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Mezzi vecchi e senza climatizzatori: autisti costretti a lavorare in “un girone dantesco”. Ataf replica: "Soffrite di amnesia?"

Le segreterie aziendali di Filt-Cgil e Fg-Bat, in una nota indirizzata al presidente dell’Ataf Riccardo Pagliara, alla Spesal Area Sud e al Commissario Prefettizio Marilisa Magno, denunciano le condizioni precarie in cui sono costretti a lavorare i dipendenti Ataf nelle officine e all’interno dei mezzi. La replica di Ataf

“Ci vediamo costretti a fare ulteriormente il punto della situazione, abbiamo il dovere di fare luce e dire le cose come stanno sul nostro parco rotabile, e sulle condizioni nelle quali diamo costretti ad operare”.  È quanto dichiarano le segreteria aziendali di Filt-Cgil e Fg-Bat, in una nota indirizzata al presidente dell’Ataf Riccardo Pagliara, alla Spesal Area Sud e al Commissario Prefettizio Marilisa Magno, per denunciare le condizioni precarie in cui sono costretti a lavorare i dipendenti Ataf nelle officine e all’interno dei mezzi.  

“Da tempo, non si fa altro che parlare di riscaldamento globale, non si fa altro che attestare il continuo ed inarrestabile aumento delle temperature che ogni anno contraddistingue le nostre estati, bene, in ogni settore ed in ogni ambiente, si cerca di correre ai ripari, climatizzando gli ambienti, in modo tale da permettere a chi magari ci lavora di usufruire di parametri vitali ottimali allo svolgimento delle proprie mansioni. Su questo punto, l'attuale CDA è all'avanguardia, basti pensare, che negli uffici, con lodevole lungimiranza, ha fatto sostituire climatizzatori perfettamente funzionanti, in favore di modelli più recenti, che potessero garantire loro microclimi adeguati. Per quanto riguarda gli altri ambiti aziendali invece, pare, che il punto di vista del CDA sia differente, le officine per esempio, arroventate dal sole, diventano forni dove i lavoratori, sono costretti ad operare in condizioni disumane, ed a nulla sono serviti gli inviti all'azienda e le denunce agli organi preposti inviati più volte dalla scrivente”. 

“Per non parlare della questione mezzi ed autisti, nelle aziende di tutta Italia. Si cerca di rinnovare anche a step il parco rotabile in favore di mezzi nuovi, che tra le altre cose, sono dotati anche di climatizzatori, strumento che può sembrare un optional, ma che in mezzi adibiti al trasporto passeggeri evitano viste le temperature alle quali siamo soggetti, malori ai conducenti ed ai passeggeri, invece, in controtendenza il Cda di Ataf, seduto alla scrivania, 'spulcia' il mercatino dell'usato, in favore di mezzi dismessi da altri, a prezzi modicissimi, e poi sventola all'utenza, impegno, abnegazione, e amore per i dipendenti, omettendo però  di dire che, fatta questa bella lavata di faccia, adesso toccherà agli operatori di esercizio lavorare sotto al sole con 50 gradi all'interno della vettura”.

“Questo in riferimento ai tanti decantati mezzi 'trentini', per non parlare dei mezzi già in forze al parco rotabile di Ataf, addirittura, alcuni con problemi strutturali, ampiamente denunciati dalla scrivente O.S., i quali, a lungo andare, hanno causato gravi infortuni ai dipendenti. Detto ciò, ci teniamo a ricordare, che in questo 'girone dantesco' assimilabile all'inferno, è proibito sentirsi male, altrimenti l'Ataf applicherebbe penalità e decurtazioni in busta paga immaginate cosa potrebbe succedere ad un autista a 50 gradi che preso da un malore cerca di tener duro per non subire decurtazioni in busta paga”. 

I sindacati chiedono un incontro “per calendarizzare una serie di incontri utili a trovare soluzioni adeguate alle innumerevoli vertenze accantonate”.

La replica di Ataf

L’interlocuzione con la citata sigla sindacale è ormai quotidiana, dopo mesi di silenzio in cui, a quanto pare, si condividevano le scelte aziendali oggi criticate”: commenta il CdA, il cui presidente è stato nominato solo lo scorso 3 maggio In merito alla climatizzazione nella “palazzina movimento”, che dal 2019 ospita la totalità degli uffici amministrativi, l’impianto di climatizzazione centralizzato (comunque datato, risalente a fine anni ’90) non era funzionante dal 2013 e a giugno 2020, dopo 7 anni, si è reso necessario un intervento in tal senso, per cui non non risponde al vero quanto dichiarato dalla sigla sindacale.

Per quanto riguarda, poi, l’acquisto dei 29 bus dalla Trentino Trasporti, Ataf ha da sempre avuto problemi finanziari (che ha parzialmente attenuato con la sottoscrizione del Piano di Ristrutturazione del Debito) e, in tale situazione, ha cercato di acquisire ottimi mezzi usati, nell’impossibilità di attingere alle notevoli risorse occorrenti sul mercato del nuovo. Altrimenti l’azienda oggi non sarebbe stata in grado di garantire alla città il completo svolgimento del servizio di TPL, situazione comune a tutte le aziende del settore.

Tra l’altro, la stessa FILT-CGIL a gennaio lamentava il mancato arrivo delle “trentine”, sostenendo “che ben 29 mezzi già acquistati dal CDA di ATAF sarebbero stati utilissimi a risolvere la maggior parte dei nostri problemi”. Come inoltre ben noto, l’Azienda riceverà a partire dal mese di luglio 17 mezzi nuovi grazie al bando regionale “Smart Go City”.

Gli attuali mezzi in dotazione non dispongono di climatizzazione a bordo, è vero ma, nel settore del trasporto, l’autobus non può considerarsi “luogo di lavoro”, come specificato, da ultimo, all’art. 62 del D.Lgs. 81/2008. E questo una sigla sindacale dovrebbe saperlo.

Non saranno forse queste offese ingiustificate e attacchi ed azioni strumentali ai propri fini di visibilità? Ciò che il CdA si augura – conclude l’Azienda - è un maggiore senso di responsabilità e l’invito ad una fattiva collaborazione con l’Azienda per risolvere i reali problemi che questa si trova ad affrontare, tra i quali le attuali difficoltà economiche, dovute principalmente all’epidemia Covid.

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