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A Manfredonia si pagherà la tassa di soggiorno. Il M5S: “Ecco perché abbiamo detto no”

Per i cinquestelle al massimo andrebbe limitata ai soli mesi di luglio ed agosto per un importo max di 0,80 a partire dal 2017 e non 2016

Il Movimento 5 Stelle di Manfredonia non è contrario “a prescindere” alla ‘Tassa di Soggiorno’, proposta e poi approvata dalla maggioranza, con l’astensione di Forza Italia, nel Consiglio Comunale svoltosi il 22 dicembre scorso. I cinquestelle – che hanno votato “no” alla sua introduzione – ne motivano la decisione giudicandola, al momento, “inopportuna e dannosa”. “Considerazione rafforzata dal maldestro tentativo della maggioranza di articolare emendamenti che ha prodotto una notevole, quanto inutile, sospensione dei lavori consiliari, per indorare una pillola amara e controindicata per un problema, quello di una seria pianificazione turistica, che andrebbe affrontato diversamente” aggiungono.

Per il M5S l’imposta presenta delle criticità: disagi di riscossione e dubbi sulla destinazione degli introiti, a partire dalla riscossione e dalle lamentele. “In moltissimi hotel in Italia si rifiutano di riscuotere la tassa con la carta di credito, poiché così dovrebbero pagare le commissioni anche su un introito che non spetta loro, dunque sono obbligati a farla pagare in contanti al front desk. E, quindi, si pongono alcune domande delicate: ”Come fronteggiare le legittime lamentele da parte dei clienti? E come comportarsi con gli ospiti, che magari non prenotando direttamente in hotel, ma attraverso un’OTA o un’agenzia di viaggio, non sono stati messi al corrente o non hanno visto che c’è una tassa aggiuntiva da pagare?”

A questo si aggiungerebbe il danno economico a un turismo indebolito. “Manfredonia non è una destinazione turistica affermata. L’applicazione della tassa di soggiorno comporterebbe la morte del mercato dei gruppi che viaggiano in bassa stagione a tariffe ridotte e l’aumento, anche di un solo euro, potrebbe causare la cancellazione parziale, o totale, della programmazione 2016 e quindi ricadute negative sul territorio. Inoltre per il mercato business, ossia utenti che viaggiano per motivi di lavoro (quello che rimane dopo il fallimento del contratto d’area), e presenti tutto l’anno con una tariffa convenzionata a carico dell’azienda, ci sarebbe lo spostamento su altre città limitrofe esenti da tassazione e, se pensiamo all’offerta ricettiva di San Giovanni Rotondo e Foggia, per il medesimo mercato, possiamo affermare che la stessa tassa di soggiorno è una barriera all’entrata e quindi allo sviluppo della destinazione soprattutto per la bassa stagione”.

Infine,  si verificherebbe un forte disincentivo per i turisti, specie per chi ha in programma soggiorni lunghi. “Soggiornare in un hotel per una settimana significherà una spesa in più di 28 euro a famiglia se parliamo di 1 euro a persona. Somme che per molte famiglie, target della nostra destinazione, non sono irrisorie.

I cinquestelle sipontini si chiedono dove andranno a finire questi introiti. “Il Governo ha dichiarato che i fondi dovranno essere reinvestiti in “interventi in materia di turismo, sostegno alle strutture ricettive, interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali”. La disposizione dice tutto e niente e, per la sua intrinseca ambiguità, non può che lasciare perplessi. Ci preoccupa, vieppiù, leggere, in premessa del punto all’o.d.g., che gli introiti saranno destinati al “mantenimento dei livelli di manutenzione della città e dei servizi sinora garantiti”, allo stato decisamente scadenti”.

Prosegue il movimento cittadino di Beppe Grillo: “Secondo il Sole 24 Ore “senza le regole governative, la questione è lasciata al buon cuore dei sindaci; l’esperienza, peraltro, mostra che anche altre entrate, vincolate in maniera più netta, sono in realtà finite a coprire le voci di bilancio più diverse, senza alcun controllo reale (basta ricordare le multe, che dovrebbero finanziare la sicurezza stradale)”. Se la tassa di soggiorno deve servire a finanziare l’attività dell’Agenzia del Turismo non si spiega la funzione degli investitori privati che dovrebbero sostenere il piano economico della società consortile, ma su questo punto e sul ruolo che dovrebbe avere questo Ente ci riserviamo di argomentare con un comunicato prossimo”

E poi ancora: “Noi riteniamo, visto che parte dei comuni costieri la applicano, il “non avere questa imposta a Manfredonia” un vantaggio competitivo, che farebbe ricadere sulla cittadina la scelta del soggiorno anche perché esente da tasse. E quindi Manfredonia potrebbe svolgere ancora il ruolo di offrire un soggiorno più economico per visitare il resto del Gargano”

Queste le conclusioni e le alternative dei Movimento 5 Stelle di Manfredonia: “Se proprio vogliamo applicare la tassa di soggiorno dobbiamo limitarla, solo e soltanto, ai mesi di luglio ed agosto per un importo max di 0,80 a partire dal 2017 e non 2016, in quanto ci sono già tariffe pubblicate e contratti stipulati da parte degli operatori turistici, e quindi i costi sarebbero ulteriormente a carico dell’albergatore. Sconcertante, sul punto, è la contraddizione emersa tra sindaco e assessore Rinaldi – vedere registrazione del Consiglio Comunale del 22 Dicembre dal min. 276 ca. – col primo che assicura che per il periodo di applicazione di questa imposta ci si allineerà ai comuni limitrofi (solo periodo estivo) ed il secondo che dichiara, per la diversa tipologia di turismo, che la stessa verrà applicata tutto l’anno”.

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