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Viabilità shock a Roseto. Caldarella al sindaco: “Hai promesso mari e monti e ora ti lamenti?”

Strada provinciale 130 a Roseto Valfortore. Il sindaco Lucilla Parisi ha invitato i cittadini a disertare le urne il prossimo 4 marzo 2018. La replica del consigliere comunale di FutuRoseto, Matteo Caldarella

Matteo Caldarella, consigliere di minoranza e capogruppo del gruppo consiliare FutuRoseto, replica al sindaco della cittadina dei Monti Dauni che in merito alle condizioni in cui versa la strada provinciale 130 che collega Roseto Valfortore alla Campania, nei giorni scorsi ha invitato i cittadini a non andare a votare, scatenando anche la dura reazione del presidente della Provincia di Foggia, Francesco Miglio e un botta e risposta tra i duea colpi di “vergogna”

La strada provinciale shock di Roseto Valfortore

La replica di Matteo Caldarella

Che l’attuale sindaca di Roseto Valfortore avesse un senso del tutto personale e molto limitato dello Stato era noto alla luce di come gestisce ed ha gestito il Comune. Ma che esortasse i rosetani a boicottare le urne il prossimo 4 marzo, giorno dedicato alle elezioni per il rinnovo del Parlamento, questo proprio non ce lo aspettavamo. Così facendo la sindaca accentua il suo scarso senso civico connotando questo atteggiamento di una gravità inaudita allorchè l’appello al non voto proviene da un rappresentante delle Istituzioni, che  dimentica che il voto è un dovere, prima ancora che un diritto di democrazia e civiltà conquistato col sangue,  dei cittadini italiani.

L’uscita peraltro appare grottesca e paradossale, considerato che nel periodo pre-elettorale, l’attuale sindaca ha bussato ad ogni uscio promettendo mari e monti in cambio del voto in suo favore. Dimenticando che è un periodo,  questo che stiamo attraversando,  in cui un politico serio sa che non può permettersi di promettere un bel niente, se non il suo disinteressato impegno per il bene comune per dare una svolta significativa con l’avvio di processi virtuosi atti a “produrre” possibilità di lavoro utilizzando il talento della gente e le caratteristiche uniche di storia, di cultura e di tradizioni (anche produttive ormai scomparse) di un paese come Roseto Valfortore.

Ma ad onor del vero le promesse le sa mantenere solo nei confronti di coloro che l’hanno votata. Infatti, da quando si è nuovamente insediata sul Municipio, dopo esservi stata per altri 13 anni, dal 2000 al 2013, tutti gli incarichi, le occasioni di lavoro e i contributi, sono stati appannaggio di chi ha sostenuto la sua lista Uniti per Cambiare. L’appello ai rosetani di eludere il voto per le Politiche, oltre che totalmente inutile alla causa cui sarebbe destinato, appare una gravissima provocazione, per attirare l’attenzione sulla soluzione di un problema atavico per Roseto Valfortore e i Monti Dauni: la viabilità.

Come è noto le strade provinciali che collegano Roseto al resto del mondo versano in uno stato di abbandono ed impercorribilità, tanto da mettere a rischio l’incolumità degli automobilisti e rendere sempre più difficili i collegamenti. Il problema, dunque, esiste e non è nato ieri, ma si trascina, senza nessun risultato, da anni, anche da quando l’attuale sindaca lo era nel primo decennio degli anni Duemila. Durante la campagna elettorale ha vantato alte conoscenze, tra assessori regionali (nel caso specifico l’assessore Giannini, più volte intervistato e calato apposta a Roseto per appoggiare l’attuale sindaca, per poi doversi dimettersi per problemi di giustizia), parlamentari, ed ex prefetti, che le avrebbero garantito non solo la sistemazione delle strade che portano a Roseto, ma anche altre “faccende”. Adesso, invece, la prima cittadina si sente abbandonata e per la smania di protagonismo che la caratterizza, dapprima, furibonda, promette di scatenare il “finimondo”, poi escogita l’idea di invitare i rosetani a non andare a votare: cioè esattamente il contrario di quanto dovrebbe fare un degno rappresentate delle Istituzioni, fosse anche quello di un piccolo comune della Repubblica italiana.

Noi di FutuRoseto (Gruppo Consiliare) chiediamo ad alta voce che il popolo di Roseto vada a votare. A votare per le persone giuste e le persone serie che, ogni tanto, il panorama politico propone. Solo così, adempiendo al dovere costituzionale, si potrà avere una speranza per la soluzione dei problemi atavici dei Monti Dauni, ivi compresa la percorribilità delle strade. FutuRoseto fa anche un altro appello, questa volta al sindaco: prima di puntare il dito contro chi non riesce a migliorare le condizioni delle strade provinciali, farebbe bene a puntarlo contro se stesso, che per anni ha già amministrato (o sarebbe meglio dire disamministrato) il nostro amato paese, incurante delle pessime condizioni in cui via via si sono ridotte le strade di accesso a Roseto oltre che quelle comunali, che risentono di anni di incuria e risultano, spesso impercorribili alla stessa maniera di quelle provinciali.

Il portavoce di FutuRoseto, il consigliere comunale Matteo Caldarella, nonostante le provocazioni dell’attuale sindaco al non voto, vuole dimostrarsi collaborativo con tutti coloro che vogliono davvero la soluzione di queste problematiche ataviche. FutuRoseto si adopererà perché le auspicate progettazioni e messa in sicurezza delle strade provinciali, ma anche comunali, vengano effettuate non solo per prevedere “la sistemazione una tantum” della strada, ma anche per risolvere sul serio i problemi che innescano i fenomeni di dissesto.Deforestazione, mancata manutenzione delle opere viarie, mancati incentivi agli agricoltori per sviluppare percorsi virtuosi di mantenimento della naturalità dei terreni, assoluta inefficacia delle opere del passato, sono la dimostrazione che è giunta l’ora per valorizzare i giovani dei Monti Dauni che si sono formati in scienze del territorio (scienze agrarie, forestali, etc.) e che possono essere coinvolti in progettazioni innovative e sinergiche concertate con gli enti preposti (Provincia, Regione, etc.).

La considerazione che l’accentuarsi dei fenomeni determinati, ormai indiscutibilmente, dai cambiamenti climatici e che occorre una nuova visione progettuale, fa sì che le prime opere da realizzare insieme alla messa in sicurezza delle strade, devono essere quelle della conservazione delle risorse naturali e il recupero di situazioni ecologiche ottimali “anti-dissesto”, come il ripristino dei pascoli e il ripristino di fasce boschive a difesa delle opere viarie. Questi sono i primi passi da percorrere altrimenti, ammesso che si facciano gli auspicati interventi sulle strade, diventeranno un’altra occasione sprecata, con i soliti soldi pubblici appannaggio delle imprese dell’asfalto e del cemento per soluzioni che, ancora una volta, risulteranno inutili a lungo termine e fra dieci anni saremo di nuovo qui a parlare delle strade dei Monti Dauni.

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