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Politica San Michele / Corso Giuseppe Garibaldi, 58

Verifica Politica: Pd, UdCap e Psi non mollano. Sel: “Palazzo bloccato”

I partiti non riescono a mettersi d'accordo. Compatti Pd, UdCap e Psi. Del Carmine: "Così non si va da nessuna parte". Clemente propone Marcello Corvino alla Cultura, ma scalpita Peppino D'Urso

Proprio non riesce a sbloccarsi la verifica politica a Palazzo di Città. Neanche ora che dell’azienda comunale Amica si conoscono le sorti (quantomeno il percorso, obbligato, da seguire) e che lo spettro default per il Comune si è allontanato. Proprio non ce la fanno i partiti a mettersi d’accordo. Avrebbero dovuto esser sufficienti 15 giorni. Son passati due mesi, quasi. Le consultazioni con le forze politiche sono finite da un pezzo. Il sindaco Mongelli resta col cerino in mano. E la promessa “fase due“? Quella di rilancio? Quella che dovrà fare rima con sviluppo e correre parallelamente all’azione di risanamento?

La verità è che lì è già stato deciso tutto tra ‘grandi. I partiti minori possono mettersi l’anima in pace.“Cosa si è deciso? Che non cambierà niente. Pd, Unione di Capitanata e Socialisti non hanno alcuna intenzione di favorirlo, il ricambio. Né di cedere spazio sulle postazioni di sottogoverno. Anche se si son dovuti arrendere di fronte ad Amica: lì arriva il commissario, non si discute”. Il messaggio è, in particolare, ai Socialisti. La voce arriva direttamente da Corso Garibaldi e preferisce non essere citata, benché non sia un mistero che i partiti più grandi siano al lavoro da tempo per mantenere invariato lo status quo nell‘esecutivo cittadino. “I nostri assessori hanno lavorato bene” si sono sempre affrettate a ribadire le segreterie politiche dei tre maggiori azionisti della coalizione Mongelli (Pd, UdCap e Psi, appunto), che nei giorni scorsi si sarebbero anche incontrate “informalmente” per concordare la linea - dura e ferma - da tenere col sindaco.

E facendo andare su tutte le furie le forze minori. “Si, ho sentito anch’io che probabilmente si andrà verso quella direzione” si sfoga Pierluigi Del Carmine, segretario cittadino Sel.Ma voglio ricordare che una verifica siffatta noi non la riterremo verifica. Questa amministrazione ha bisogno di rinnovarsi per rilanciarsi. Ed invece il palazzo è bloccato, incagliato in una pericolosa rete di veti incrociati e difesa di posizioni acquisite che lo paralizzano“. Peraltro è già scattata la “corsa” alla carica di vicesindaco, lasciata vacante da Lambresa, ed alle sue deleghe. Così come continua il corteggiamento dei centristi e dei socialisti all’indirizzo dei consiglieri Laccetti e Leone, ex della pasionaria. “Così non si va da nessuna parte” continua Del Carmine, che torna a paventare l’uscita dalla maggioranza, per un appoggio esterno, da valutare volta per volta. E avverte: “Occhio alle quote rosa. Perché sia chiaro: noi non perderemo tempo, un attimo dopo la chiusura della verifica, ad inviare una segnalazione alla Commissione regionale Pari Opportunità”.

Fanno spallucce i ’grandi’. “La Sel non esisteva neanche in consiglio al momento del nostro insediamento” replica piccato il capogruppo Udcap, Alfredo Grassi,e di certo non ha brillato per coerenza in questi due anni, quindi nessuna lezione”. Mentre il Pd è troppo concentrato sulla guerra intestina sferrata da AreaModem che con Sergio Clemente è tornata a scaldare i motori rivendicando, il consigliere, un posto in giunta e lanciando l’ennesima provocazione: il produttore cinematografico Marcello Corvino (di origini foggiane ma,ormai, bolognese d’adozione) all’assessorato alla Cultura. Una parola chiara, com’è evidente, la dirà solo il sindaco.

Una cosa è certa: vuoi le difficoltà di bilancio, vuoi probabilmente una maggioranza sempre più divisa e tormentata, il primo cittadino appare all’esterno sempre più solo. E agirebbe sempre più in solitudine, scatenando le reazioni piccate di segretari e capigruppo che in più di un’occasione lo hanno invitando a “scrollarsi” di dosso la gravosa delega al Bilancio. Niente di più lontano dalla volontà di Mongelli. Al quale, in ogni caso, l’idea del rimpasto o dell’azzeramento della giunta non è mai piaciuta.

Ci saranno un paio di sostituzioni, probabilmente: il già più volte citato Peppino D’Urso alla Cultura e forse una donna. Ma la domanda, a questo punto, è d’obbligo: due nomine valgono due mesi di attesa?

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