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Lettera a Mongelli, Casillo è un fiume in piena: “Ecco come sono andati i fatti”

Pasquale Casillo scrive una lettera al sindaco di Foggia: dalla nomina a capo dei giovani industriali di Capitanata all'U.S. Foggia. Dalla Cittadella dello Sport alla questione della capienza dello stadio

Ill.mo Signor Sindaco, avrei preferito chiamarti semplicemente ed amichevolmente “Gianni“, attesi i rapporti di sincera ed affettuosa amicizia che, in passato, almeno per quanto riguarda la mia persona, hanno caratterizzato i nostri incontri.

I tempi dell’Associazione Industriali | Chi Ti scrive è un Tuo lontano conoscente, che risponde al nome di Pasquale Casillo. Un uomo che, quando era a capo della locale Associazione Industriali, per il rispetto da sempre portato verso gli amici, ebbe il merito o il demerito di metterTi a capo dei giovani industriali di Capitanata, e che oggi hai ampiamente ringraziato rendendolo inviso ed odiato a tutti i cittadini di Foggia, in forza di una subdola e strisciante campagna denigratoria, orchestrata dal tuo Ufficio di Gabinetto e consumata sulle pagine dei vari quotidiani locali, primo fra tutti “L’Attacco “ .

Le accuse della stampa | Mi riferisco, ovviamente, soprattutto alle vicende legate alla Unione Sportiva Foggia, di cui sei riuscito a cancellare nelle menti delle giovani generazioni anche il periodo più fulgido e lusinghiero, ed a tutto quanto accaduto da due anni a questa parte. Grazie a questo tam-tam mediatico, chi Ti scrive è stato dipinto come un carnefice del calcio locale, uno speculatore ed un profittatore che ha tentato di trarre profitti personali dal cosiddetto “pianeta calcio” e che, al momento opportuno, ha “mollato” senza scrupoli “baracca e burattini” – come si dice – in balia dei marosi, che si profilavano all’orizzonte.

Gli insulti e le aggressioni | Ti premetto subito che non nutro sentimenti di astio o di rivincita nei Tuoi confronti, perché ritengo di essere profondamente cristiano e nutro profonda fiducia nell’operato della Giustizia degli uomini, che, benché lenta, alla fine arriva sempre. Sappi, dunque, che il mio animo è scevro da qualsivoglia risentimento. Devo, tuttavia, evidenziarti che, in virtù del predetto tam-tam e dei tanti luoghi comuni che a piene mani sono stati elargiti a iosa sulla mia persona (tanto che i foggiani, ignorando i fatti, non ponendosi alcun interrogativo, ci hanno pienamente creduto, tanto così era più facile e comodo), il sottoscritto non è più libero di uscire di casa, senza ricevere insulti e contumelie di ogni genere, quando addirittura vere e proprie aggressioni fisiche, come in effetti già accaduto.

Il silenzio sugli attacchi subiti | Su tali episodi, però, è caduto un inesorabile ed inspiegabile silenzio. E questo silenzio si spiega per tutto quanto innanzi rappresentato. Infatti, se si fosse trattato di un qualsiasi altro cittadino sarebbero corsi fiumi di inchiostro e di parole per stigmatizzare la violenza gratuita di cui erano stati fatti oggetto un cittadino ed i componenti la propria famiglia. Certo, per ogni questione ci sono i Tribunali, ma, come già evidenziato, pur arrivando, la giustizia degli uomini arriva con notevole ritardo.

La realtà dei fatti secondo Casillo | Il sottoscritto ha dovuto attendere ben diciotto anni prima di essere assolto da ogni contestazione, e, per giunta, senza esser stato mai interrogato! In ogni caso, non posso permettermi il lusso di aspettare. La vita di ogni giorno si svolge oggi e non può essere rimandata al domani. Pertanto, lo scopo di questa missiva è quello di ricordare e riscrivere pubblicamente i fatti che si sono susseguiti a partire dall’agosto 2010, ed anche prima, ad oggi, secondo il loro effettivo e reale accadimento.

La nomina di Rocco De Filippis | Dunque, cominciamo dall’inizio. Tutto principiò da quando lo scrivente, una volta giunto alla guida degli industriali di Capitanata, iniziò a ricevere richieste da parte degli amici affiliati, fra cui anche il tuo mentore e datore di lavori, che ancora oggi continuano a guidare la politica economica della città e con i quali non ho mai fatto affari (come può essere documentato), i quali mi chiesero di porre a capo dell’Associazione Industriali, tale Rocco De Filippis. Il sottoscritto li accontentò, e nel gioco associativo vennero eliminati i vari  Tamma, Pedone ed altri, tutti ottime persone.

La richiesta delle dimissioni di De Filippis | Dopo qualche tempo, però, sempre su indicazione degli amici, venuti financo a casa mia, fui costretto a fare marcia indietro ed a richiedere le dimissioni del menzionato De Filippis, che vennero in effetti rassegnate. Ebbe inizio, dunque, da quel preciso momento l’ascesa inarrestabile e potente da parte di chi oggi governa di fatto la città di Foggia. Si tratta di una oligarchia, composta da poche persone. Strumento di tale ascesa: il sottoscritto, abbandonato poi al suo destino, pur avendo conservato un rapporto di sola facciata.

L’errore di ritornare a Foggia | Pertanto, dopo le note vicende che mi hanno visto involontario protagonista per decenni nelle aule giudiziarie e che, con la perdita di 56 aziende, hanno condotto anche alla distruzione di una notevole risorsa ed occasione di lavoro e di crescita per Foggia e la sua provincia, ottenuta, con la definitiva assoluzione, la chiusura di ogni pendenza giudiziaria, tanto che la mia fedina penale è assolutamente immacolata, spinto dalla vecchia passione per il calcio, ho commesso l’imperdonabile errore di ritornare a Foggia, ove scioccamente ritenevo di avere degli amici e di aver lasciato un buon ricordo tra la gente, chiedendo di acquistare la società sportiva, ormai sull’orlo del default, già venduta vergognosamente ad un proprio dipendente, anche al fine di sfuggire ad eventualità responsabilità gestionali e di correttezza fiscale, come in pochi o pochissimi ricorderanno (vedi Teledauna).

Tutti contro di me | L’altro imperdonabile errore è stato quello di non aver capito che non avrei trovato alcuna collaborazione o solidarietà da parte di quei soggetti, da me aiutati in precedenza, e che – per la nota “sindrome rancorosa da beneficiato“ erano anzi pronti a remare in maniera compatta e coesa contro di me. Com’è in effetti avvenuto. Anche Tu, egregio sig. Sindaco, forse per un dovere di colleganza o di sudditanza, non hai fatto eccezione.

L’impegno morale disatteso | Tanto che, dopo aver assunto nei miei confronti un obbligo morale affinché rilevassi le quote societarie della squadra di calcio, ormai rimessa nelle Tue mani dagli otto soci amministratori (osannati dalla stampa e dalle televisioni locali come rappresentanti del meglio dell’imprenditoria foggiana ), e dopo avermi invogliato a tale passo mercè anche la approvazione da parte del Consiglio Comunale del progetto relativo al nuovo stadio ed alla cittadella dello sport, da me presentato e per la cui approvazione occorrono mediamente circa venti anni, non hai esitato minimamente poi a contravvenire a tale impegno morale lasciandomi solo quando Ti ho chiesto aiuto per fronteggiare le difficoltà gestionali, sorte anche perché dovevo far fronte alla debitoria dei vecchi soci, non dichiarata, ma successivamente emersa, sostituita con sponsorizzazioni, non completamente onorate, ma che Tu avevi moralmente garantito. Mi pare che analoga garanzia hai prestato nei confronti del nuovo presidente dell’attuale Foggia Calcio!

Forse non hai profuso appieno tutte le tue energie nel reperire possibili acquirenti della squadra di calcio, anche perché tutti i soggetti da Te contattati o che si son fatti avanti, si sono rivelati degli autentici bluff.   Ben altra determinazione e velocità, invece, hai dimostrato di possedere quando si è trattato di reperire in tempi ristrettissimi soggetti in grado di far fronte ai pagamenti per la partecipazione al campionato nazionale di Serie D. Ma di questo dopo.

La cittadella dello Sport | Prima occorre sottolineare che quel progetto, relativo alla città dello sport, approvato solo sulla carta, è rimasto lettera morta, non essendo stata data alcuna pratica attuazione amministrativa allo stesso, com’è rimasta lettera morta ogni mia richiesta di salvare almeno la squadra dalla eventuale non partecipazione ad un campionato professionistico. Un epilogo a cui si era giunti perché, egregio signor Sindaco, non solo perchè non avevi ottemperato agli obblighi morali assunti nei miei confronti, ma eri addirittura venuto meno agli obblighi di natura contrattuale assunti con la Tua amministrazione, perpetrando una vera e propria frode contrattuale che si è di fatto ripercossa sulla stessa città di Foggia.

La questione stadio | Non è forse vero, egregio Sig. Sindaco, che avevi assunto l’obbligo contrattuale di portare a termine i lavori di ristrutturazione dello stadio fino a 7.500 posti? Non è forse vero che il tuo dirigente dei lavori pubblici aveva presentato al Prefetto di Foggia un cronogramma dei lavori, affermando che gli stessi sarebbero stati completati entro il 20 maggio 2012? E non è forse vero che a maggio 2012 dichiarasti pubblicamente che lo stadio sarebbe stato consegnato finito nei suoi lavori il  successivo 30 giugno 2012? E non è forse vero che,  pur in assenza di acquirenti, dopo aver iscritto la squadra al successivo campionato di competenza, non potei versare, a prescindere da ogni considerazione, la necessaria garanzia fideiussoria, perché non avrei in ogni caso avuto uno stadio in cui poter giocare, avendo già dovuto terminare il campionato 2011/12 fuori casa? E non è forse vero che pur avendo richiesto alle altre società consorelle della regione di poter disputare il campionato a venire presso il loro stadio ricevetti una risposta negativa da parte di tutte, ad eccezione del Bari che - guarda caso - la fece pervenire solo a Te il giorno 19/07/12, vale a dire tre giorni dopo che era scaduto il termine per fare opposizione al provvedimento di esclusione dal campionato 2012/13!!

I rapporti con Bari e le bugie di Mongelli |  Ma va anche detto che la stessa città di Bari non avrebbe mai potuto concedere l’uso del San Nicola, come affermato in quel fax, atteso che lo stesso Bari fu costretto a giocare le prime partire casalinghe lontano da quello stadio, per la sua impraticabilità (basta rileggere le cronache). Il tuo amico sindaco barese, dunque, ha cercato solo di darti una mano per salvare la faccia, senza peraltro riuscirvi.  

A proposito di amici politici, Ti comunico che il prossimo anno non potrai rivolgerti più all’amico Vendola per la candidatura a sindaco. Infatti, pur non sottovalutando l’importanza della segnalazione proveniente dal Tuo mentore, potrei forse chiedere un appuntamento sia al presidente che ai maggiorenti del PD, al fine di evidenziare agli stessi la non opportunità di ricandidare una persona che dice solo bugie macroscopiche, principalmente a chi ha necessità di lavorare.

La capienza dello stadio a 2400 posti | Infatti, per ritornare alle precedenti domande, non è forse vero che Tu, dopo aver reperito – unitamente al tuo ufficio di gabinetto - a tempo di record, questa volta, un soggetto che volesse sborsare i trecentomila euro richiesti per la fideiussione e l’iscrizione al campionato di Eccellenza, hai espressamente dichiarato, in una specie di concessione monocratica (senza averne i poteri) dello stadio comunale alla nuova società ACD Foggia, che non v’era alcun bisogno di effettuare al suo interno alcun genere di lavori? E non è forse vero che le prime partite casalinghe della ACD Foggia vennero disputate lontano da Foggia e che solo successivamente si è trovato una sorta di accordo con le Autorità competenti, che ha fissato la capienza dello stadio comunale a 2.400 posti?

La strada più semplice | Mi chiedo come avrebbe potuto l’Unione Sportiva Foggia sostenere il costo di un campionato nazionale professionistico di Serie C1 con una capienza di soli 2.400 posti, in una città come Foggia che vive di solo calcio. Per la mancanza di posti, a prescindere dai mancati introiti per la società, si sarebbe verificata una sorta di sommossa popolare, che avrebbe visto il Sindaco come maggiore e principale imputato, anche perché è prevista una capienza minima che non poteva essere certamente rappresentata dai 2.400 posti concessi dal Sig.Prefetto!! Molto più semplice (e facile), allora, era evitare la sopravvivenza dell’U.S. Foggia e ricominciare con una squadra nuova, non importa se di categoria inferiore.

I lavori dello stadio | Ma non è forse vero che ancora oggi i lavori di ultimazione per la capienza di 7.500 posti non sono stati ultimati e né pare prossima la loro ultimazione? E non è forse vero che l’U.S. Foggia, tenendo fede ai propri impegni, ha eseguito correttamente i lavori di adeguamento allo stadio, portando a termine i lavori da 7.500 a 12.000 si è costruito un primo piano senza aver costruito le fondamenta), subendo per di più da questa Amministrazione comunale lo spoglio violento dello stadio che le ha impedito di svolgere qualsivoglia altra attività sportiva, a dispetto di pattuito nella convenzione di concessione, approvata dall’intero Consiglio Comunale e non dal solo Sindaco?

Il campo FIGC di via Ascoli | Chissà, infine, quale epilogo otterrà il progetto edilizio milionario afferente il campo della F.I.G.C. di Via Ascoli, di cui non viene fornita alcuna notizia neanche della relativa esistenza. E allora, egr. Sig.Sindaco, mi sembra che si sia usata una bilancia sbagliata, con pesi non uguali. Se quanto qui affermato non Ti convince o non Ti trova d’accordo, sappi che sono pronto anche ad effettuare con Te un confronto televisivo ovvero, se lo ritieni più giusto, anche un processo per diffamazione e quant’altro.

Casillo stanco di subire ingiurie gratuite | Ti chiedo solo di non darmi risposte dalle colonne di quotidiani, con i cui responsabili pare che sei solito intrattenerti a colloquio  presso il ”Borgo del Tempo Perso” di Via Le Maestre di Foggia. Un nome che è tutto un programma!! Sta di fatto, dunque, che parafrasando quanto detto pochi giorni or sono da un noto Procuratore della Repubblica, il sottoscritto è stanco di subire ingiurie e contumelie gratuite e indotte nella gente da chi ha interesse a fomentare chiacchiere e dicerie infondate e senza riscontri oggettivi. Pertanto, continuerò senza sosta la mia battaglia, rivendicando a gran voce che vengano definitivamente e pienamente affermate e riconosciute la mia dignità e la mia onorabilità. Ti saluto cordialmente.

L’altro errore | PS. Non ho sbagliato solo nei Tuoi confronti, pensa che – tra i tanti beneficiati – sono stato capace di nominare presidente dell’allora Foggia Calcio un soggetto assolutamente anonimo, che risponde al nome di Pinuccio Armillotta. Neanche Caligola avrebbe saputo fare di meglio.

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