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Sabato, 20 Aprile 2024

"La sepsi uccide più di un infarto". Ma pochi sanno cos'è: come prevenire (e difendersi)

Casa Sollievo della Sofferenza aderisce alla Giornata mondiale di lotta alla sepsi, allestendo due info point - in Ospedale e al Poliambulatorio - per informare pazienti, avventori e operatori sanitari sui rischi della sepsi e sulle buone pratiche per prevenirla | VIDEO

Causa più morti di un infarto del miocardio, eppure sono in pochi a conoscere la sepsi (meglio nota come setticemia), una sindrome che si presenta quando il sistema immunitario, per combattere un’infezione, perde il controllo ed inizia a danneggiare organi e tessuti.

Per questo, presso l'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo sono stati allestiti due info point - rispettivamente in Ospedale e al Poliambulatorio - per informare pazienti e operatori sanitari sui rischi della sepsi e sulle buone pratiche per prevenirla. In questo modo l’ospedale voluto da San Pio ha aderito alle iniziative della Giornata mondiale di lotta alla sepsi, grazie alla collaborazione tra Direzione Sanitaria, Unità di Anestesia e Rianimazione I, Commissione per il CIO - Controllo delle Infezioni Ospedaliere e studenti del corso di Laurea in Infermieristica.

“La sepsi è una patologia infettiva importante, di cui si registra un aumento negli ultimi anni”, spiega il dott. Michele Corritore, responsabile del reparto Malattie Infettive di Casa Sollievo. “Essa può scaturire da infezioni concomitanti o precedenti una polmonite, meningite, patologie dell’apparato urinario o odontoiatrico (anche un banale ascesso). I sintomi più evidenti sono la febbre, spossatezza generale, abbassamento della pressione arteriosa e una contrazione della diuresi, segni che, se non adeguatamente trattati, possono provocare complicanze tali da portare anche al decesso”.

Come prevenire? “Innanzitutto con un corretto lavaggio delle mani”, spiega la dottoressa Maria Angela Mendola, del reparto di Anestesia e Rianimazione I. “Ovvero fatto in modo accurato: strofinandosi prima il palmo delle mani e procedendo avendo particolare attenzione nelle pieghe cutanee. Una pratica da ripetere in ogni circostanza in cui tocchiamo alimenti, persone o oggetti (prendiamo il mezzo pubblico, usiamo un telefono). Ancor di più incontrando un malato o venendo in ospedale”. 

Se nell’80% dei casi la malattia si contrae nelle pratiche di vita quotidiana, il restante 20% è conseguenza di infezioni ospedaliere. “La sepsi si previene anche in ospedale facendo buona prevenzione delle infezioni ospedaliere, quelle correlate all’assistenza", argomenta Giovanni Merla, infermiere coordinatore del Comitato Infezioni Ospedaliere. "Nel nostro ospedale c’è una Commissione per il controllo delle infezioni, con un gruppo operativo multidisciplinare che ha principalmente il compito di fare prevenzione del rischio infettivo attraverso l'elaborazione di specifiche procedure, formazione, controllo e promozione delle buone pratiche assistenziali” | VIDEO

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