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Marino perde la battaglia contro Miglio: il ricorso al Tar è stato respinto

Soddisfatto il sindaco di San Severo e presidente della Provincia: "Ne ero convinto. Sono sempre stato fiducioso". Per i giudici del Tar sono "minimali" e "infondati" i vizi di procedura lamentati dai ricorrenti

Il sindaco di San Severo e presidente della provincia di Foggia, Francesco Miglio, può restare al suo posto. Il ricorso presentato avverso le elezioni tenutesi nel maggio scorso nella cittadina dell'Alto tavoliere è infondato. Lo stabiliscono i giudici del TAR che definiscono "infondati" e "minimali" i vizi di procedura lamentati dai ricorrenti, l'ex candidato sindaco e consigliere regionale Pd Dino Marino e l'esponente di centrodestra Nazario Mirando, che lo scorso 25 settembre hanno adito al Tribunale amministrativo regionale, difesi dall'avvocato molisano Francesco Di Pardo, per ottenere l'annullamento delle operazioni elettorali del 25 maggio ed 8 giugno scorsi.

In particolare, con sentenza n.1487, i giudici non hanno ravvisato  illegittimità nell'autenticazione delle firme contestata dai ricorrenti al direttore amministrativo presso il Giudice di Pace, Mariella Di Monte: trattandosi di pubblico ufficiale, la stessa poteva operare su tutto il territorio comunale, senza restrizioni di luogo e/o orari d'ufficio, con validità retroattiva anche delle autenticazioni poste in essere successivamente. "In relazione alla stretta attività di autenticazione delle sottoscrizioni - scrivono i giudici -  non appaiono sussistere irregolarità tali da costituire motivi di illegittimità degli atti e dei provvedimenti impugnati".

Per ciò che concerne invece i lamentati vizi di forma nella presentazione delle liste collegate a Miglio (l'assenza di autorizzazione all'uso del contrassegno per i Popolari per l'Italia e la presentazione del contrassegno di Rifondazione Comunista in copia piuttosto che in originale), i giudici li definiscono "minimali", non tali da "intaccare la correttezza sostanziale dell'ammissione della lista alla competizione elettorale". "In conclusione il ricorso risulta infondato nel merito" scrivono i giudici che non si sono soffermati sulle eccezioni preliminari relative ai tempi di presentazione del ricorso ritenendole inutili attesa l'infondatezza dello stesso.

Esulta Miglio, difeso dall'avvocato Aldo Loiodice: "sempre stato convinto della legittimità degli atti. Ora al lavoro più di prima". Resta con l'amaro in bocca l'avvocato dei due ricorrenti, Di Pardo, che non avrebbe escluso il ricorso al consiglio di stato sussistendo "irregolarità macroscopiche" come "la circostanza dell'assenza per L.104 del pubblico ufficiale Di Monte". Mariella Di Monte è attualmente assessore della giunta Miglio. Di Pardo è lo stesso legale ingaggiato da Augusto Marasco per la causa su Foggia contro Franco Landella che si discuterà il prossimo 16 dicembre.

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