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Calendario venatorio sospeso fino al 24 ottobre, Lonigro contesta: “Cacciatori pugliesi non sono di serie B”

L'esponente di Socialismo Dauno contesta la decisione del Consiglio di Stato sul ricorso dell'Associazione VAS: "La Giunta adotti provvedimenti per risolvere il problema"

“I cacciatori pugliesi non sono figli di un dio minore”: Pino Lonigro, esponente di Socialismo dauno, considera la sospensione della caccia fino al 24 ottobre “un fatto non positivo per chi esercita lo sport venatorio e per le attività che gravitano attorno”.

Nella giornata del 4 ottobre, una decisione del Consiglio di Stato sul ricorso dell'associazione “Verdi ambiente e società (Vas)” già oggetto di una determinazione del Tribunale amministrativo regionale il 20 settembre, ha sospeso il calendario venatorio regionale pugliese 2019, stoppando di fatto la caccia fino al 24 ottobre. Una tegola per gli amanti di quello che le leggi italiane riconoscono come uno sport a tutti gli effetti, tanto che la Federazione Italiana della Caccia è tra i soci fondatori del Comitato Olimpico Italiano (CONI).

“Va pure considerato - per Lonigro - che i cacciatori versano tasse per esercitare un proprio diritto, cioè cacciare selvaggina. È comprensibile che si sentano ancora una volta sotto inchiesta e privati di un loro diritto”. Sono soggetti ad una campagna d’opinione pur non violando alcuna norma ed agendo in grandissima parte nel rispetto dell’ambiente.

“I cacciatori della Puglia non devono e non possono sentirsi cacciatori di serie “B” rispetto alle altre regioni italiane” insiste Pino Lonigro, che chiede alla “Giunta regionale, di adottare provvedimenti per risolvere il problema con sollecitudine, consentendo la regolare ripresa dell’attività venatoria in Puglia”.

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