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Il Foggia e Luca Rizzo a caccia del riscatto: "Scarso impiego? Decide l'allenatore. Sono pronto per La Spezia"

Il centrocampista deluso dal rendimento nel primo segmento di stagione: "Sto giocando poco, sono venuto qui con ben altri obiettivi. Ora sette gare per riscattarmi e dare una mano alla squadra"

E’ arrivato con il pedigree del giocatore di livello, e un curriculum niente male. Eppure il primo segmento di stagione di Luca Rizzo in maglia rossonera è stato tutt’altro che foriero di soddisfazioni. Complice un’antipatica lesione muscolare che lo ha tenuto fuori per oltre un mese, e ne ha rallentato il processo di raggiungimento della forma atletica più opportuna. E poi ci sono le scelte del mister, l’unica spiegazione che il diretto interessato si dà rispetto allo scarso impiego, anche perché “è da un mese che sto bene e lavoro con la squadra”. I 65’ di Cittadella, con la macchia di una marcatura eccessivamente tenera sul gol del pari di Iori, restano l’eccezione di una stagione trascorsa sempre in panchina, con piccoli scampoli concessi dal mister a gara in corso. Troppo poco per un giocatore ambizioso, per il quale il Bologna scucì oltre 5 milioni per strapparlo alla Sampdoria: “Sono deluso da come sta andando – confessa il centrocampista -, sto giocando poco e sono venuto qui con ben altri obiettivi. Ora resta un mese e mezzo per riscattarmi e dare una mano alla squadra.

Non crede ci siano difficoltà nell’adattamento tutt’altro che scontato quando un calciatore scende di categoria: “Le difficoltà da affrontare sono le medesime, ovvero l’ambientarsi, il conoscere il mister e i compagni. Semmai il problema è capire quale squadra scegli”. Insomma, al di là dei succitati problemi fisici, Rizzo ha giocato poco per scelta tecnica, ma scalpita per ritrovare la titolarità e far vedere le sue qualità migliori: “Sono una mezzala sinistra, ma nel 4-3-3 ho fatto anche l’esterno alto. Stiamo lavorando per avere più soluzioni, più moduli da cambiare. Poi spetterà al mister scegliere, ma poter cambiare anche in corsa, avere più soluzioni costituiscono un’arma in più. Migliorando la condizione posso far vedere la mia forza, il cambio di passo, la potenza fisica”.

Dimostrazioni che non possono prescindere dalla fiducia e dalla continuità: “Quanto sarò più bravo a farmi trovare pronto, tanto più potrò dare una mano alla squadra. Scendere in B non è mai stato un problema. Mi sono fatto due anni di C (con Pergocrema, Foligno e Pisa, ndr) e ho dimostrato di poter competere in B. Poi ho giocato un anno in serie B (col Modena) e ho dimostrato di potermi giocare le mie chance in serie A. Sono andato nella Sampdoria, squadra prestigiosa e anche lì ho dovuto dimostrare le mie qualità. Ma queste sfide me le sono cercate io. Non mi vergogno di essere sceso di categoria. Ho voglia di crearmi sfide, di sentire la fiducia dell’ambiente e far vedere il giocatore che sono”.

Intanto fra cinque giorni si torna in campo. I rossoneri faranno visita allo Spezia che, a differenza dei rossoneri, non si è mai fermato, neppure domenica scorsa, quando ha recuperato la gara con il Benevento (vincendola). Tutt’altra situazione rispetto a quella del Foggia, senza calcio giocato (quello che porta punti) da oltre venti giorni: “Ma in campo si elimina tutto. Anche a Cittadella siamo arrivati con un solo allenamento, eppure abbiamo fatto una grande partita. Dobbiamo essere abituati a tutto, sia ai periodi in cui si gioca ogni tre giorni, sia alle lunghe soste. Ma contano le motivazioni, sin dal riscaldamento”.

E il Foggia di motivazioni ne ha tante. Perché nella seconda metà del girone di andata c’è una zona rossa da abbandonare per poi provare ad agguantare le posizioni più prestigiose: “Dobbiamo tirarci fuori. Siamo ancora lì, nella zona bassa. Per questo più partite giochiamo, vincendole, meglio è. Veniamo da tre pari consecutivi, ma avremmo potuto anche fare più punti. Ma comunque abbiamo una grande rosa, e l’entusiasmo giusto per fare bene”.

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