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La Mantia infiamma il Via del Mare e castiga il Foggia: derby al Lecce, rossoneri battuti 1-0

Una rete dell’attaccante al 14’ della ripresa decide un match poco emozionante. Satanelli quasi mai pericolosi e chiudono in dieci per l’espulsione di Busellato

L'undicesima perla stagionale di Andrea La Mantia decide un derby brutto e piuttosto avaro di occasioni. Ma quel poco è bastato al Lecce per portare a casa i tre punti e cullare i sogni di gloria, legittimi per il percorso fin qui intrapreso dalla squadra di Liverani. Vince il Lecce, in un Via Del Mare dove la primavera ha fatto capolino con un certo anticipo, e dove il Foggia ha provato a tenere il campo e strappare almeno un punto. Ma sarebbe servito qualcosa di più, in intraprendenza e cattiveria agonistica. Difficile uscire indenni se la casella dei tiri resta inchiodata sullo zero. E, giusto perché, come recita un detto foggiano, il cane si accanisce sempre sullo spiantato, ecco che Padalino deve anche incassare l'infortunio di Agnelli e il rosso di Busellato.

EMERGENZA – Da alcuni anni in B c’è la panchina lunga. Eppure Padalino fa fatica a metterne insieme 19, alcuni pure recuperati in extremis. Come Kragl, la cui presenza è troppo importante per una squadra in difficoltà come il Foggia. Il tedesco c’è, così come Mazzeo, che Padalino affianca a Iemmello, nel tentativo di appesantire l’attacco, e provare anche a produrre qualcosa in più nella cucitura del gioco. Insomma, quello che con Chiaretti e Galano non si è visto nel match con il Cosenza. In difesa slitta il rientro di Tonucci, così è Loiacono a completare la linea difensiva con Billong e Ranieri. Liverani, dal canto suo, non cambia nulla rispetto alla vigilia.

Al Via del Mare la Primavera sembra essersi presentata con un certo anticipo. Così si spiegano, forse, i ritmi piuttosto lenti con i quali il primo tempo si trascina stancamente. Il Lecce fa la partita e tiene il possesso, ma servirebbe una circolazione di palla più rapida, e un Mancosu più ispirato per imbeccare le due punte. Per la difesa rossonera, al netto di qualche estemporaneo sussulto, è facile arginare lo spauracchio La Mantia, mentre il funambolo Falco non va oltre un paio di giocate scenografiche. Dall’altra parte il Foggia fa ancora meno. Affidandosi al solo Busellato in appoggio alle due punte. Cosicché il pur apprezzabile lavoro di raccordo di Mazzeo perde ogni significato. Zero movimenti senza palla, esterni che appoggiano la manovra a singhiozzo (Ngawa timido, Kragl oggettivamente fuori condizione) e alla fine Vigorito deve impegnarsi per restare sveglio. Il prodotto offensivo del Foggia, tanto per cambiare, è tutto condensato in un calcio piazzato di Kragl: cross da sinistra insidioso, e difesa che chiude sul secondo palo un attimo prima della potenziale deviazione di Mazzeo.

SECONDO TEMPO – Le sensazioni, osservando la partita, sono essenzialmente due: un episodio la può eventualmente stappare, il Lecce sembra l’unica delle due compagini in grado di vantare il colpo in canna. E infatti i salentini alzano i ritmi e il baricentro, pur senza produrre un vero e proprio assedio. Ma l’episodio alla fine arriva, e si rivela decisivo. Petriccione dalla trequarti pesca il giusto cross, ‘Re Mida’ La Mantia non può sbagliare. Leali beffato. Stiamo al quarto d’ora. Mancherebbe ancora tanto per riassestarla, ma il Foggia non sembra avere la forza psico-fisica quanto meno per pareggiarla. Il resoconto dei tiri recita un penoso zero, che si manterrà tale fino alla fine. Perché i problemi già evidenziati nella prima frazione, non si risolvono nella seconda parte di gara. Mancano il dinamismo e le geometrie, quelle di Majer e del duo Petriccione-Tachtsidis. E, volendo, mancherebbero anche gli strappi di un giocatore come Deli.
Mazzeo, interrotto il lavoro di cucitura, trascorre il resto della gara in offside perenne. Iemmello non va oltre un apprezzabile coast to coast, e un “dai e vai” col compagno di reparto, unica situazione che ha visto i due attaccanti cercarsi.
Padalino si affida a Cicerelli e Chiaretti, passando a un più spregiudicato 3-4-1-2. Cambi che non cambiano la storia. All’inconsistenza offensiva, si aggiunge solo un crescente e inopportuno nervosismo. Quello che porta Busellato a cercarsi una espulsione decisamente stupida. L’epilogo amaro di un derby da dimenticare presto.

Lecce-Foggia 1-0

LECCE (4-3-1-2) Vigorito; Venuti, Lucioni, Meccariello, Calderoni; Petriccione, Tachtsidis (35’st Arrigoni), Majer (30’st Tabanelli); Mancosu; La Mantia, Falco. A disposizione: Bleve, Milli, Riccardi, Cosenza, Tumminello, Haye, Marino, Saraniti, Felici, Pierno. All. Liverani

FOGGIA (3-5-2) Leali; Loiacono, Billong, Ranieri; Ngawa (22’st Cicerelli), Agnelli (40’st Matarese), Greco (19’st Chiaretti), Busellato, Kragl; Mazzeo, Iemmello. A disposizione: Noppert, Tonucci, Zambelli, Marcucci, Boldor. All. Padalino

Arbitro: Nasca di Bari

Marcatori: 14’st La Mantia (L)

Ammoniti: Ranieri (F), Loiacono (F), Busellato (F), Calderoni (L), Lucioni (L)

Espulsi: 45’st Busellato (F) per proteste

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