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Politica Vico del Gargano

Il “no” mette d’accordo Ruotolo del PD, l’azzurra Di Donna e Cera dell’UdC

A Vico dibattito contro la riforma costituzionale. Di Donna: “Progetto confuso e infelice”. Ruotolo: “occorreva varare una riforma costruendo maggiore partecipazione”. Cera: “Occorre non piegarsi a questa logica”

La sinistra riformista del PD, Forza Italia e UdC insieme per dire “no” al referendum del 4 dicembre. A Vico del Gargano si è svolto un dibattito tra esponenti di vari partiti schierati contro la riforma costituzionale. Organizzato dalla locale sezione e introdotti dalla relazione del commissario cittadino, Luigi Palmieri, si sono confrontati  Napoleone Cera, presidente del gruppo Popolari Regione Puglia, Michaela di Donna, direttivo regionale di Forza Italia e Gianluca Ruotolo, direttivo provinciale PD.

Per Michaela Di Donna “La riforma della Costituzione non è un regolamento condominiale e non può prevedere un amministratore unico. Siamo in presenza di un progetto confuso e infelice che sacrifica la democrazia ed esalta l’uomo solo al comando. Si è voluto un cammino conflittuale perché il premier potesse governare i conflitti con scelte populiste e dare una mano di vernice al vecchio sistema. Renzi, insomma, non ha rottamato nulla, ha solo accantonato in un angolo tutto ciò che non gli serviva per la sua leadership”

Gianluca Ruotolo ha rivendicato la sua posizione non in sintonia con la segreteria del partito: “Sono nel Pd per le stesse ragioni di Michele Emiliano” ha sottolineato il giovane dirigente foggiano, “occorreva varare una riforma costruendo maggiore partecipazione, perché il metodo in questo caso è sostanza e la sostanza mi dice che la rabbia dei cittadini non può essere consegnata ai populismi, ma dev’essere incanalata in un percorso formativo di volontà democratiche senza esaltare i solisti all’opera. Invece, sono saltati tutti i compromessi che erano alla base della nostra Costituzione e innescato pericolose divisioni per tornaconti egoistici e personali” conclude Ruotolo.

Conclusione del dibattito affidata a Napoleone Cera: “Esiste una palese difficoltà ad interpretare la riforma e il nostro no è contro un progetto che non accorcia la distanza tra politica e cittadini, ma aumenta il sentimento che senza i partiti e le istituzioni tutto possa essere più semplice e più democratico. Occorre non piegarsi a questa logica. Non è svuotando le istituzioni che aumenta la rappresentanza popolare. Così facendo si avvia un percorso viziato dalla mancanza di garanzie per i cittadini che rischiano di ritrovarsi sempre più a subire decisioni calate dall’alto. Nessuno nega la necessità di rivedere la Costituzione, ma non può essere compito di pochi né del governo che ha il dovere di essere imparziale in una discussione che riguarda il futuro della vita democratica di un paese. Per questo occorre fermare tutto e ritrovarsi intorno a un tavolo per indicare un nucleo di persone capace di redigere in tempi certi un progetto condiviso di riforma”

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