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A Foggia arriva Stefano Farina. Di Paola: "E' un grande momento per gli arbitri foggiani"

Intervista al presidente della sezione Aia 'A. Formillo' di Foggia, alla vigilia dell'evento che vedrà protagonista il designatore della Serie B. Un appuntamento che dà grande lustro alla sezione dopo i grandi risultati che arbitri e assistenti foggiani stanno ottenendo sul campo

Giudicare e nel contempo essere giudicati non è mai semplice. Specie se certe decisioni possono comportare malumori, polemiche, riempire pagine di giornali, infiammare le trasmissioni sportive. Da Lobello a Rizzoli, passando per Agnolin e Collina, quella dell’arbitro è stata e sarà sempre una figura controversa, dalle mille sfaccettature, densa di territori non ancora esplorati. Ma sicuramente è una figura che affascina, specie a Foggia, dove la sezione Aia ‘A Formillo’ sta ottenendo da anni grandissimi risultati. E l’arrivo di Stefano Farina, ex arbitro internazionale e attualmente responsabile degli arbitri di Serie B, in un incontro tecnico in programma venerdì 17 marzo alla sala Rosa del Palazzetto dell’Arte, non fa che dare ulteriore lustro al grande lavoro fin qui svolto dalla Capitanata. “Siamo pronti ad accogliere un grande maestro dell’arbitraggio, che di certo riuscirà a trasmettere la passione e la voglia di indossare la divisa dell’arbitro”, ha commentato Antonello Di Paola, presidente della sezione Aia ‘A. Formillo’ di Foggia.

Di Paola, l’evento venerdì riveste una grande importanza per gli arbitri foggiani e per la sezione di Foggia.
“Sì, perché Farina, oltre che essere stato uno dei migliori arbitri italiani, oggi riveste uno dei ruoli più importanti nell’Aia. La sua presenza è un’occasione di crescita per tutti i nostri ragazzi, e per accrescere l’entusiasmo. Perché al di là dei sacrifici, alla base di un buon arbitro ci deve essere la passione".

Venerdì non ci sarà soltanto Farina
"Ci saranno tutti i presidenti di sezione della Puglia intera, nonché esponenti della massima espressione dirigenziale della Puglia, ci sarà anche il presidente regionale degli arbitri Giacomo Sassanelli. Insomma, Foggia è al centro delle attenzioni regionali e non solo".

Farina parlerà di fattori tecnici, ma non solo
"Si tratta comunque di un incontro tecnico, in cui il relatore sarà impegnato nel far comprendere agli arbitri qual è la funzione che un arbitro svolge dentro e fuori dal campo. Uno come Farina può aiutare alla comprensione della gestione della gara, di tutto ciò che il regolamento del giuoco del calcio può sviscerare in ogni sua particolarità. Ma innegabilmente il prestigio di questi ospiti contribuisce anche alla crescita umana. È l’obiettivo che si prefigge ogni presidente di associazione. La crescita umana va sempre a braccetto con quella professionale".

Ci sono diversi elementi che si stanno distinguendo a livello nazionale, si può dire che la sezione di Foggia stia vivendo uno dei suoi periodi più gloriosi?
“Sì, anche quest’anno abbiamo concluso un corso arbitri che ci ha consentito di inserire nuove unità. Siamo 220 associati, e alcuni colleghi ci stanno dando grandi soddisfazioni in tutte le categorie. In Serie A abbiamo l’assistente Pasquale De Meo, poi c’è Lucia Abruzzese, che oltre a fare l’assistente in Lega Pro, ha partecipato ai mondiali Under 17 di calcio femminile. Poi c’è una schiera di ragazzi che, sono certo, ci darà enormi soddisfazioni nei prossimi anni. Penso agli arbitri Cai Vincenzo Andreano e Daniele La Bianca, l’assistente Can D Gianluca Roca, o Fabrizio Consales, che è riuscito ad arrivare in Eccellenza a soli 19 anni”.

Poi c’è il calcio a 5
“Anche lì stiamo ottenendo grandi risultati, grazie alla figura di Giacomo Varti, consigliere delegato e membro dei settore tecnico che ha seguito i cinque ragazzi che sono entrati nella Commissione Arbitri Nazionale di calcio a 5 (Pasquale Falcone, Davide De Ninno, Antonio Sessa, Luca Caracozzi, Davide Plutino e Raffaele Ricci)".

A Foggia però ci sono anche le figure degli osservatori che sono importanti
"Vero, spesso passano in secondo piano, non avendo le luci della ribalta, ma svolgono un ruolo a livello formativo determinante. L’osservatore è fondamentale, perché segue le gare degli arbitri, poi scende negli spogliatoi per analizzarle insieme e dare un giudizio che poi verrà esaminato dalla commissione. Anche in questa categoria possiamo vantare delle eccellenze, come Angelo Perilli e Marco Anniballi che svolgono un ruolo a livello nazionale in Serie D".

Ma il ‘grosso’ dell’attività si svolge nei campi di periferia. La costruzione di un arbitro parte tutta da lì
“A livello provinciale abbiamo oltre 100 arbitri che svolgono le loro funzioni sui campi di periferia, settore giovanile, fino alla terza categoria. Con lo stesso impegno, la stessa professionalità di un arbitro di categoria superiore. Per tutti vale la stessa regola: allenamento, sacrificio e passione. E naturalmente lo studio del regolamento, mediante dei quiz cui sono periodicamente sottoposti. L’Associazione Italiana è una costola importante della Federazione Italiana Gioco Calcio e si impegna con un’organizzazione propria interna, garantendo lo studio dei regolamenti, gli allenamenti e tutto quello che la formazione attraverso i raduni, attraverso questo incontro che faremo venerdì. L’obiettivo è sempre quello di dare un servizio ideale alle società di calcio e questo si fa con la stessa voglia in tutte le categorie, ovviamente i più bravi li mandiamo avanti e quelli che non rispondono alle esigenze dell’associazione verranno dismessi”.

A livello locale, dove può migliorare ancora la sezione di Foggia?
"Abbiamo fin qui svolto un grande lavoro, certo si può sempre migliorare, magari puntando maggiormente sulla formazione. Ci stiamo attrezzando per dotare la sezione di particolari strumentazioni. Gli aspiranti arbitri svolgono un esame teorico attraverso i quiz, ma anche pratico mediante l’analisi di un’azione di gioco sul video, al termine del quale dovranno imparare a decidere quale provvedimento adottare e l’eventuale sanzione disciplinare. Questo sarà il futuro per dare loro più opportunità di crescita, questo è il lavoro che facciamo nelle sezioni. L’organo tecnico sezionale è un lavoro svolto da più persone, da solo non riuscirei a fare tutto quello che c’è da fare e quindi è un lavoro che è fatto da un’equipe in cui vi sono Sergio Roca che è il vicepresidente vicario, Tonino Vinella che è l’altro vicepresidente e gli altri componenti dell’organo tecnico che sono Vincenzo Rosiello e Giuseppe D’Antuono”.

Allargando un po’ gli orizzonti: l’arbitro è inizialmente un uomo solo, poi crescendo, se si è bravi, si arriva in serie A a comporre una sestina insieme ad assistenti, arbitri di porta e quarto uomo. Come si sviluppa questo tipo di maturazione?
“Si inizia da soli fino alla Prima Categoria, poi dalla Promozione si può contare sugli assistenti, e cambia il concetto, da arbitro a terna. L’evoluzione va di pari passo con il cambiamento del gioco. Salendo di categoria il gioco si velocizza, le situazioni da valutare diventano più difficili, ed è importante la collaborazione tra gli arbitri. L’arbitro deve imparare a gestire e ottimizzare la collaborazione degli assistenti, come a livello di serie A e serie B deve ottimizzare la collaborazione che porta il quarto uomo. Queste sono le evoluzioni che man mano attraverso gli organi tecnici di appartenenza si ottengono. Ognuno, nel ruolo di terna o di sestina sa già cosa deve fare in quel momento, non c’è assolutamente una duplice funzione, ma ognuno ha un ruolo ben preciso e la collaborazione di tutti deve servire a decidere nella maniera più giusta possibile e quindi a sbagliare il meno possibile”.

Quindi, meglio lavorare in un team che da soli
“È sempre auspicabile godere della collaborazione degli assistenti. Motivi economici e organizzativi impediscono la loro presenza già in terza categoria, ma se un arbitro potesse scegliere, si avvarrebbe sempre dell’affiancamento degli assistenti. Anzi, molti ambiscono a salire quanto prima di categoria proprio perché il concetto di terna arbitrale è più bello e coinvolgente”.

Facendo un salto a livello nazionale. Ogni settimana monta una polemica, il caso di Juve-Milan è solo l’ultimo in ordine di tempo. Eppure altrove, per errori ben più gravi, non è così. Quello italiano è un problema culturale?
“È chiaro che in Italia il gioco del calcio è seguito in maniera diversa, rispetto alle altre nazioni, questo lo dicono perché ci sono tantissimi organi di stampa che si occupano delle gare sei giorni prima e sei giorni dopo, quindi chiaramente è un discorso storico-culturale. Per quanto riguarda il discorso tecnico, gli arbitri italiani sono sottoposti ad una pressione diversa rispetto a quelli che sono gli arbitri europei, ma anche per questo, ritengo che lavorino in maniera più approfondita e forse più professionale rispetto agli altri. Lo documentano i risultati sportivi dei nostri arbitri internazionali. Abbiamo avuto Rizzoli che è stato il miglior arbitro al mondo. E oltre alla soddisfazione personale, è stato un grande risultato per la nostra associazione, perché abbiamo dimostrato di saper lavorare anche sotto un certo tipo di pressione”.

Non sarebbe necessario anche tra che tra addetti ai lavori, calciatori, dirigenti e presidenti, ci sia un maggiore spirito collaborativo?
“Gli arbitri hanno sbagliato e sbaglieranno sempre, c’è ancora da fare molto, affinché l’accettazione di un episodio sfavorevole avvenga in maniera naturale come negli altri Paesi. Per quella che è la mia esperienza, posso dire che a livello provinciale, noi lavoriamo in sinergia con la FIGC e l’anno scorso, secondo le statistiche siamo stati la prima provincia in Puglia ad avere zero episodi di violenza. Questo rappresenta un successo non solo per noi, ritengo che tutte le componenti del calcio stanno iniziando a comprendere che ognuno svolge il proprio ruolo e dobbiamo essere assolutamente collaborativi. Diciamo che a livello provinciale e negli ultimi anni abbiamo fatto grandi passi in avanti”.

Chiudendo il cerchio, e tornando all’incontro di venerdì, perché un ragazzo dovrebbe scegliere di diventare arbitro?
“Perché è uno sport particolare, forse l’unico in cui si impara a giudicare e allo stesso tempo si viene giudicati. È un importante strumento di crescita, permette ai ragazzi di forgiare il proprio carattere. L’AIA è un’associazione di notevole importanza non solo per ciò che esprime dal punto di vista tecnico ma anche e soprattutto per quelli che sono alla base i valori che ci contraddistinguono, perché da noi si insegna chiaramente il rispetto delle regole, la lealtà, essere corretti nei confronti di tutti e degli avversari. Questi sono valori che una volta acquisiti si riportano all’interno della società”.

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