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Brescia-Foggia 2-1: le pagelle dei rossoneri

Loiacono protagonista in negativo. Il risveglio di Galano, la crescita di Deli. Iemmello non entra in partita, Leali bravo ma sfortunato

In tempi di maggiore quiete si parlerebbe di una sconfitta onorevole, immeritata, senza dubbio poco dolorosa. Invece le contingenze obbligano a cercare la vittoria sempre e comunque, indipendentemente dalla forza dell’avversario, senza considerare se davanti ci sia un avversario dalla forza erculea o un tipo smilzo e innocuo.

Il Brescia apparteneva senza dubbio alla prima categoria, ma il Foggia gli ha tenuto testa capitolando per degli episodi sfavorevoli nei quali il direttore di gara non è apparso un campione di imparzialità. Ma tant’è. Vietato sarebbe farsi avvolgere dallo sconforto. Il tempo dà ancora delle chance, l’importante è sfruttarle a dovere.

E quindi ripartire dalla aggressività dei primi minuti, dalla fame e voglia di tenere stretta a sé la categoria. Le prossime tre gare – contro altrettante avversarie dirette – diranno molto sul futuro del Foggia. Servirebbero almeno 7 punti, possibilmente di più, certamente non di meno. Se l’atteggiamento di Brescia divenisse una costante e non solo una fugace apparizione, allora ci sarebbero ancora i presupposti per sperare. Dipende dai giocatori. Come ha detto Grassadonia: “Ora tocca a loro”.

Le pagelle dei rossoneri

BRESCIA (4-3-1-2) Alfonso 6; Sabelli 6 Cistana 6 Romagnoli 6,5 Martella 7; Ndoj 5,5 (34’st Gastaldello 6) Viviani 5,5 Bisoli 6,5; Spalek 5 (15’st Dall’Oglio 6); Donnarumma 6,5 Torregrossa 7 (32’st Rodriguez 6). A disposizione: Andrenacci, Lancini, Cortesi, Semprini, Tremolada. All. Corini 6,5

FOGGIA (3-5-1-1) Leali 6,5; Loiacono 5 Billong 5,5 Ranieri 6; Zambelli 6 (33’st Cicerelli s.v.) Gerbo 6 Greco 6 Deli 6,5 (34’st Chiaretti s.v.) Kragl 6; Galano 6,5 (22’st Iemmello 5); Mazzeo 6,5. A disposizione: Noppert, Agnelli, Martinelli, Boldor, Matarese. All. Grassadonia 6

Arbitro: Minelli di Varese 5

Leali 6,5 – Sta diventando un refrain: per segnargli serve l’episodio, che sia un autogol, una punizione o un rigore, che stavolta è pure riuscito a respingere. Peccato che il pallone sia rimasto nei paraggi di Donnarumma. Il fattore c. ha sposato la causa bresciana.

Loiacono 5 – Dalla gloria al dramma (calcistico, si intende) il passo è breve. Sul suo destro sporco si consuma il quasi raddoppio rossonero. Subito dopo il Brescia pareggia. Suo malgrado è sfortunato protagonista in occasione del rigore. Il fallo è dubbio, ma la marcatura su Torregrossa è da mostrare a Coverciano, a proposito delle cose che un difensore non dovrebbe mai fare. Il problema è che di errori del genere quest’anno ne ha accumulati così tanti da sconfinare nell’overdose.

Billong 5,5 – Non è stato bene e infatti la brillantezza non c’è, non solo nella pulizia degli interventi, ma anche nella lucidità di certe scelte. Come quando pensa di disimpegnare verso l’interno dell’area, generando una super occasione per gli ospiti.

Ranieri 6 – In avvio si immola per murare una conclusione di Torregrossa. Determinante e cazzuto oltremodo. Guasta la prestazione con una chiusura avventata e fuori tempo che consente a Donnarumma di imbeccare Torregrossa nell’azione del rigore. Poi offre a Iemmello la palla del pareggio, non sfruttata.

Zambelli 6 – I tifosi del Brescia non lo hanno dimenticato. Cori e uno striscione per lui, che offre la solita gara di garra e sostanza (33’st Cicerelli s.v.).

Gerbo 6 – Nel primo tempo il lavoro delle due mezzali è un fattore determinante. Con Zambelli combina bene e argina le incursioni di Martella e Ndoj. Ci prova da fuori, come sempre più spesso accade, non si ripete la prodezza dell’andata.

Greco 6 – Taglia e cuce con lucidità e pulizia. E non è un caso se nel primo tempo il Foggia chiude e riparte alla grande. Cala alla distanza, ma resta imprescindibile per la squadra.

Deli 6,5 – Rispetto a Gerbo ha più libertà di scollinare e sfruculiare la retroguardia avversaria. Che infatti lo soffre e fatica a leggerne i movimenti. Gli manca solo il guizzo finale, che renderebbe la sua partita stellare. Tuttavia, quella di Brescia resta la miglior versione stagionale lontano dallo Zaccheria (34’st Chiaretti s.v.).

Kragl 6 – In qualche modo riesce sempre a mettere lo zampino nelle azioni che contano. È infatti lui a ispirare Mazzeo in occasione del gol. La condizione fisica, tuttavia, è precaria. E ne pregiudica l’esplosività di cui la squadra avrebbe bisogno. 

Galano 6,5 – Prima palla toccata, gol. La redenzione che ci si aspettava. Non tocca tantissimi palloni, ma per una volta, dopo tanto tempo, dà l’idea di essere nel vivo del gioco, non un corpo estraneo. Che sia un punto di partenza, non un’eccezione (22’st Iemmello 5 – Per lui vale il discorso fatto per Galano, ma con una lettura opposta. Dà l’idea di essere da tutt’altra parte. Emblematico un tentativo piuttosto approssimativo di addomesticare un pallone, che l’avversario gli sottrae con una facilità disarmante. Ha sulla testa la palla del pari, la “sbuccia”. Con un Mazzeo in palla e un Galano (si spera) in crescita, servirebbe anche uno Iemmello sul pezzo).

Mazzeo 6,5 – Kragl lo invita, lui recepisce e rifinisce per Galano. L’intelligenza calcistica è un marchio di fabbrica che neppure il lungo periodo di appannamento psico-fisico-atletico ha scalfito. Difficile rinunciarci.

All. Grassadonia 6 – Volgere lo sguardo indietro a Orfeo costò l’amore di Euridice. Al Foggia produrrebbe solo bruciori di stomaco e rimorsi inconsolabili. Per questo, rammaricarsi per non aver visto questo Foggia più spesso nei mesi passati è del tutto inutile. Meglio pensare al futuro. C’è ancora vita, c’è ancora speranza.

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