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I motivi dell'esonero di Bonacina, Stringara favorito per la sostituzione

Le ultime tre gare hanno sancito la fine dell'esperienza di Bonacina. Hanno pesato gli scarsi risultati allo Zaccheria, la sterilità offensiva e la mancanza di carattere della squadra

Il trittico di gare condensate in sette giorni che avrebbero dovuto palesare le reali ambizioni del Foggia, si sono rivelate decisive per le sorti di Valter Bonacina, esonerato senza appello all'indomani dell'infausto pomeriggio casalingo di domenica scorsa. Una decisione giunta come un fulmine a ciel sereno, perché dai vertici rossoneri non erano trapelate voci di avvicendamento o malumori verso il tecnico bergamasco. Malumori che a questo punto sono maturati negli ultimi giorni in virtù di quel salto di qualità che doveva esserci e che non si è materializzato. Bonacina paga gli scarsi risultati delle ultime tre gare, che avrebbero dovuto gonfiare la classifica di almeno sette punti sui nove a disposizione, nelle quali i rossoneri sono stati in grado di raccogliere la miseria di due punti.

LE CAUSE DI UN FALLIMENTO - Quali sono le colpe di Bonacina? Senz'altro il tecnico bergamasco ha qualcosa da rimproverarsi, soprattutto in alcune scelte. Risolto il problema del modulo, il tecnico era riuscito a dare una quadratura alla sua formazione, con quel 4-2-3-1 che garantiva la necessaria solidità nel reparto arretrato grazie al lavoro di filtro dinanzi alla difesa di Meduri e Wagner, e svincolava Venitucci dagli sgraditi compiti difensivi, concedendogli pertanto maggiore libertà di azione e le chiavi del gioco rossonero. Le mediocri prestazioni finora offerte dal giovane fantasista però hanno fatto inceppare la macchina costruita da Bonacina. Una macchina sì affidabile come attestano i pochi gol subiti (sette in otto partite giocate), ma che si è inceppata nel momento in cui bisognava garantire le elevate prestazioni (cinque gol segnati in otto gare sono il triste bottino realizzativo dei rossoneri).

Un pò come un'utilitaria, buona per disimpegnarsi nel traffico cittadino, ma alla quale non si può chiedere di competere per il mondiale di Formula 1. Colpa degli uomini d'attacco, capaci di offrire soltanto pessime prestazioni, ma anche di un gioco che ha sempre garantito efficacia in fase difensiva, a danno del gioco d'attacco quasi sempre improduttivo. E per una piazza reduce dalla seconda esperienza Zemaniana, è un fattore che non può non pesare. L'inconsistenza realizzativa degli attaccanti ha penalizzato parecchio la squadra anche nelle gare in cui ha offerto delle belle prestazioni (si pensi alle trasferte di Pisa e Como). Escludendo Lanteri, la cui importanza si è rivelata molto più pesante del previsto, tutti gli attaccanti impiegati da Bonacina non hanno risposto alle attese. I due gol (uno di Defrel e l'altro di Giovio) segnati dall'intero reparto, sono la prova evidente dei problemi della squadra, che hanno condotto il tecnico ad effettuare dei continui avvicendamenti generando più confusione che miglioramenti.

A questo non può non aggiungersi la considerazione sul pessimo trend avuto dalla squadra nelle gare casalinghe, con una vittoria sofferta contro il Monza, due sconfitte e il brutto pareggio contro il Viareggio. Proprio la gara contro il toscani ha dato il via a quella regressione qualitativa del gioco che ha visto la sua acme nella gara persa contro la Reggiana nella quale anche la difesa è crollata nel baratro della mediocrità. L'uno-due iniziale degli avversari ha in pratica sciolto la squadra che ha smesso di giocare ad ottanta minuti dalla fine senza il minimo accenno di reazione. Una mancanza di carattere, di predisposizione a lottare per la maglia, a cui purtroppo è l'allenatore a dover dare conto. Problemi di gioco dunque, ma anche di carattere. Come sempre a pagare è l'allenatore, ma sono molti i giocatori che dovrebbero recitare un sentito Mea culpa, per le deludenti prestazioni, per il talento poco espresso, o che forse non c'è.

SPAZIO A STRINGARA? - La scelta del successore di Bonacina, stando ai rumors delle ultime ore, dovrebbe ricadere su Paolo Stringara, reduce dalla sfortunata parentesi a Cosenza. A suo vantaggio parlano la quindicinale esperienza da allenatore, e soprattutto l'aver già lavorato con Pavone a Cava de' Tirreni nel 2010, quando subentrò a Maurizi riuscendo a condurre la Cavese ad un'insperata salvezza. Mancano ancora i crismi dell'ufficialità che tengono in vita le possibilità di altri tecnici come Papagni. Intanto la squadra riprenderà gli allenamenti questo pomeriggio alle 16, quando forse si conoscerà il nome del nuovo tecnico rossonero.   

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