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La lettera di Caroprese, la profezia di Iaccarino e i 32 alloggi sfumati. Il Comune rischia 5 milioni

Le imprese Edil Ambiente e Aedilia Costruzioni avevano avvertito l'amministrazione: non avrebbe preso in considerazione alcuna proposta che non contemplasse un risarcimento pari a quasi 400mila euro

"Siamo certi che la società accolga questa nostra delibera? E se dovesse dirci che gli alloggi saranno disponibili tra 4 anni?". Era stato profetico sui 32 alloggi di Caroprese il presidente del Consiglio comunale di Foggia Leonardo Iaccarino nella seduta in modalità Zoom del 24 ottobre scorso. Per meglio dire, parlava con cognizione di causa e aveva letto le carte.

La massima assise era stata chiamata a pronunciarsi sulla revoca di un emendamento alla delibera che aveva modificato gli obblighi dell'Accordo di Programma tra il Comune e le società Edil Ambiente e Aedilia Costruzioni, approvata il 28 novembre del 2018.

Due anni fa il Consiglio comunale accoglieva la proposta delle ditte di consegnare 32 alloggi invenduti, sempre nell'ambito della stessa area di lottizzazione, piuttosto che attendere che venissero ceduti in un'unica palazzina alla fine dell'edificazione.

Contestualmente, con un emendamento statuiva che i contratti di locazione venissero stipulati tra la ditta e i singoli assegnatari, azione unilaterale che non era stata accolta dall'imprenditore e, anzi, era diventata oggetto di un contenzioso avviato dalla ditta che aveva presentato ricorso al Tar.

La revoca avrebbe ripristinato le condizioni originarie dell'Accordo di Programma, che prevedeva la concessione degli alloggi a canone agevolato corrisposto dal Comune.

Per due anni l'amministrazione comunale, confortata dal parere del segretario generale pro tempore dell'epoca e del dirigente dei Servizi Finanziari Carlo Dicesare, ha operato nella convinzione che vigesse il divieto di contrarre fitti passivi in regime di Salva Enti.

Invece era nelle condizioni di stipulare i contratti direttamente e pagare il canone. 

A tal proposito, l'attuale segretario generale del Comune di Foggia, Gianluigi Caso precisa: "Il parere, relativo alla delibera di Consiglio comunale n. 175 del 28.11.2018, è stato espresso dal Segretario Generale pro tempore, che non poteva essere il sottoscritto dott. Gianluigi Caso, nominato Segretario generale del Comune di Foggia soltanto a decorrere dal 7 ottobre 2019. Per mero dovere di completezza, si evidenzia, invece, che proprio  lo scrivente, con nota del 20 settembre 2020 firmata insieme al dirigente dei Servizi Finanziari dott. Carlo Dicesare, ha rappresentato l’insussistenza di un divieto assoluto di locazione passiva in capo al Comune occorrendo, piuttosto, verificare che la locazione di immobili di proprietà di terzi sia realmente finalizzata al raggiungimento dell’interesse pubblico, come sembrava appalesarsi nel caso di specie. Ed infatti, il sottoscritto ha compulsato il Servizio Urbanistica ad avviare un procedimento di modifica della succitata delibera consiliare in modo da consentire la realizzazione dell’interesse pubblico, così come identificato nella sua specificità nell’accordo di programma originario, pur con le modifiche contenute nell’istanza del 2017 avanzata dalle società, rispetto al quale la locazione degli immobili da parte del Comune sarebbe strumentale, con l’ulteriore vantaggio, in termini di risparmio per l’Ente, di far cessare la 'materia del contendere'  oggetto del giudizio pendente dinanzi al Tar".

Il presidente Iaccarino era stato perentorio:"Spero che la ditta non citi i consiglieri comunali per danno ma ho la forte impressione che ciò avverrà e mi assumerò la responsabilità di rispondere in nome e per conto dell’amministrazione di un eventuale danno. Chi lo risarcirà? Preannuncio che, qualora dovessi essere citato, tirerò in giudizio anche i dirigenti che ci hanno portato ad approvare questa delibera". E poi aveva aggiunto: "Ho queste conoscenze perché, nei giorni scorsi, mi è stata trasmessa una lettera dalle società in questione". 

La lettera di Franceco Caroprese

Francesco Caroprese, in qualità di legale rappresentante, per nome e per conto della Aedilia Costruzioni e della Edil Ambiente aveva scritto al Comune di Foggia pochi giorni prima. In quella lettera di sei pagine ripercorreva tutta la vicenda e le interlocuzioni intercorse, e invitava il Comune a comunicare entro e non oltre 15 giorni se intendeva "adempiere agli originari obblighi assunti" e "risarcire il danno sino ad oggi subito" quantificato in 226.600 euro tra inferriate e allarme, vigilanza h24 e spese legali per le occupazioni abusive subite nel frattempo, più 172.800 euro per le mensilità non incassate.

Le società si riservavano il diritto di proseguire le azioni giudiziarie intraprese davanti al Tar e di adire alle vie legali anche al fine di "accertare e dichiarare l'inadempimento del Comune" e vedersi riconoscere un risarcimento di tutti i "danni  subiti e subendi, attualmente ammontanti a 5 milioni 399 mila euro".

Alla cifra milionaria si arriva quantificando i mancati introiti: le imprese sono state impossibilitate a disporre liberamente di quegli alloggi e non hanno potuto programmare la collocazione sul mercato della vendita immobiliare, danno peraltro in costante crescita "atteso il depauperamento del valore immobiliare degli stessi".

"Ad oggi - si legge ancora nella diffida - il Comune è stato più volte edotto dei danni provocati dalla situazione creatasi per via dell'inerzia di quest'ultimo".

A febbraio del 2019 le società, a fronte della modifica della delibera nella sola parte in cui si individua nei singoli assegnatari i soggetti contraenti della locazione, avrebbero messo immediatamente a disposizione 20 alloggi e 20 box. Ma non avevano ricevuto alcun riscontro e hanno impugnato dinanzi al Tar la delibera. Nelle more del riscontro alla nota, "gli alloggi disponibili sono stati oggetto di tentativi di occupazione illegittima da parte di ignoti".

A novembre del 2019, a seguito di un incontro, le società si dichiaravano disponibili a corrispondere al Comune 131mila euro circa, "somma corrispondente al vantaggio economico a favore del Comune rispetto ad un normale rapporto locatizio di 32 alloggi protrattosi per 12 anni".

Nella lettera, Francesco Caroprese propone di nuovo la stessa soluzione bonaria, rinunciando, nel caso, al diritto del risarcimento danni. "Diversamente, non sarà presa in considerazione qualsivoglia altra proposta che non contempli il risarcimento del danno patito a causa del comportamento dell'Ente". Le società avevano avvisato il Comune: i patti sarebbero stati validi se si fosse dimostrato disponibile a rifondere ogni danno subito. 

A giudicare dall'ultimatum, l'amministrazione avrebbe avuto due chance: accettare l'offerta di transizione e rinunciare alle case oppure ristabilire gli accordi iniziali e risarcire per quasi 400mila euro le imprese. Ha provato a rimediare cassando l'emendamento.

La diffida era indirizzata a sindaco, presidente del Consiglio comunale, consiglieri e dirigenti dei Servizi Urbanistica e Avvocatura, ma durante la seduta è stata citata solo da Leonardo Iaccarino.

Le dichiarazioni di Franco Landella

Il sindaco Franco Landella, lasciando intendere che il parere fosse stato ribaltato anche alla luce di intervenute interpretazioni giurisprudenziali, aveva difeso la tecnostruttura: "Anche io sinceramente ero certo che non potessimo contrarre locazioni, mi sono anche confrontato con altri dirigenti dell’Anci: tutti avevano manifestato questa indicazione. Non me la sento di censurare il comportamento dei dirigenti su una materia molto complessa e complicata".

Aveva ammesso che i dubbi di Iaccarino erano legittimi: le imprese avrebbero potuto considerare validi i termini dell'accordo del 2008, scegliendo di cedere gli alloggi solo a fine lottizzazione. "C’è questa perplessità", ma a quel punto la ditta se ne sarebbe dovuta assumere "la responsabilità anche dal punto di vista etico e morale dinanzi alla comunità foggiana che ha dato tanto a questa impresa".

Aveva ragione di credere, però, che revocando l'emendamento, come chiesto anche al Tar, sarebbe decaduto il motivo del contenzioso. Già un mese fa aveva annunciato che qualora la ditta si fosse tirata indietro sarebbe stato il Comune a citarla in giudizio. 

L'operazione oggi sembra saltata, le due società "si sono inspiegabilmente tirate indietro", ha annunciato Franco Landella. Come una profezia che si autoavvera.

Le precisazioni di Carlo Di Cesare

"Quando ci fu quell'emendamento, c'era un quadro normativo e giurisprudenziale non favorevole, nel senso che erano tassativi nel dire che locazioni passive non potevano esserci, tra l'altro su un comune in Salva Enti", spiega oggi il dirigente dei Servizi Finanziari Carlo Dicesare, che chiaramente non aveva seguito tutta la fase propedeutica relativa alla firma dell'accordo di programma di cui si sono occupati Urbanistica e Avvocatura. "In quegli anni - parliamo del 2012-2013 - il Comune era abbastanza esposto sia in termini di liquidità e sia in termini di situazione finanziaria complessiva - chiarisce Dicesare - poi nella giurisprudenza che è intervenuta negli anni si è visto che quella normativa, che tra l'altro era riferita a una legge finanziaria del 2012 per il 2013, non era così tassativa, lo era di più per gli acquisti di immobili ma non per le locazioni passive. Quindi oggi un parere mio e del segretario generale ha dato spunto poi al dirigente del servizio Urbanistica per revocare quell'emendamento e ripristinare il vecchio accordo di programma. Adesso, oggettivamente, il sindaco dice bene, nel senso che ripristinando il vecchio accordo di programma non si capisce perché le società si siano tirate indietro. L'accordo di programma è di fatto un contratto, obbliga le parti, quindi vedremo: saranno gli avvocati dell'ente a far valere le ragioni del Comune. Oggi vengono ripristinati gli accordi di una convenzione urbanistica e quindi mi lascia un po' perplesso che si siano tirati indietro sinceramente".

In quella seduta del 24 ottobre il sindaco Franco Landella aveva lungamente spiegato e ribadito almeno tre volte, in risposta ad altrettante domande dei consiglieri comunali, che i 32 alloggi sarebbero stati assegnati alle famiglie della palazzina pericolante della terza traversa di via San Severo, dell'ex distretto militare e di via Catalano e dintorni.

Le otto famiglie del centro storico destinatarie di un provvedimento di rilascio di locale per occupazione senza titolo sono ripiombate nella disperazione. "Ha fatto tutto lui - dice una mamma riferendosi al sindaco - lui ci ha mandato le lettere, lui ha detto che avremmo avuto le case. Noi abbiamo paura che da un momento all'altro vengano a dirci che ce ne dobbiamo andare".

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