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Deli c'è, la squadra no: le pagelle di Taranto-Foggia

L'ex Paganese è l'unico a produrre giocate concrete e di qualità. Male il reparto arretrato. Mazzeo isolato, Sarno e Vacca fuori partita

Non è il caso di fare tragedie, perché male che vada il Foggia si ritroverà al terzo posto a -2 dal duo Lecce-Matera. Resta tuttavia l’amarezza: per un derby perso, ma soprattutto per la modalità con la quale si è consumata la sconfitta. Chi si aspettava una squadra agguerrita, pronta a difendere un primato riconquistato con fatica dopo diversi mesi, è rimasto profondamente deluso. Sabato prossimo con il Matera l’occasione per il pronto riscatto, prima di tre gare casalinghe che vedrà i rossoneri affrontare in serie le tre grandi avversarie (seguiranno Juve Stabia e Lecce, rispettivamente dopo le trasferte di Agrigento e Monopoli, ndr). Quaranta giorni cruciali in cui si deciderà gran parte di questo campionato. Servirà però un altro Foggia, meno nervoso, ma soprattutto più convinto. Insomma, lontano anni luce dalla squadra moscia palesatasi ieri allo Iacovone.

Le Pagelle

Guarna 6 – Due gol sui quali può ben poco. Una parata strana, ma efficace. È tra i pochi meritevoli di assoluzione.

Loiacono 5,5 – Prima a destra, poi a sinistra. Si adatta come può, ma in gare come quella di ieri, si sente l’assenza di un terzino di spinta. Partecipa, senza avere il ruolo di protagonista, nelle azioni dei gol.

Coletti 4,5 – Imbarazzante il modo in cui osserva a distanza Magnaghi che lotta sul pallone, prima di abbozzare un recupero ovviamente tardivo. Anche sul gol di Di Giorgi fa la bella statuina.

Martinelli 5 – La difesa subisce pochi gol, ma balla parecchio, e non solo oggi. In estrema difficoltà.  

Rubin 5,5 – Impresentabile, e infatti dura un tempo. Merita la parziale assoluzione per le condizioni (1’st Gerbo 5 – Con il piede destro non c’è feeling, e infatti sbaglia tutti i cross. Male anche in fase difensiva. Tenera l’opposizione a Guadalupi che poi recapita il pallone a Magnaghi. Immobile sul 9 tarantino, nell’azione del raddoppio).

Agazzi 5,5 – Anche lui tra i protagonisti in negativo nel marasma in area da cui si origina il vantaggio. Se non altro tenta di cucire il gioco e dare un po’ di ordine.

Vacca 5 – Tocchetti di suola, un paio di lanci e basta. Ma già dal modo in cui ha affrontato la discesa prepotente di De Giorgi nel primo tempo, si era intuito lo scarso spessore della sua partita.  

Deli 6 – Tra i pochi ad avere idee, tra i pochi a giocare per vincere. Sue le cose più interessanti, compreso un triangolo chiuso bene con Chiricò.

Sarno 5 – Rientro da titolare dopo quaranta giorni di stop. Come Vacca, come altri, si perde nei giochetti, dimenticando che c’era una partita (e un campionato) da vincere (39’st Pompilio s.v.).

Mazzeo 5,5 – La squadra non lo assiste, allora si affida al fai da te, cercando di procurarsi dei palloni interessanti fin nella propria metà campo. L’unica vera occasione ce l’ha lui, ma i guanti di Maurantonio schiaffeggiano le sue velleità di realizzazione. Invoca un mezzo rigore, ma neppure lui sembrava convinto.

Chiricò 5 – Un cross tagliato che partorisce l’unico vero sussulto rossonero. Anche a sinistra tende ad accentrarsi intasando gli spazi e perdendo palloni velenosi. Di fatto si rende pericolo quando agisce da ala pura. Il problema è che lo fa due volte in un’ora. Troppo poco per potersi rendere utile (13’st Di Piazza 5,5 – La sua partita si traduce tutta in un tiro sbilenco al termine di un’azione confusa. Ma non gli si può mica chiedere una doppietta a ogni gara).

All. Stroppa 5 – Colpe sue: squadra senza motivazioni né gioco. La scelta di rischiare Rubin non è sembrata lungimirante, così come l’innesto di un Sarno impresentabile a danno di Di Piazza. Colpe degli altri: se ha giocato Rubin è perché la sua squadra ha due terzini di ruolo, uno peraltro ai box. Spendere un mese di mercato per cercare l’esterno offensivo, mettendo in secondo piano la necessità di un ricambio per gli esterni bassi, forse è stato l’unico, ma grave, errore della società. E ora testa al Matera, ma è il caso che faccia un discorsetto ai suoi. Così non si gioca.

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