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Provinciali, lunedì le liste: centrosinistra spaccato, "snobbati" i Giovani Democratici

Strada in salita per i candidati alle elezioni provinciali. Miglio non unisce. Si smarcano Sel e Socialismo Dauno. Ad Apricena esplode il caso Potenza. Gd fuori dalla lista: Rignanese al posto di Vergura

A poco più di 24 ore dal gong per la presentazione delle liste, il nodo elezioni provinciali sembra più intricato di quanto non apparisse prima della proroga al 12 ottobre concessa dal commissario Costantini. Il difficile cammino verso la necessaria sintesi richiesta ai partiti ha lasciato per strada numerose vittime. E rischia di frammentare ancor più la geografia politica del territorio. Uno dei grandi punti interrogativi che sorgono all'indomani della ufficializzazione dei candidati presidenti è: chi voterà chi?

IL CENTRODESTRA, riunitosi ufficialmente attorno al candidato presidente Franco Landella, sindaco di Foggia, è insidiato dalle sirene dell'ex capogruppo Paolo Mongiello, alle prese con la sua personale raccolta firme, convinto di "potercela fare". Chi "tradirà" Landella, sul quale pur è confluito l'appoggio pieno ed ufficiale dei due partiti maggiori della coalizione, Forza Italia e Nuovo Centrodestra?

Al momento l'unica a smarcarsi è stata La Destra di Paolo Agostinacchio. Per il resto, si ha notizia di fibrillazioni "sotterranee" ma nulla di ufficiale. Il sindaco di Foggia resta il candidato più accreditato e quello che più di ogni altro beneficerà del voto ponderato istituto dalla norma (a centro più grande corrisponde voto più pesante).

"SBAVATURE" NEL CENTROSINISTRA. Più facile riscontrare "sbavature" nell'area del centrosinistra, che pur sembrava aver raggiunto una parvenza di sintesi. A distanza di poche ore dal via libera ufficiale del Partito Democratico, la candidatura dell'uomo scelto da Michele Emiliano, il sindaco di San Severo Francesco Miglio, è messa in crisi dalle dichiarazioni a Foggiatoday di Sel e Socialismo Dauno. "Siamo impegnati nella costruzione di una lista civica" dichiara l'ex segretario SEL, Vincenzo Rizzi, "chi sosterrà non è scontato. Per il presidente abbiamo tempo fino al 12 ottobre. Miglio potrà impiegarlo per darci le risposte che abbiamo posto al centrosinistra".

Più duro il leader di Socialismo Dauno, Pino Lonigro: "Non siamo stati invitati al tavolo del centrosinistra. Ciascuno voterà secondo le sue volontà. La legge non prevede collegamenti con il candidato presidente". Insomma, se il PD riesce a fare quadrato con l'assessore al bilancio Leonardo Di Gioia e con l'Udc, non altrettanto si può dire rispetto ai partiti minori che rischiano di andare da un'altra parte. Ma dove? Nel campo avversario? "Non spetta a me dirlo - continua Lonigro- la questione interessa sindaci e consiglieri e la nostra sarà una civica molto variegata per provenienza politica".

IL NODO POTENZA. "Uniti per la Capitanata" il nome della civica e dentro, si vocifera, dovrebbe esserci anche Anna Maria Torelli,  vice del sindaco di Apricena Antonio Potenza, noto esponente di Forza Italia. Che Potenza possa smarcarsi da Forza Italia e preferire il centrosinistra dopo il niet alla sua candidatura a presidente rifilatagli dal suo partito? Non è dato sapere ufficialmente.

Anche se l'ipotesi si rafforza laddove è lo stesso segretario del PD di Apricena, Michele Lacci, a portare il tema in direzione provinciale per chiedere al segretario regionale Emiliano (che ha presenziato personalmente all'assemblea per monitorare da vicino l'andamento dei lavori), come i due livelli istituzionali possano convivere politicamente. "Comune e provinciali sono due livelli differenti" sarebbe stata la replica del candidato alle primarie per la presidenza della Regione. Le due partite si legano strettamente, è evidente. Una lettura che facilita la comprensione dell'atteggiamento di SEL e Socialismo Dauno: sostenitori di Dario Stefano, appoggeranno il candidato di Michele Emiliano? La partita è tutt'altro che chiusa ed i deus ex machina dell'una e dell'alta parte sono al lavoro per sottrarre consiglieri fino all'ultimo minuto utile. Le liste vanno depositate entro mezzogiorno di lunedì 22 settembre.

PROTESTANO I GD. Tra i due, oltre al già ufficializzato consigliere comunale di Foggia Pasquale Russo, Iaia Calvio da Orta Nova, il sindaco di Ascoli Nino Danaro, il capogruppo PD a Torremaggiore Emilio di Pumpo, Paolo Soccio consigliere a San Marco in Lamis, Generoso Rignanese, consigliere comunale a Monte S.Angelo e componente della segreteria di Raffaele Piemontese. E' lui il prescelto in rappresentanza dell'area garganica, preferito a Giovanni Vergura, 20 anni, capogruppo in consiglio comunale e proposto dai Giovani Democratici.

Forte la protesta del segretario GD, Francesco Di Noia: "Impedire ai Gd Capitanata di esprimere autonomamente un proprio rappresentante significa mortificare la voglia di partecipazione di una generazione che in questi anni non si è mai risparmiata nel lavoro all’interno del partito. Riteniamo pretestuose le ragioni di carattere territoriale addotte dal gruppo dirigente provinciale. Nascondono piuttosto il timore che la nostra candidatura possa sparigliare le carte" e confermano "la volontà di perpetuare antiche logiche che in questi anni hanno portato il PD a subire pesanti sconfitte".

FUORI MARASCO, DENTRO IL PSI. Non trova spazio neanche l'ex candidato sindaco a Foggia, Augusto Marasco, che pure avrebbe voluto essere della partita. La spuntano invece i socialisti di Lello Di Gioia,  che ottengono un posto nella lista dem per l'unico consigliere foggiano, Saverio Cassitti, "conseguenza - fanno sapere da via Taranto- di un accordo politico richiesto dallo stesso PSI e fondato su un analogo accordo per le politiche del 2013".

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