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Da acquisto "di ripiego" a bomber insostituibile: Fabio Mazzeo, il nuovo idolo dei tifosi rossoneri

A suon di gol ha conquistato i cuori di una platea inizialmente scettica e sta spingendo il Foggia verso il traguardo della B. Ma il pensiero è solo per la squadra: "E' tutto più facile se si gioca con gente forte"

Sui social l’ammirazione rasenta l’idolatria. È uno degli eroi del Foggia di Stroppa, e a suon di gol lo sta trascinando, passo dopo passo, domenica dopo domenica, verso un traguardo inseguito da 19 anni. Foggia e i Foggiani sono ormai pazzi di Fabio Mazzeo, eppure l’arrivo non era stato dei più esaltanti. Una piazza ancora delusa per aver perso in un colpo solo il bomber Pietro Iemmello prima, e in un infuocatissimo pomeriggio di metà agosto, il condottiero Roberto De Zerbi poi.

Dopo che tanti nomi più o meno appetibili si erano accavallati, è venuto fuori lui. Uno svincolato, dal Benevento, avversario dei rossoneri la scorsa stagione. E fu proprio lui a ‘purgare’ i satanelli su un contestatissimo rigore, nell’1-1 allo Zaccheria. Un ottimo attaccante, ma in là con gli anni, e che solo una volta è andato oltre i 15 gol, nel 2006. Un ripiego e nulla più. in molti mormoravano. .

La risposta, Mazzeo l’ha data sul campo, a suon di gol e di prestazioni sontuose. 18 reti in 24 presenze, il titolo temporaneo di capocannoniere, il record personale già battuto. Niente male per un ‘vecchietto’ che a luglio spegnerà 34 candeline. “Il più bello? Quello con la Paganese. Il più importante? Magari il prossimo (ride, ndr)”. Ma per Mazzeo, uomo squadra, i numeri personali contano relativamente: “È solo una cosa in più – ammette in sala stampa – perché il primato conta più di tutto. E poi è importante il contributo della squadra. Se si gioca con gente forte è più facile. I gol sono di tutti”.

Mazzeo “il boia”, o “Don Mazzeo” come l’immagine di Terence Hill photoshoppata che lo ritrae in sella alla bicicletta del celeberrimo prete detective, è l’uomo della svolta. I suoi 12 gol nel 2017 hanno contribuito alla sterzata decisiva. E dato ragione a chi lo ha scelto, come successore di Iemmello e prima ancora di Giglio, altri cecchini da doppia cifra: “Di Bari è bravo visto che ha azzeccato l’acquisto degli ultimi tre attaccanti, ma il merito è sempre di tutta la squadra”. Lo ribadisce più di una volta il concetto: la squadra prima di tutto. Ecco perché dice di non sentirsi un uomo immagine: “Va fatto un plauso ai miei compagni. Con giocatori così forti segnare è più facile. La mia stagione è stata grandiosa come quella di tutti. Sto facendo bene come media gol, ma anche la squadra come gioco e media punti sta migliorando. E possiamo ancora migliorare”.

La svolta nel 2017, o forse un po’ prima, in quel di Melfi, nel periodo in cui era fermo ai box: “Spiace non esserci stato. Tra l’altro non mi era mai capitato di restare fermo così a lungo. Ma Enzo (Sarno, ndr) ha dato tanto pur non giocando nel suo ruolo. Ha trascinato la squadra”. Prima però le cose non andavano proprio bene: “C’era bisogno di conoscersi. Proprio nei momenti di difficoltà abbiamo legato meglio tra noi e con l’allenatore. Ci siamo conosciuti e abbiamo trovato un modo concreto per portare a casa le partite”.

Manca poco al traguardo, e sabato si potrebbe già festeggiare se si incastrassero determinati risultati, ma Mazzeo mantiene inalterato il ‘low profile’: “Queste partite si devono preparare e affrontare con lo stesso atteggiamento di sempre. Poi a fine partita vedremo”. E sulla Reggina, che tutti auspicano sia la sua prossima vittima, dice: “Sarà una partita difficile. Verranno qui a coprirsi come hanno fatto tutte le atre squadre. Per questo sarà fondamentale sbloccarla subito, per aprirci gli spazi e fare il nostro gioco”.

E magari far impazzire una platea che non vede l’ora di festeggiare: “Il bello del calcio è quando la gente è felice. Ancora non abbiamo fatto nulla, ma per un calciatore vivere questa atmosfera è bellissimo”.

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