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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Talismano Kragl, entra e salva il Foggia dalla sconfitta: Ascoli beffato al 95’

Un super gol del tedesco, rimasto in panchina fino al 70’, regala ai rossoneri un insperato pareggio a tempo abbondantemente scaduto. Ma preoccupa il passo indietro sul piano della prestazione della squadra

Due capolavori in tre giorni. Che salvano il Foggia, ma purtroppo bastano solo a evitare la sconfitta. Ancora una volta Kragl si rivela l'uomo in più del Foggia, autentico talismano i cui poteri taumaturgici non vengono capitalizzati a dovere dai rossoneri. La squadra di Padalino, grazie alla bomba teutonica, evita una disfatta che sarebbe stata meritata, per la prestazione offerta, decisamente inferiore rispetto a quella vista contro il Benevento. Ed è questo che deve preoccupare, al di là del risultato. Senza un briciolo di continuità, soprattutto sul piano delle prestazioni, credere nella salvezza diretta, resterà un'utopia.

ANCORA CAMBI – Un po’ di necessità, un po’ di turnover, un po’ di scelte tecniche, ed ecco che il Foggia di Ascoli si presenta in una veste inedita, l’ennesima della stagione. Si ritorna al 4-3-3, ma senza Kragl, Iemmello e Chiaretti, oltre allo squalificato Gerbo. Tornano Greco e Martinelli, ma è in attacco che si consuma una vera e propria rivoluzione, con Mazzeo affiancato da Cicerelli e Matarese, quest’ultimo all’esordio dal 1’ in maglia rossonera. Vivarini, invece, si affida al 4-3-1-2 consueto, con Ninkovic tra le linee a ispirare l’ex Beretta e Rosseti. Quest’ultimo impiega meno di un quarto d’ora per confermare il suo momento felice, e portare in vantaggio l’Ascoli. Molto tenera, piuttosto disattenta la retroguardia rossonera, sin dal cattivo intervento di Ranieri, che porta Rosseti a ricevere palla nell’area piccola, e a purgare Leali nonostante la disperata uscita. Il Foggia gioca a sprazzi, perché Greco si accende a intermittenza, e Deli fa fatica a trovare e la misura degli inserimenti, e quella dei passaggi. Tanti, troppi errori banali in fase di costruzione da ambo le parti, e una sfida che vive di fiammate. Tra i rossoneri non bastano i movimenti di Mazzeo, molto più presente sulla trequarti che in area. Matarese e Cicerelli poco coinvolti e quindi non molto incisivi. Manca anche quella cazzimma ammirata e apprezzata tre giorni fa col Benevento. Il gol, però, il Foggia lo trova lo stesso. E lo realizza Deli, al termine di un’azione un po’ confusa, propiziata in una delle rare percussioni di Matarese sulla destra. Muta il risultato, non mutano i connotati della partita. Tutt’altro che spettacolare. Le rare occasioni che si creano hanno sempre la genesi in un errore di reparto o di un singolo. Lo stesso quasi gol di Beretta – che la spara addosso a Leali a due passi dalla porta – nasce da una situazione piuttosto confusa. È discontinuo, ma non ci certo confuso Ninkovic, che si accende all’improvviso, si prende il fallo al limite e il gol su punizione. Traiettoria ingannevole sul lato di Leali, che cade nel tranello facendo il classico passetto. Porta violata per la seconda volta e Ascoli che chiude il primo tempo avanti.

SECONDO TEMPO – Zero cambi per Padalino, segno che quanto visto non è stato ritenuto così da buttare. Quanto (non) visto nella ripresa, invece, qualche riflessione dovrebbe produrla. I rossoneri fanno presenza, incapaci di mettere in fila due passaggi ben calibrati. L’Ascoli ha quindi vita facile nel difendere il risultato, affacciandosi di tanto in tanto dalle parti di Leali, pur senza la necessaria convinzione. E forse la colpa principale della squadra di Vivarini è tutta lì. Padalino chiude con il 4-2-4 con Chiaretti, Iemmello e Kragl, in aggiunta a Mazzeo e alla mossa della disperazione Billong. Ma non si va oltre le palle gettate alla rinfusa, e un traversone da destra che Mazzeo cicca maldestramente. Servirebbe una prodezza e l’unico ad averla nel repertorio è Kragl. L’Ascoli può solo inchinarsi al suo terribile sinistro, e protestare timidamente per un rimpallo fortuito che finisce sul braccio di Martinelli, avviando l’azione del gol. Ma sarebbe più opportuno recriminare per non aver assestato il colpo del k.o. contro un brutto Foggia. Foggia che pareggia all’ultimo respiro, ma che ha ben poco da festeggiare.

ASCOLI (4-3-1-2) Milinkovic Savic; Laverone, Valentini (5’pt Quaranta), Brosco, Rubin; Addae, Casarini, Frattesi; Ninkovic; Beretta (36’st Cavion), Rosseti (11’st Ciciretti). A disposizione: Bacci, Troiano, Baldini, Iniguez, Ganz, Chajia, Coly, Andreoni. All. Vivarini

FOGGIA (4-3-3) Leali; Ngawa, Billong, Martinelli, Ranieri; Busellato, Greco, Deli (17’st Iemmello); Cicerelli (35’st Chiaretti), Mazzeo, Matarese (25’st Kragl). A disposizione: Noppert, Agnelli, Loiacono, Zambelli, Galano, Marcucci, Boldor, Ingrosso. All. Padalino

Arbitro: Giua

Marcatori: 12’pt Rosseti (A), 30’pt Deli (F), 45’pt Ninkovic (A), 50’st Kragl (F)

Ammoniti: Deli (F), Rosseti (A), Busellato (F), Ngawa (F), Addae (A), Beretta (A), Ranieri (F), Cavion (A)

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