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L'I have a dream di Tutolo 'rischiatutto': la Capitanata che conta a Bari. "Per voi sono l'uomo giusto?"

In diretta sui social, nel consueto aggiornamento dell'emergenza Covid, il sindaco di Lucera consegna le sue riflessioni ai concittadini rispetto all'intenzione di dimettersi e candidarsi alle prossime elezioni: "Mi solletica l'idea"

"Ho questa visione: spero di poter rappresentare le esigenze di una Capitanata che è ignorata e a me fa star male vivere in un territorio che non viene rappresentato come dovrebbe e stare fermo. E allora magari ti viene voglia di provarci". All'I have a dream di Antonio Tutolo si assiste in diretta sui social. Scardina le regole della comunicazione politica con una formula inedita: si presenta al cospetto dei suoi concittadini, scopre le carte e rimette le sue intenzioni al giudizio dei lucerini, cercando la legittimazione della sua candidatura alle elezioni regionali. Non ha mai interrotto, salvo imprevisti, il suo filo diretto con i cittadini dall'inizio della pandemia e sceglie il mezzo che lo ha consacrato come una celebrità, consentendogli di valicare addirittura i confini nazionali fino ad arrivare sulla bacheca di Naomi Campbell, passando per le reti di tutto il mondo. Senza copione e sceneggiatura, da cuoco provetto, sa che 'sono le ricette che uno si inventa quelle che funzionano meglio'.

Non è una scelta facile, lo aveva accennato già ieri a FoggiaToday ("Mi gioco tutto"). È un salto nel buio. "Sono perfettamente consapevole che ci sia la possibilità di andarmi a 'squacciare' di faccia in un muro - dice rivolgendosi al pubblico del web a ora di pranzo, con il solito linguaggio colorito - non sono un deficiente. Ci vuole un consenso enorme perché se devi arrivare lì devi arrivarci come uno tsunami, la tua voce deve essere forte". Ma si sa, chi non risica non rosica. E per quanto li presenti come pensieri ad alta voce e consegni le sue riflessioni, il sindaco di Lucera sembra ormai piuttosto risoluto. "Mi solletica l'idea, lo confesso". Adotta una metafora calcistica particolarmente efficace: "Mentirei se dicessi che non sarei gratificato personalmente. È come se uno che gioca a calcio tra amici poi viene invitato a fare una partita in serie B o in serie A, tra i professionisti. Mi pare ovvio che sarebbe non felice, di più, ma sarebbe un punto di partenza, per riuscire ad ottenere qualcosa di molto importante perché io spero di vederlo crescere questo territorio. Se sono convinto di qualcosa, se credo in qualcosa mi metto in gioco".

Modula il registro, allenato a scorrere con lo sguardo i commenti. Tasta il terreno. "Prendo la testa, la metto sul tavolo - dice mimandolo - e dico a voi: potete tagliarmela. So benissimo che potrei sparire per sempre politicamente se facessi questa scelta, ma non me lo pongo il problema. C'è una strada per dare un serio sviluppo a questa Capitanata? Sarò bravo a convincere i miei concittadini e quelli della Capitanata che hanno bisogno di qualcuno che vada fortemente a rappresentarla in quel di Bari? Posso essere la persona giusta o no?". Sono gli interrogativi che affollerebbero la sua mente in queste ore, nelle complesse valutazioni che precedono la scelta che comporterebbe le dimissioni da sindaco, causa incompatibilità e ineleggibilità alla carica di consigliere regionale. L'altro inconfessabile interrogativo, probabilmente, attiene all'effettiva probabilità del centrosinistra (e di Michele Emiliano) di vincere le elezioni, considerato che la partita è incerta e la palla è tonda. Se ne valga la pena è la vera domanda. "Potrei mandare tutto all'aria, lo so bene, il rischio è enorme, però io voglio capire se sono la persona giusta per rappresentare delle necessità, perché noi non siamo da meno ad altri e quindi vogliamo le stesse attenzioni che sono state date ad atri territori".

Parla già da candidato in campagna elettorale. "Vedo una provincia bella, che ha tanto da offrire, con un potenziale enorme ma che resta lì perché non è ben rappresentata. Ci sono delle legittime rivendicazioni che questo territorio dovrebbe fare, le dovrebbe pretendere con arroganza chiedere ed ottenere perché sono sacrosante". Si concentra sul turismo e sul tema della valorizzazione dei beni culturali. E già depone male con una frecciata all'assessore regionale Loredona Capone. "Non c'è un'attenzione a questo territorio perché non c'è chi con prepotenza, a voce alta la chiede. L'anfiteatro di Lucera dovrebbe essere l'Arena di Verona del Sud, ma di sicuro non potrà essere il Comune a farla diventare tale. A voi sembra normale che i Monti Dauni non debbano essere sfruttati dal punto di vista del turismo? Mi sembra ovvio che ci sia uno strabismo da parte della Regione che non ha guardato con la stessa attenzione la Capitanata e il Salento. Ci deve essere qualcuno che va a sbattere i pugni per ottenerle queste cose?".

Sempre se dovesse andargli bene, perché non si illude affatto che il suo consenso sia plebiscitario e virale come un video in dialetto sui social. Nel caso se ne farà capace, come dice lui, e si ritirerà a vita privata. "Se dovessi fare un calcolo personale non mi muoverei manco con le bombe. Uno sano di mente non la lascia una poltrona come questa", con quattro anni ancora davanti. Potrebbe passare all'incasso, godere dei risultati e impuntarsi qualche stelletta al petto, a cominciare dai camion che partiranno dall'Alghisa per la bonifica, con una lista che passa per gli otto milioni della fortezza. "Queste cose non può fermarle più nessuno". E così dà il La anche alla campagna elettorale per le elezioni comunali della coalizione 'Facciamo Piazza Pulita', sbandierando i 50 milioni di euro circa di finanziamenti catalizzati dalla sua amministrazione: "Quando diventeranno opere questa città avrà avuto tanti benefici". E accenna anche al progetto per la città post-Tutolo: "Se dovessi decidere di candidarmi alla Regione è sicuro che noi proporremmo qui una continuità amministrativa. Se ci 'squacciamo' nel muro bene, lo avranno deciso i cittadini di Lucera e si faranno governare da quelli che hanno scelto. Viva la democrazia. Me ne farei una ragione". Avrebbe un rammarico, lo ammette, se non riuscisse a realizzare il suo sogno per la Capitanata. Ma si rimette alla volontà dei cittadini: "Chiederò sempre a voi il consenso".

È carico, già proiettato nell'agone, pronto al 'lascia e raddoppia', o meglio al rischiatutto: "Io sono la dimostrazione vivente che se credi in qualcosa fortemente nessuno ti potrà fermare. Se vuoi qualcosa veramente la ottieni. Penso che sia dimostrato che se mi metto in testa di difendere il territorio lo faccio, sempre, buttando il cuore al di là dell'ostacolo cento, mille volte. Se i cittadini ritengono di no, li rispetterò ugualmente". C'è chi gli suggerisce di candidarsi alle politiche a fine mandato, ma "adesso non è il momento", altri lo seguono incondizionatamente: "siamo con te". "Sindaco non ci abbandonare" è un altro pensiero ricorrente. Poche parole sintetizzano i messaggi di incoraggiamento: "Vai e spacca tutto". Come uno tsunami.

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