Rubano le bici dei figli nel parcheggio di una scuola. Madre si sfoga: "Foggia ha perso ancora"
Gentilissima redazione, sono mamma di due ragazzi adolescenti di 13 e 15 anni, frequentanti rispettivamente il primo e il terzo del liceo scientifico, sensibile anche per ruoli professionali ricoperti, alle tematiche dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.
Vivo a Foggia, città del meridione nella bellissima Puglia, che per caratteristiche pedoclimatiche (pianeggiante, soleggiata, poco piovosa) ben si presterebbe all’uso della bicicletta quale mezzo di trasporto per gli spostamenti in città. Uso il condizionale perché purtroppo le condizioni delle strade (dissestate e piene di buche) non ne invogliano certo l’uso!
Ma io sono una cittadina tenace e, sfruttando anche la mia poca disponibilità di tempo, ho incentivato i miei figli, studiosi e sportivi (sono entrambi giocatori di basket) all’uso della bicicletta per svolgere in autonomia le loro attività. E loro, dopo tanto mio insistere, alla fine si sono innamorati di un mezzo che rispetta l’ambiente, favorisce l’attività motoria, e li rende indipendenti. Così, soprattutto durante la bella stagione, usano regalmente la bicicletta per andare al parco, recarsi in palestra, e vivere la loro adolescenza.
Ovviamente la città è quello che è (le cronache ogni giorno purtroppo raccontano di atti di delinquenza, furti e raggiri) e loro, dopo aver subito il primo furto di entrambe le biciclette custodite dentro il garage di casa, sono ben attenti ad assicurare il loro “strumento di indipendenza” con un ben pesante cavo di acciaio dotato di lucchetto.
Comincia il nuovo anno scolastico, rinnovo dell’abbonamento annuale all’autobus, ma io insisto: “Ragazzi, finché il tempo regge, usate pure le biciclette!”. Cosi loro, piccoli uomini che aggrediscono con ottimismo la vita e il loro futuro, di buona mattina, zaino in spalla, pedalano verso la scuola, che quest’anno è davvero alla periferia della città (frequentano entrambi il liceo scientifico Alessandro Volta e per quest’anno sono dislocati presso la sede distaccata, ospiti dell’Istituto I.T.E. Blaise Pascal di via Napoli). E appena dopo la prima settimana di scuola coinvolgono anche altri compagni!
Sembra un idillio, nuove generazioni che concretamente si adoperano per la tutela del loro pianeta e del loro futuro. E io mi sento mamma orgogliosa! (sono sicura che anche Greta Thunberg sarebbe fiera di loro!). Fino ad oggi alle 13:45, quando ricevo dai miei figli la telefonata che mi ripiomba nell’incubo della città in cui vivo!
Le biciclette, regolarmente parcheggiate nel giardino della scuola, nella apposita griglia e ben legate, sono state rubate!!! Rubate…… nel giardino della scuola, durante le ore di scuola!!!
Lascio il lavoro e mi precipito a scuola e………..osservo. La griglia per parcheggiare le biciclette è sì nel giardino che è grande e anche ben curato, ma a ridosso del cancello perimetrale e accanto all’enorme ingresso che resta sempre aperto durante tutta la mattinata (ma i ragazzi non entrano tutti alle 8,30 e escono alle 13,30? c’è necessita di tenere aperto quell’enorme cancello sempre?).
Nessuna possibilità di ancorare il lucchetto d’acciaio ad un posto fisso che sia il cancello perimetrale o un apposito palo (quindi la bicicletta può essere sono legata a sé stessa o al limite lasciando passare il cavo di acciaio tra le ruota anteriore e la sottostante griglia), non vedo nessuna telecamera direzionata (eppure siamo accanto all’ingresso)!
Entro. Ovviamente sono le 14.15, ormai nella scuola solo gli addetti alle pulizie che rispondono: “Sono andati tutti via, ma signora cosa vi aspettate, viviamo a Foggia!” Ma io dico “No, Foggia è questo e sarà questo finché nessuno fa nulla per renderla diversa e ognuno di noi può fare qualcosa!"
Io i miei figli li ho educati! Erano a scuola questa mattina, nel luogo dove insegnano il senso civico, la tutela, la sicurezza, e la scuola non è in grado di garantire neppure che possano stare a tranquilli nei banchi senza pensare che fuori nel giardino qualcuno sta rubando loro le biciclette?” Ma dove viviamo? É cosi difficile pensare che così gestito quel parcheggio non fosse sicuro? Davvero qualcuno poteva credere che bastava posizionare una griglia lì davanti all’ingresso per sentirsi sostenitori e promotori di azioni di mobilità sostenibile? Davvero pensiamo di educare così i nostri ragazzi? Prendendoli in giro?
Forse un luogo più protetto (sicuramente meno prossimo al cancello), una telecamera direzionata e degli strumenti di ancoraggio avrebbero evitato questa terribile esperienza, che agli occhi di due ragazzi di 13 e 15 anni non è percepita solo come un danno economico o come la constatazione del livello di criminalità della città in cui vivono, ma anche, e soprattutto, come un segnale della superficialità e svogliatezza delle istituzioni, che insegnano e raccontano, ma a fatti non riescono a mettere in atto neppure le azioni più elementari per contrastare, o perlomeno scoraggiare, la messa in atto di comportamenti delinquenziali.
I miei figli erano a scuola, ci erano andati pedalando e sorridendo ad un mondo che avrebbero voluto migliore; io come mamma ho vinto, ma loro città e la loro scuola, mi dispiace dirlo, hanno perso! Volete un consiglio? Imparate dai ragazzi, perché loro ci insegnano che basta l’intelligenza e piccoli comportamenti consapevoli per migliorare il presente di tutti e soprattutto un futuro che la nostra generazione ha purtroppo incautamente distrutto!