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Il poliambulatorio dei Riuniti diventa centro post-acuzie. Il Policlinico ha retto al Covid "ma siamo sempre sul chi va là"

Cauto il direttore generale Dattoli: "Situazione sotto controllo". Allestita un'area grigia per la permanenza dei casi dubbi e asintomatici. La vera impresa del Policlinico è stata garantire i livelli essenziali di assistenza ai Covid

"Allo stato attuale viaggiamo su una tripartizione di 100 ricoverati, 30 guariti e 30 in post acuzie, però siamo sempre sul chi va là perché è una situazione che dipende anche dai meccanismi di contagio. I tamponi vengono effettuati a raffica una volta ravvisate situazioni di pericolo di contagio. Possiamo dire che la frase 'è sotto controllo' ce la possiamo concedere, almeno quella". Si attesta su questi numeri, stabile, il Policlinico di Foggia, ma il direttore generale Vitangelo Dattoli è cauto. Potrebbero esserci oscillazioni, peggioramenti come miglioramenti, non lo si può certo prevedere. Il personale è molto motivato, seppure accusi qualche fisiologico segno di stanchezza. Ai primi negativizzati la commozione è stata tanta, poi "per fortuna si fa l'abitudine anche alle cose positive".

Con la determinazione che lo contraddistingue, il dg può affermare di non nutrire speranze, ma certezze. Quella di farcela sicuramente. È la grande impresa della sanità e del Policlinico Riuniti, senza precedenti. "Stanno per partire nuovi dispositivi: nella settimana dopo Pasqua sarà attivo il terzo grande centro di post acuzie nell'attuale poliambulatorio del Riuniti e un'altra unità operativa di Malattie Infettive. In questi giorni sarà operativo anche l'ultimo modulo di Rianimazione. Già due moduli di post acuzie funzionano regolarmente al D'Avanzo, per un totale di 35 posti e 30 ricoverati. Per Pasqua, un po' prima un po' dopo, completiamo tutto lo sforzo organizzativo, non soltanto sotto il profilo logistico ma anche tecnologico, in termini di risorse umane e dispositivi di presidio, tutto ciò che comporta l'allestimento".

Alcuni episodi hanno contribuito a ricalibrare i protocolli, in un work in progress, per ridurre al minimo il margine di rischio. "Qualche evenienza ci ha fatto ulteriormente riflettere sul fatto che bisogna ormai aumentare la soglia di guardia sui casi misconosciuti. Tanto che abbiamo creato altri dispositivi di sicurezza, un'area grigia in grado di risolvere i problemi di permanenza dei casi dubbi. Ci sono capitati alcuni casi che si presentavano asintomatici, in base alla nostra organizzazione e al sistema di controllo li abbiamo sterilizzati in tempo ma il rischio c'è sempre. In particolare, di un episodio di pronto soccorso che si è presentato attraverso un percorso, tutto si poteva pensare tranne che fosse Covid e ci ha creato qualche problema per fortuna contenuto. Per fortuna, i casi di contagio professionale sono stati molto molto bassi, quasi zero. Solidarizziamo per un paio di episodi, in qualche modo fisiologici. Sono spunti che determinano ulteriori processi organizzativi, ulteriori esperienze organizzative".

La vita continua nel Policlinico Riuniti e non aspetta. Oggi, in piena epoca Covid, c'è stato un parto trigemellare. E ogni vagito è una speranza. La vera rivoluzione, però, è riuscire garantire tutte le prestazioni anche ai pazienti Covid. "È uno sforzo notevole. Sono garantite tutte le attività fisiologiche, interventi chirurgici, endoscopia, dialisi. Hanno partorito anche le pazienti Covid - racconta Dattoli - Il fatto di essere riusciti a organizzarsi in condizioni di sicurezza e garantire i Lea, i livelli essenziali di assistenza, anche per i pazienti Covid in un grande ospedale che si occupa ovviamente soprattutto di non Covid è un segno di gioia".

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