Falò dell'Immacolata, in via Imperiale la foto del 'Day After': "E chi pulisce?"
Come a tutti ben noto, essendosene più volte occupate queste pagine, il falò di via Imperiale ha avuto una storia controversa, che così riassumeremo: 3 giorni prima dell'8 dicembre, il Comune - sollecitato dai residenti della zona - interviene con una ditta "esterna" (perché non con l'Amiu?), con lavori affidati in "somma urgenza" (costo?), e rimuove le masserizie ivi accatastate, pronte per essere bruciate.
Nessuna opera di "persuasione ambientale" viene svolta nei confronti dei ragazzi, costruttori della pira, tanto è vero che si innesca un meccanismo mentale in loro che li porta, in due notti di febbrile lavoro, a riaccatastare materiali. Quindi la partita, viene vinta, quasi a tavolino, dagli indomiti e perseveranti ragazzi, complice anche la non adozione, da parte del Comune, di alcuna minima vigilanza, pur dinanzi al chiaro, ben visibile e prevedibile epilogo.
E qui, il rispetto per le Istituzioni, se ne è letteralmente "andato a dama". L'8 dicembre il fuoco si impossessa così dei vari materiali accumulati, lasciando in terra solo residui di combustione, pezzi di ferramenta e chiodi, vetri e quant'altro. Proviamo allora a trarre delle conseguenze logiche da questa esperienza, da utilizzare negli anni futuri, prescindendo sin dall'inizio io dall'essere favorevole o contrario a questa manifestazione "pagana".
Perché invece non spiegare ai fuochisti, prima, ciò che si può e ciò che non si può bruciare e, soprattutto, spiegare che dopo lo spettacolo si raccolgono i residui, per restituire alla pubblica fruibilità i giardini? Il tutto vigilato. Questo, ovviamente, per i fautori del fuoco a tutti i costi. Perché, se proprio si doveva, non mandare l'Amiu, a "cenere spenta , a rimuovere i pericolosi residui, ben visibili nella foto, scattata solo ieri? Una volta si diceva "chi rompe paga, ed i cocci sono i suo": vale anche per i bracieri?