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Assenteismo in Ataf, Cislaghi tira fuori i dati: “Numeri intollerabili per un’azienda pubblica”

L'esponente di Alternativa Libera fa riferimento ai dati Ataf del 2015 in cui si parla di 19,3 giorni di assenza pro capite: "Insieme alle carenze strutturali contribuiscono alla percezione di un servizio pubblico insoddisfacente"

Non si arrestano le polemiche sui lavoratori Ataf e, nello specifico, prosegue il botta e risposta tra sindacati e l’esponente di Alternativa Libera Giorgio Cislaghi.

Dopo la prima nota in cui Cislaghi etichettò l’Ataf come “Azienda con tassi di assenteismo intollerabili che eroga un servizio deficitario con parco macchine obsoleto”, è giunta la replica piccata dei sindacati, che ha accusato l’ex sindacalista di fare riferimento a fonti e dati inesatti attraverso i quali “denigra arbitrariamente i lavoratori Ataf, facendo ricadere su di loro colpe di costi della gestione”, che avrebbero causato la decisione da parte del comune di far pagare anche i disabili”.

Non si è fatta attendere la contro risposta dell’esponente di Alternativa Libera: “Ai sindacalisti della FILT-CGIL sarebbe utile capire cosa vuol dire ‘tassi di assenteismo intollerabili’ con un servizio pubblico efficiente, economicamente sostenibile e, trattandosi di trasporti pubblici, integrato in un piano per le mobilità sostenibile. Ai compagni della FILT-CGIL voglio ricordare che “la proprietà” di ATAF è pubblica, l’azienda è dei cittadini foggiani che pagano di tasca loro per tenerla in vita. Pagano con i soldi trasferiti dal Comune di Foggia, pagano con il biglietto, pagano con la sosta tariffata e l’utile che dovrebbe essere loro restituito è solo un servizio di trasporto efficiente cosa che, purtroppo, non è”.

Cislaghi insiste sull’espressione incriminata, quella relativa al tasso di assenteismo: “Probabilmente avete confuso in termine “intollerabile” con “ingiustificato”, mi spiace per voi ma da ex sindacalista (ero nell’esecutivo del Consiglio di Fabbrica della Richard Ginori di Lambrate a inizio anni ’80, eletto non per appartenenza a un sindacato ma perché considerato degno di fiducia dai lavoratori –ricordate cos’è stata la stagione dei Consigli di Fabbrica?) conosco bene la differenza tra i due termini e se ho usato il termine “intollerabile” l’ho fatto a ragion veduta. Non sono tollerabili 19,3 giorni di assenza dal lavoro pro capite (fonte ATAF) per un’azienda pubblica perché sono sintomo che qualcosa non va e, da ex sindacalista, chiedo ai compagni della FILT-CGIL cosa intendono fare per tutelare la salute dei lavoratori perché, mi sembra quasi ovvio, che il dato dei giorni di assenza palesi una insalubrità dell’ambiente di lavoro e/o della città in toto, cosa ancor più ovvia se la si raffronta alle giornate di assenza dei settori privati che si attestano attorno agli 8/9 giorni pro lavoratore”.

“Non sono tollerabili questi tassi di assenza per un’azienda che è finita sull’orlo del fallimento più volte – insiste Cislaghi - e più volte salvata con i sacrifici dei suoi proprietari (i cittadini foggiani, la comunità foggiana) perché sono ore di servizio pubblico non reso che, insieme alle “carenze strutturali” di ATAF (mezzi di trasporto vecchi e in numero insufficiente) contribuiscono alla percezione di un servizio pubblico insoddisfacente”.

“Probabilmente dietro il dato medio di 19,3 giorni di assenza ci sono situazioni molto diverse, ossia c’è chi non ha totalizzato nessun giorno d’assenza e chi ne ha totalizzati il doppio, situazioni che dovrebbero essere analizzate per far emergere i problemi di salute dei lavoratori individuando le cause delle assenze per malattia e i rimedi necessari per diminuire le assenze per altre cause (legge 53/2000 e 104)”, precisa l’esponente di Alternativa Libera.

Infine Cislaghi conclude con un appello ai sindacati: “Vi esorto a impegnarvi di più nella tutela della salute dei lavoratori e nella tutela della proprietà pubblica dell’azienda (anzi, se mi permettete, direi “proprietà collettiva”) perché sono tante le pressioni affinché il servizio di trasporto pubblico urbano passi a gestione privata cui si dovranno garantire degli utili economici indipendenti dalla qualità del servizio reso. Io, nel mio piccolo, sostenni il “piano per la sosta tariffata” (proposi l’internalizzazione del servizio di riscossione con la creazione di una società in house) come parte integrante di un piano per la mobilità sostenibile basato sulla razionalizzazione del servizio, il “Park and Ride”, la pedonalizzazione del centro città e altro. È con queste proposte che si evitò la messa in vendita di ATAF. È totale il mio dissenso con l’attuale amministrazione comunale che recupera soldi, ancora una volta, dalle tasche dei cittadini (25 euro per il rilascio del “permesso residenti”) e, cosa particolarmente insopportabile, anche da chi è disabile. Aspetto le vostre analisi e soluzioni per superare la crisi odierna come aspetto le vostre proposte per rendere accettabili i livelli di assenza dal lavoro con la tutela della salute dei lavoratori”.

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