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Riecco Foggia-Bari, tra protagonisti passati e presenti: storia di un derby che torna dopo 21 anni

L'ultima volta fu nel 1997, finì 1-1 con Collina che dispose l'inversione di campo nella ripresa. Foggia-Bari è anche la gara degli ex, del foggiano biancorosso Galano e del barese rossonero Loiacono

Foggia contro Bari, Gargano e Monti Dauni contro Murge, pancotto e torcinelli contro tiella e focaccia, rossoneri contro biancorossi, Landella contro Decaro, centrodestra contro centrosinistra, il diabolico tridente contro le beccate del galletto, il diavolo e l’acqua santa, . E potremmo continuare. Foggia si prepara per un appuntamento atteso da 21 anni. Tanto il tempo trascorso dall’ultimo derby di campionato: era il 1997, nel Bari, che si apprestava a salire in serie A, segnò un giovane talento di nome Nicola Ventola, un fiore che non sbocciò mai del tutto per i capricci di un fisico fragile. Per il Foggia del roccioso e pratico Burgnich la pareggiò Colacone. Fu il derby in cui, nella ripresa dopo il gol del Bari, l'arbitro Collina dispose l'inversione di campo per interrompere il copioso lancio di oggetti dalla Sud verso il portiere barese Fontana.

Ventuno anni dopo è di nuovo derby

Ventuno anni dopo ne sono cambiate di cose: il Bari si ritrova in B dopo aver collezionato diverse esaltanti stagioni nella massima serie, scoprendo il talento autoctono di Cassano, capace di emozionare e di dividere l’opinione pubblica come pochi, fino a ritrovarsi in B, rischiando la C1 per un playoff perso nel 2004, evitata solamente grazie al ripescaggio. In A ci sarebbe tornato cinque anni dopo, grazie a un tecnico leccese, Antonio Conte, cui seguì la bellissima stagione 2009/10 con Ventura alla guida. Due allenatori che si sono avvicendati anche in Nazionale, con risultati ahinoi, meno indimenticabili (per Ventura, si intende). Nel 2011 la discesa e l’inizio di un declino che ha visto il sodalizio biancorosso prima coinvolto nello scandalo calcioscommesse, poi finire nelle aule del tribunale fallimentare. Il 2014 è l’anno che segna la fine di un’epoca, quella dei Matarrese. Ma i biancorossi reagirono disputando un finale di stagione da urlo, ottenendo i playoff e sfiorando la finale, in quello che resta il miglior risultato da sette anni a questa parte.

Sponda rossonera il declino partì prima. Già nel 1998, quando i rossoneri scesero in C1, perdendo con l'Ancona i playout l’anno successivo. Seguiranno campionati anonimi, l’esaltante parentesi con Pasquale Marino (che riportò i satanelli in terza serie) prima del fallimento giunto nel 2004, il ritorno ‘toccata e fuga’ di Zeman,  una serie impressionante di playoff persi (saranno 7 in tutto), la mancata iscrizione al campionato nel 2012, cui seguì un lento percorso di risalita cominciato dai dilettanti.   

Il 21 aprile del 2018 segnerà in qualche maniera l’inizio di una nuova epoca, si spera, più gratificante per entrambi i club, gli unici (insieme al Lecce) in grado di riportare la Puglia nel calcio che conta. Intanto, per una giornata, Foggia e Bari si prenderanno la scena della serie B, con buona pace di Frosinone ed Empoli, protagoniste nello scontro diretto per la promozione (posticipata a lunedì, ndr) e del Palermo impegnato in un delicatissimo match interno con l’Avellino. La Puglia torna a ruggire dopo stagioni di anonimato.

Foggia-Bari: i protagonisti

All’andata la risolse lui, con una facile quanto dolorosissima deviazione sotto porta. Non esultò, perché quel gol che mandò in visibilio il San Nicola, aveva affossato la squadra della sua città. Cristian Galano è senza dubbio uno degli osservati speciali. Farà tappa allo Zaccheria per la prima volta da quando è un calciatore professionista. E ci arriva da avversario, dopo il lungo corteggiamento perpetrato la scorsa estate dalla società rossonera, che non andò a buon fine. Ma Galano è lo ‘showman’ del Bari anche per i numeri: i suoi 13 gol, oltre a sistemarlo nella top ten dei marcatori di serie B, lo rendono il topscorer della formazione barese. Dopo di lui ci sono gli 8 gol di Improta, i 4 di Cissè e Nenè, i 3 del ‘part timer’ Brienza, 39 anni compiuti a marzo, il cui talento sbocciò proprio a Foggia (59 presenze e 8 gol, tra serie B, C1 e C2).
Dall’altra parte le attenzioni devono essere riservate a Fabio Mazzeo. Giocatore dalla straordinaria intelligenza calcistica, oltre che bomber implacabile. Come sia possibile che un giocatore come lui sia alla prima vera stagione da protagonista nella serie cadetta, allo scadere delle 35 primavere, resta un mistero. 16 gol in 30 partite, e la quinta piazza nella classifica marcatori, dietro i mostri Caputo-Donnarumma dell’Empoli, e la coppia Di Carmine-Montalto di Perugia e Ternana, i numeri del bomber rossonero. E chissà che cosa sarebbe successo senza quell’infortunio al ginocchio, che lo mise fuori gioco proprio una settimana prima del derby di andata, e per i successivi 40 giorni.
Foggia-Bari, però, è anche la gara degli ex. Oltre al già citato Brienza, tra i biancorossi c’è anche quell’Alan Empereur, sul quale il Foggia ha investito risorse e tanta fiducia, mai del tutto ripagate. A Bari il brasiliano ha raggranellato appena 4 presenze. Più nutrita la schiera di ex biancorossi in casa Foggia: oltre ai già presenti Guarna, Fedato e Camporese (gli ultimi due acquistati la scorsa estate), nel mercato di gennaio si sono aggiunti Leandro Greco e Denis Tonucci, da subito diventati elementi di punta nel Foggia 2.0 di Stroppa. La ‘ignoranza’ calcistica di Tonucci ha ridonato solidità al reparto arretrato. E malgrado qualche errore nelle ultime apparizioni, il contributo del roccioso difensore è stato fin qui estremamente positivo. Lo stesso dicasi di Greco, al quale Stroppa ha consegnato le chiavi del centrocampo dopo la ‘dipartita’ di Antonio jr Vacca. E il romano, che a Bari era stato addirittura estromesso dalla lista, c’ha messo poco per farsi apprezzare e diventare elemento fondamentale nello scacchiere rossonero.

Ci sarebbero poi gli ex mancati, quei giocatori spesso accostati alla fazione opposta, trasferimenti interrottisi sul più bello. Come quello di Antonio Floro Flores, più volte vicino ai satanelli nel mese di gennaio. Una menzione speciale la merita Giuseppe Loiacono: la (possibile, se con un gol regalasse la vittoria alla sua squadra) nemesi di Galano. Barese di nascita, che con la maglia dei ‘galletti’ ha giocato solo nelle formazioni giovanili,  prima di finire al Trani, alla Paganese, e poi al Foggia. Dalla D alla B, insieme al capitano (foggiano purosangue) Agnelli. Per Loiacono, bandiera rossonera cresciuta nel tempio biancorosso, sarà sicuramente un derby particolare.

Foggia-Bari: i precedenti

La storia del derby ha radici piuttosto profonde. I primi confronti risalgono a oltre 90 anni fa, nei primi anni ’20, quando a Bari c’erano addirittura due squadre, Ideale e Liberty. Il doppio derby si consumò per ben quattro stagioni tra il 1923/24 e il 1927/28, e i rossoneri riuscirono a prevalere soltanto l’ultima stagione battendo 2-1 il Bari (non più Liberty) grazie a una doppietta su rigore di Poli. Nel 1932/33 il primo importante successo dei rossoneri, che rifilarono 4 gol ai ‘galletti’. La stagione successiva è quella del primo confronto in serie B tra le due compagini: festeggiano ancora i rossoneri grazie ai timbri di Benedetti e Pavanello, di Rossini il gol del Bari. La stagione successiva bis rossonero grazie ancora a Benedetti e alla doppietta di Sudati, che risposero a Marchionneschi. Nel dopoguerra spicca il sontuoso successo per 5-2 del Bari nello spareggio promozione in Serie C dalla Iv Serie, nel 1954. Balzo di un decennio circa, per arrivare ai due 1-1 (in serie B) delle stagioni 1962/63 e 1967/68, fino al poker del 1968/69 firmato Garzelli, Saltutti (doppietta) e Nuti. Tre i confronti, e tutti nella serie cadetta, negli anni ’70. Ai due pari consecutivi delle stagioni 1971/72 e 1972/73 (2-2 e 0-0) seguì il secco 3-1 per i rossoneri. Quattro gli scontri negli anni ’80, dove si registrano due successi del Bari (1-2 nella stagione 1981/82 e 0-1 nel 1983/84), un pareggio e una vittoria rossonera grazie alle reti di Bordon e Calonaci. Seguirà un buco di un altro decennio prima dello storico confronto della stagione 1991/92, quello del ritorno in Serie A. Zemanlandia incanta, con la tripletta di Baiano e il gol di Signori. Per il Bari la rete di un giovane Giampaolo, a rendere un po’ meno pesante la disfatta. Nel 1994/95 altro pareggio, nell’ultimo confronto in serie A (Di Biagio e autorete di Bigica in risposta alle due reti baresi di Pedone), fino al succitato ultimo confronto in assoluto del 1996/97.

Foggia-Bari: come arrivano le due squadre

Sei punti separano le due squadre, e malgrado i galletti siano davanti, ad avere maggiori motivi per sorridere sono proprio i rossoneri. Perché la squadra di Stroppa, da neopromossa, non puntava di certo alla promozione diretta o a un posto in zona playoff. Raggiunta con largo anticipo la quota dei 50 punti, i satanelli hanno a disposizione sei partite per rendere speciale il finale di stagione. Ma senza pressioni, senza nulla da perdere. Diverso il discorso per il Bari, partito con l’obiettivo di insidiare le favoritissime Empoli, Frosinone e Palermo, e con una rosa profonda (forse anche troppo) e ricca di giocatori di qualità ed esperienza. Tuttavia il rendimento altalenante, i troppi pareggi (tre nelle ultime tre partite) hanno rallentato la corsa ai piani altissimi, costringendo la formazione di Grosso a preoccuparsi anche di chi sta dietro. Ecco perché, al di là delle logiche di campanile, il derby di domani sarà da tenere d’occhio soprattutto in ottica classifica.   

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