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Inizia l'era Felleca: il tempio dello Zac accoglie l'uomo del sud che vuole (ri) fare grande il Foggia

Poche promesse (e questo è piaciuto ai più) ma la consapevolezza di dover riportare subito il Foggia nel professionismo. Da domani si parte per la costruzione della squadra. Obiettivo ripetere quanto fatto a Como, dove però non ha mai ricevuto il calore che ha riscontrato in Capitanata in due giorni

Viene da una delle più belle regioni italiane. Dalla seconda isola più grande del Paese. "Un uomo del sud" si è definito, per mentalità, cultura, passione e calore. Quel calore che da patron del Como ha ricevuto assai di rado. Tutt'altra roba rispetto ai novecento e passa messaggi di benvenuto che ha ricevuto nell'ultimo giorno e mezzo.

Il Foggia calcio riparte dal 49enne Roberto Felleca. A lui un commosso sindaco Landella ha "affidato la storia della città, l'orgoglio di una terra che cerca e merita riscatto". Felleca sa bene in che posto ha deciso di fare calcio. Quei novecento messaggi lo testimoniano. Perché c'è una piazza che malgrado tutto ha ancora voglia di calcio, non si è arresa, non si è rassegnata e mai lo farà, malgrado i cazzottoni a tradimento incassati negli ultimi due mesi.

Come un pugile che incassa e barcolla, magari cade pure al tappeto, ma si rialza sempre prima che l'arbitro conti fino a dieci. Il pugile stanco ma indomito, resiliente da sempre, avrà all'angolo un nuovo coach, Roberto Felleca e il suo nuovo progetto, condiviso con la partner Maria Assunta Pintus.

Si chiamerà Fc Foggia calcio 1920, e vedrà alcuni volti nuovi e vecchie conoscenze. E qui certi destini sono destinati a incrociarsi di nuovo. Nel gruppo c'è anche quel Davide Pelusi che sette anni fa salvò il calcio aprendo il suo portafogli e garantendo la ripartenza dalla serie D. Partì un ciclo che ha condotto i rossoneri fino alla seconda serie. L'auspicio è che si ripetano certi risultati, possibilmente con una durata maggiore e figure meno losche come protagonisti.

"Apriamo le braccia a tutti" ha dichiarato Felleca in conferenza stampa, dalle varie forze imprenditoriali (locali e non) alla tanto ventilata partecipazione dei tifosi mediante l'azionariato popolare. Ma per quello, come per il logo, ci sarà tempo. Ora c'è altro di ben più urgente a cui pensare.

Non ha fatto promesse da megalomani. E questo è piaciuto ai più. Ha solo palesato la consapevolezza che il Foggia dovrà ritornare presto dove gli compete. C'è una prima squadra da costruire e rendere competitiva sin da subito, c'è un settore giovanile da ripristinare, da rendere un pilastro sui cui dovrà reggersi il Foggia del futuro. Anelli, Gentile e Dell'Agnello sono i primi tre nomi della squadra che fra un mese già dovrà scendere in campo. Gente di categoria e di qualità, che a Como ha riportato la formazione lombarda in serie C. Ci dovranno riuscire anche a Foggia, malgrado i tempi serratissimi. Felleca lo sa, come sa che una piazza come Foggia non ha intenzione di vivacchiare nel dilettantismo. È una categoria che non le appartiene e nella quale dovrà cercare di starci il minor tempo possibile. Per farlo, servirà allestire una grande squadra. Oltre ai tre nomi arriveranno altri, arriveranno in massa - perché bisogna partire subito - insieme al nuovo tecnico, che potrebbe essere Bitetto o Pochesci o un nome a sorpresa. Il tempo dirà se ci sarà anche spazio per qualche reduce dell'ultimo Foggia. Quel che però conta è ripartire, buttando alle spalle tutto quello che è accaduto.

Da oggi parte l'era Felleca, che nel post conferenza ha avuto modo di visitare il tempio rossoneri, assaporando il profumo di calcio che trasuda anche dal più infinitesimale pezzo di gradone. "Il tempo se n'è andato, la canzone è finita. Pensavo di avere ancora qualcosa da dire", cantavano i Pink Floyd. Da domani ci sarà poco spazio per le parole, solo per le azioni. In bocca al lupo.

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