono esperti dei propri figli, l’azione pedagogica parte dalla conoscenza del bambino concreto e del suo contesto di vita per impostare con lui e la sua famiglia un progetto educativo pertinente per entrambi”.

Sacco ricorda il romanzo ‘Voce di sale’ dell’autrice Luisa Sordillo, racconta il percorso inizialmente sofferente di una famiglia che si è trovata all’improvviso catapultata nel mondo dell’autismo quando gli viene diagnosticato che uno dei suoi figli è autistico, tutti i sogni futuri e speranze verso quel figlio svanirono all’improvviso, in mano solo una diagnosi che precludeva quel futuro tanto desiderato. Un romanzo meraviglioso e toccante, dove una madre racconta e descrive in maniera dettagliata il comportamento, le caratteristiche, le preferenze di suo figlio, sebbene l’autismo non fosse accettato ma ” Era chiaro che gli volessi bene, anzi che lo amassi: è mio figlio.” e tutto si dispiega nell’amore di un figlio che va al di là dell’autismo nella sua vera accezione ma verso una persona che ha bisogno di amore e di essere accettato come e da tutti, benché ci fosse “l’autistico” in lui - l’accettazione diventa una prerogativa fondamentale sia nella famiglia ma anche nella comunità.

Partendo dal principio che non esistono ricette precostituite, la dott.ssa Sacco ritiene fondamentale che l’intervento educativo per stimolare la comunicazione nei bambini con autismo, si deve basare sulla realizzazione di “ambienti di apprendimento” costruiti sulle necessità del bambino stesso per affrontare i comportamenti problema e favorire la comunicazione” perché, aggiunge, “l’obiettivo è quello di creare situazioni favorevoli affinché egli sia motivato ad apprendere. Rilevante è il valore educativo della «didattica laboratoriale», la quale permette la programmazione di percorsi di apprendimento che contemporaneamente sviluppano vari aspetti della persona, tra cui le competenze cognitive, manuali, espressive ed emotive. L’apprendimento sarà diverso per ciascuna persona autistica. Una comunità educante deve accogliere e offrire opportunità, a tutte le persone con disabilità con le sue varie sfumature, di vivere una vita degna di essere vissuta”



 

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