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Rivolgono le spalle ai consiglieri comunali e abbandonano l'aula tra fischi e urla

E' quanto denuncia il presidente del Consiglio comunale di Cerignola in merito alla seduta del 30 settembre scorso, quando una cinquantina di alunni hanno di fatto interrotto la seduta

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

Il presidente del Consiglio Comunale di Cerignola, Leonardo Paparella, in relazione ai fatti dell’ultimo Consiglio comunale ha inviato a prefetto e dirigente UTS FOGGIA la seguente lettera:

“Gentilissimi, La presente per stigmatizzare quanto accaduto nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale tenutosi a Cerignola in data 30/09/2017, a partire dall’ultimo punto in discussione. A inizio seduta e fino all’ultimo punto, i ragazzi avevano assunto uno stile di protesta garbato rivolgendo le spalle ai consiglieri. A partire da quel momento, hanno abbandonato l’aula, tra fischi e urla. Impedendo, di fatto, lo svolgimento della seduta.

La libertà di critica è un diritto costituzionale, è sacrosanta ma, a mio giudizio, va esercitata nel rispetto delle istituzioni democratiche. Ogni insegnante ha un dovere civico, morale e professionale nei confronti dei suoi alunni. Fino a quel momento, il dissenso si era espresso in toni e forme più o meno garbate e accettabili. Consentire che 50 ragazzi possano urlare e assumere atteggiamenti poco urbani inficiando lo svolgimento di un’assemblea composta di rappresentanti eletti dal popolo è diseducativo.

Credo che dovremmo insegnare ai nostri giovani il senso civico, il confronto e la dialettica - anche aspra ma pur sempre nell’ambito dei binari della democrazia - e non lasciare che assumano atteggiamenti irridenti. Il Consiglio Comunale è aperto a tutti ma non è un ring, né lo sfogatoio cittadino. Ci sarebbe piaciuto che gli insegnanti e il dirigente dell’Istituto agrario chiedessero ai propri ragazzi di assumere una condotta più consona ed esprimessero il legittimo dissenso con strumenti diversi da urla e fischi. Così come avevano fatto fino a quel momento, mi sembra doveroso aggiungere. Così non è stato e abbiamo perso tutti l’occasione di insegnare ai nostri giovani che cosa è e come funziona una democrazia.

Non è la prima volta che sedute di Consiglio sono interrotte a causa di invasioni e all’esplosione di violente proteste espresse con forme, a mio giudizio, poco in sintonia con la sacralità dell’istituzione che rappresentiamo. Mi preme perciò, rimarcare che, già a partire dalla prossima seduta, non saranno tollerati disordini e atti che possano ostacolare il regolare svolgimento del Consiglio. Ove necessario le sedute saranno interrotte e procederanno a porte chiuse”.

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