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Il Foggia sbaglia, soffre e vince: allo ‘Zac’ Avellino battuto in rimonta

Finisce 2-1 la sfida con gli irpini. Rossoneri vanno sotto per il gol di Asencio, poi pareggiano con Nicastro. In chiusura di primo tempo Mazzeo fallisce un rigore, ma non sbaglia nella ripresa

Prima i tre punti poi tutto il resto. Non è tempo di fare i puntigliosi, né di storcere il muso per un finale rivedibile. Però vincere contava più di ogni altra cosa, per la classifica e il morale. Battere l’Avellino era di vitale importanza, il modo non importa. Certo, ancora una volta si sono registrati i soliti errori, di scarsa freddezza sotto porta e di attenzione in difesa, come in occasione del gol degli ospiti. La stessa difesa che però strenuamente ha tenuto duro nel quarto d’ora finale quando l’Avellino, ridotto in dieci dalla fine del primo tempo, ha tentato, al netto delle risicate risorse a disposizione, di strappare un insperato punto. Ma il Foggia ha vinto, per la seconda volta di fila. Non era mai accaduto in questo campionato. E non è un dato di scarsa rilevanza. 

Gli highlights di Foggia-Avellino

Il film fotografico di Foggia-Avellino

Le pagelle dei rossoneri

PRIMO TEMPO – Lo Zaccheria è vuoto, al netto dei mai troppo pochi ospiti della società assiepati in tribuna. Manca il meglio, ovvero l’orchestra e i cantanti, costretti a restare fuori dallo stadio. Eppure, a distanza, non fanno mancare la propria voce. La lontananza, però, si fa sentire. Perché il Foggia parte bloccato, meno intraprendente rispetto a quello vistosi con il Pescara. A prescindere dal risultato. A onor del vero, a intasare gli ingranaggi della manovra rossonera, ci si mette anche Novellino, che fa di necessità virtù, riempiendo la squadra di centrocampisti per sopperire alla moria di attaccanti. Il 4-5-1 rende il centrocampo come viale ofanto nell’ora di punta. E la lenta circolazione di palla dei rossoneri non aiuta. Non è un caso che la produzione offensiva migliori non appena i calciatori si liberano del pallone più velocemente. Greco e Agnelli sono quelli che cercano di pensare più verticale, mentre Deli, purtroppo, si accende a sprazzi. Sua l’azione che spacca in due la mediana dell’Avellino dopo pochi minuti, peccato che la conclusione sia troppo morbida, agevolando il salvataggio di Ngawa. Il resto lo fa Agnelli sparando la palla nella curva vuota. Due minuti dopo l’Avellino segna, sugli sviluppi di un calcio di punizione, e il Foggia rivede i fantasmi pescaresi. Ma, fortunatamente, è un’altra partita. Perché al netto di una manovra poco fluida, le occasioni per far male a Radu non mancano. I rossoneri avrebbero anche da recriminare per un fallo di mano in area apparso solare a tutti, meno che al direttore di gara e al primo assistente. Il gol però arriverà. Sull’asse Nicastro-Mazzeo: l’ex Perugia entra in area, scarta Migliorini e la passa a Mazzeo, che riesce a proteggerla dall’arrivo di Radu consentendo il tap in del compagno di squadra. Parità. E il Foggia prende coraggio. L’Avellino si impaurisce, d’altronde la strategia di Novellino era quella, senza grosse contromosse in cantiere. E chissà che partita sarebbe stata se Mazzeo non avesse spedito in curva il penalty procurato da Gerbo (perfettamente lanciato da Agnelli), con relativa espulòsione di D’Angelo. Uno a uno, e Foggia con un uomo in più.

SECONDO TEMPO – Stroppa attende un quarto d’ora per osare di più. Via un difensore, dentro Floriano, ritorno al passato: 4-3-3. Il gol arriva, sempre sulla corsia di destra, dove Agnelli pesca il perfetto inserimento di Gerbo, tracciante che supera anche la manona di Radu, stavolta Mazzeo non può sbagliare, sarebbe delittuoso. Novellino si affida a Moretti, dopo aver inserito Vajushi e Falasco, ma è lui stesso conscio di non poter fare di più. Stroppa risponde con Duhamel e Martinelli, tenendo le tre punte (con Floriano nella inconsueta veste di mezzala) e ritornando alla difesa a tre. Il francese si fa subito notare per la capacità di difendere palla con il fisico, e per una progressione notevole, che per poco non lo manda in gol. Una sgroppata esaltante, che fa il paio con la precedente traversa di Ciccio Deli a un quarto d’ora dalla fine. Nel finale la stanchezza e una comprensibile paura di fallire l’obiettivo prendono il sopravvento: l’Avellino ci prova, con scarsi mezzi e altrettanta convinzione. Stavolta a festeggiare sono i rossoneri. Finalmente lo Zaccheria – pur se vuoto – torna a essere teatro di una vittoria.  

Foggia-Avellino 2-1

FOGGIA (3-5-2) Guarna; Tonucci, Camporese (15’st Floriano), Loiacono; Gerbo, Agnelli, Greco, Deli (38’st Martinelli), Kragl; Nicastro (38’st Duhamel), Mazzeo. A disposizione: Tarolli, Figliomeni, Fedato, Beretta, Celli, Ramè, Scaglia, Calabresi, Noppert. All. Stroppa

AVELLINO (4-5-1) Radu; Ngawa, Migliorini, Morero, Marchizza (31’st Moretti); Laverone (9’st Vajushi), De Risio, Di Tacchio, D’Angelo, Molina (14’st Falasco); Asencio. A disposizione: Lezzerini, Pecorini, Kresic, Evangelista, Rizzato, Wilmots. All. Novellino

Arbitro: Di Martino di Teramo

Marcatori: 11’pt Asencio (A), 35’pt Nicastro (F), 24’st Mazzeo

Ammoniti: Tonucci (F), Camporese (P), Mazzeo (F), Ngawa (A)  

Espulsi: 43’pt D’Angelo (A) per interruzione di chiara occasione da gol

Note: 44’pt Mazzeo (F) tira alto un rigore

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