"Proteggetevi". Angela, infermiera di Foggia a Milano: "Ho avuto paura quando ho varcato la porta del reparto Covid"
Ciao FoggiaToday, sono un'infermiera di Foggia ma vivo a Milano da più di un anno. Siccome ieri è stata la giornata internazionale dell'infermiere, ho pensato di raccontare la mia esperienza in questi mesi di emergenza sanitaria, in cui ho visto e sentito tanto, ho provato emozioni che non avevo mai provato prima, ma soprattutto ho avuto paura, paura di contagiarmi e di poter contagiare l'unica persona che ogni giorno mi aspetta a casa.
Ricordo ancora quando ho varcato la porta del mio reparto Covid. Ricordo il timore che avevo di contrarre il virus. Ogni giorno ci proteggiamo per non contagiarci. Con il passare delle ore aumenta la temperatura all'interno delle tute, le gambe iniziano a sudare, e la testa inizia a scoppiare a causa delle visiere. Eppure loro, i dpi, sono i nostri unici amici in questa battaglia.
Poi ci sono i soldati, i pazienti affetti da covid. Mi è capitato spesso perdermi nei loro occhi pieni di paura e di speranza. Ho visto tanto in questi mesi e mi sono accorta di quanto sia estremamente bello il mio lavoro. E anche appagante, perché non c'è cosa più gratificante di quanto un paziente ti ringrazia. I soldati sono stati tanti ma non tutti purtroppo sono diventati eroi. Hanno però trovato, tutti, la forza di combattere, di andare avanti. Non hanno mai smesso di sperare.
Permettetemi di aggiungere un'altra cosa. Ho lasciato la mia terra a 18 anni. A tutti i miei concittadini e conterranei dico di pensarci più di una volta prima di uscire.
Ringraziate e abbiate più rispetto anche per chi ha deciso di non scendere giù per proteggere voi e i vostri cari, chi come me non vede la propria famiglia dal mese di agosto. A 23 anni non è facile pensare a loro ogni giorno e non poterli vedere.
Un domani ringrazierete anche chi in questo preciso momento si sta sottoponendo a sperimentazioni cliniche per voi, a chi lavora nel campo della ricerca, a chi lavora incessantemente per permettervi ben presto di avere un vaccino e di uscire senza avere sensi di colpa e soprattutto senza paura.