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Mazzeo sbaglia, Di Piazza no. Il Foggia espugna Agrigento nel finale

Una rete dell'ex risolve la contesa all'Esseneto. Rossoneri padroni del campo, ma raramente pericolosi anche a causa del terreno di gioco. Succede tutto nei minuti finali, Mazzeo prima sbaglia il rigore poi ispira la rete del compagno

Fabio Mazzeo e Matteo Di Piazza. Oltre alla maglia squadra in cui militano condividono un legame speciale con l’Akragas. Foriero di cattivi pensieri per il capocannoniere rossonero, più dolce per l’ex Vicenza. Il Foggia fa sua la trasferta all’Esseneto al termine di una prova non esaltante, ma d’altronde bisognava portare a casa i tre punti, a prescindere dalla qualità della prestazione. Lo ha detto Stroppa, ed è avvenuto. E i protagonisti sono stati proprio loro, Mazzeo e Di Piazza. Il primo che sbaglia il rigore del possibile vantaggio al 36’, il secondo in stagione, dopo il palo colpito proprio contro l’Akragas nella gara di andata; il secondo con il gol vittoria realizzato a 2’ dalla fine, correggendo in rete il pallone stampatosi sulla traversa dopo una splendida giocata del compagno di reparto. Di Piazza che castiga la sua ex squadra, nella quale ha fin qui disputato la sua migliore stagione, e che oggi gli regala una gioia speciale, forse anche più di quella che la doppietta con la Virtus gli procurò. E poi c’è la classifica: il Foggia resta sulla scia del Lecce, vittorioso al ‘Via del Mare’ con la Vibonese, anch’esso con un gol nei minuti finali. Una corsa che, in attesa di capire cosa farà la Juve Stabia, sembra aver perso anche il Matera, sconfitto di nuovo con il Siracusa, a -7 dai rossoneri e -9 dalla vetta.

PRIMO TEMPO – Cambiano gli avversari, non le scelte iniziali. Stroppa si affida all’undici vittorioso con il Matera, che Di Napoli fronteggia con un abbottonatissimo 3-5-2. Nessuna soluzione tatticamente illuminata, da parte del tecnico siciliano, ma una scolastica applicazione difensiva, distanze tra le linee quasi azzerate, e i poveri Klaric e Longo poco al di là della propria metà campo ad attendere i pochi rilanci dei compagni. Insomma, un atteggiamento dallo scarso spessore tecnico-tattico che, tuttavia, basta e avanza per mantenere la porta immacolata. Il Foggia comanda, domina a tratti, ma lo fa a ritmi tutt’altro che sostenuti. Il fraseggio è lento, così come occasionale è il movimento senza palla delle punte e delle mezzali. Eppure la sensazione è che basterebbe poco per far breccia nella pur generosa retroguardia siciliana. Sarno è ispirato, e in almeno un paio di occasioni testa la tenuta del suo mancino. E quando può mette un po’ di disordine nella sua zona, ottenendo di sovente anche il frequente sostegno sulla corsia di Gerbo. Eppure manca il guizzo finale. Mazzeo e Di Piazza si cercano, si muovono, ma quagliano poco. E il butterato terreno di gioco dell’Esseneto non è d’aiuto. Ma sono alibi troppo deboli per giustificare la pochezza offensiva dei rossoneri. E alla fine della fiera, se Guarna si fa vedere solo per un paio di rilanci con i piedi, anche i guanti di Addario risulteranno pressoché intatti.

SECONDO TEMPO – Nessun cambio in avvio. Stroppa immagina che a dover cambiare in primis sia forse l’atteggiamento dei suoi. E infatti i ritmi della manovra rossonera danno l’impressione di alzarsi un pochetto, ma non a sufficienza. Il tempo oltre a ridurre le chance per il Foggia, appesantisce i muscoli dei giocatori e ne ottenebra le idee. Ecco perché l’Akragas vede improvvisamente aprirsi degli spazi invitanti, che con un pizzico di cinismo in più, avrebbero potuto anche portare a situazioni interessanti. Stroppa richiama Sarno, affidandosi alla freschezza di Chiricò. Cambio che ha un senso, perché l’imprevedibilità del brindisino, e la capacità di saltare l’uomo, qualche problema a quelli dell’Akragas lo creano. Ed è proprio da un’iniziativa del numero 7 rossonero, che si origina la prima occasionissima per il Foggia. Tiro sporcato, pallone che viene raccolto da Gerbo il quale viene agganciato da Russo. Rigore. Mazzeo va dal dischetto e sbaglia il suo secondo penalty stagionale, dopo l'errore sempre con i siciliani nella gara di andata allo Zaccheria. È il 36’, e i diversi precedenti sono quasi un’autorizzazione al rammarico. Anche perché, contestualmente, a Lecce la squadra di Padalino trova il gol vittoria con la Vibonese. Da una potenziale parità di punti, si passa a un pesante -4 in classifica. La sorte però dà una seconda chance all’attaccante ex Benevento, che con una giocata superba colpisce la traversa, agevolando il tap in di Di Piazza, che castiga la sua ex squadra in una prestazione fin a quel punto piuttosto evanescente. Gol pesante quanto un macigno, che tiene il Foggia allacciato ai cugini leccesi. E con il Matera travolto in casa con il Siracusa, forse la lotta al vertice si circoscrive alle due squadre pugliesi.  

AKRAGAS (3-5-2) Addario; Mileto, Riggio, Russo; Coppola (44’st Leveque), Palmiero (16’st Cochis), Bramati, Pezzella, Sepe; Klaric (37’st Cocuzza), Longo. A disposizione: Amella, Caternicchia, Privitera, Petrucci, Tardo, Thiago, Rotulo, Sarcuto. All. Di Napoli

FOGGIA (4-3-3) Guarna; Gerbo (45’st Rubin), Martinelli, Coletti, Loiacono; Vacca, Agazzi, Deli (33’st Sainz Maza); Sarno (16’st Chiricò), Mazzeo, Di Piazza. A disposizione: Tucci, Figliomeni, Agnelli, Sicurella, Dinielli, Pompilio, Sanchez, Martino, Pertosa. All. Stroppa

Arbitro: Valente di Salerno

Marcatori: 43’st Di Piazza (F)

Ammoniti: Sepe (A), Di Piazza (F)

Note: 36’st Addario (A) para un rigore a Mazzeo (F)

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