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Marasco: “Foggia ha bisogno di ben altro progetto”. Ricorso? “Decidano i partiti”

Il consigliere comunale commenta la decisione del Tar che ha respinto il ricorso che avrebbe invalidato le elezioni: “Mantengo la speranza del cambiamento perché Foggia ha bisogno di altro”

Augusto Marasco accetta – descrivendola però come una “cattiva notizia per una città che aveva e ha bisogno di ben altro progetto” - la decisione del Tar che “non ha riconosciuto le gravità delle anomalie registrate dalla commissione elettorale nel procedimento che ha portato all’elezione a sindaco di Foggia di Franco Landella con soli 366 voti in più”. Il consigliere comunale aggiunge: “La legge è la legge e i giudici amministrativi che la interpretano e applicano hanno ratificato una volontà popolare che, sebbene per una manciata di voti, ha fatto prevalere la proposta del centrodestra. Spero che, adesso, il sindaco sarà finalmente nelle condizioni di precisare compiutamente tale proposta al Consiglio comunale, dove proseguirò il mio ruolo istituzionale dalle file dell’opposizione. Ai tanti cittadini ed esponenti politici che, ancora stamattina, mi hanno testimoniato stima, fiducia e incoraggiamento, rivolgo un sentito ringraziamento: la loro speranza di cambiamento era e resta la mia speranza”.

FOGGIA 2019. Un anno fa, in questi stessi giorni, proponevo un insieme di azioni politico-amministrative che chiamai Agenda Urbana. In quei giorni, le reazioni di coloro che, malgrado il periodo festivo, si erano messi in ascolto attento di quell’ordine di priorità, mi spinsero a elaborare un progetto più ampio che, mesi dopo, chiamai “Foggia 2019” caratterizzando la proposta politica del nuovo centrosinistra. Da quell’Agenda Urbana scaturirono la sottoscrizione del protocollo per il Distretto urbano del commercio, il progetto “Duemilapassi” per un allargamento della zona pedonale a via Arpi e a tutto Corso Vittorio Emanuele, una serie di intese con il Ministero delle Infrastrutture per la nuova stagione dei fondi europei 2014-2020 destinati alle città.

L’ATTUALITA’.Tutte questioni di pressante, spesso feroce attualità come si è visto in questi giorni con i gravi episodi di violenza nel quartiere della Stazione, dove ho e voglio continuare a mantenere il mio studio professionale, con l’annunciata chiusura di un’importante struttura commerciale in piena Piazza Cavour e con le polemiche suscitate dalla decisione di chiudere via Lanza e piazza Giordano al traffico veicolare. Proprio quest’ultimo episodio dimostra che rigore, responsabilità e regole devono sovrintendere sempre le decisioni pubbliche, anche quando le intenzioni sono ottime.

I PROGETTI. Osservo che, con il progetto Musa e “Duemilapassi”, svolgemmo una procedura partecipata da associazioni, commercianti e cittadini, che, dalla nuova Amministrazione, è stata lasciata lì a prendere polvere: in questo modo, quando il Comune tornerà a chiamare quelle stesse persone o espressioni civiche, non le troverà scoraggiate? Ricominciando sempre da capo e caoticamente, il risultato sono le scelte parziali e insufficienti che oggi tanti foggiani e operatori economici sperimentano. Succede perché i meccanismi della politica conducono a interpretare i ruoli pubblici spesso allontanando le persone perbene. Confido che i partiti del centrosinistra e i movimenti civici che si sono mobilitati appena sei mesi fa, colgano la necessità di non lasciare isolate le voci che provano a riordinare l’agenda delle priorità di una grande città, che deve inserirsi nel vivace fermento messo in moto dalle discussioni sul prossimo governo regionale.

IL RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO. È un dovere rispetto a un’opinione pubblica blandita in piazza e lasciata all’oscuro di prassi di governo familistiche e pressapochistiche. Basti considerare il coro che ha accompagnato una lettura del confronto come se io fossi animato da due impulsi: anzitutto da uno spirito di rivalsa “sentaiolo”, quindi da un’eccessiva attenzione a regole bollate come poco importanti. Per questo secondo aspetto, ricordo di aver provocato reazioni simili anche quando, nella Giunta della città, osservavo che arrivavano atti e delibere incomplete, come ad esempio quelli riguardanti il Teatro “Giordano” o lo stadio “Zaccheria”; alla fine ho avuto ragione io perché, da professionista e da amministratore pubblico, so quanto la superficialità di oggi possa diventare, domani, un problema molto serio: solo chi è abituato al “Tanto paga Pantalone!” può pensare il contrario. Anche per togliere di mezzo queste letture caricaturali, e continuare a condurre la mia funzione politico-istituzionale nel modo più fermo e meno accomodante possibile, per il ricorso al Consiglio di Stato ho scelto di rimettermi alla decisione che vorranno assumere i partiti della coalizione che hanno sostenuto la mia candidatura a sindaco di Foggia.

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