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L'invincibile chiarezza dei fatti

In questa competizione per le primarie ho deciso di raccontare, non di accusare. E a questo mi atterrò, fornendo ai cittadini un ampio resoconto dell'azione amministrativa svolta. Chiedendo di essere giudicato su di essa.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

Avevo deciso di non rispondere alle provocazioni e di non dare seguito alle strumentalizzazioni, ma dal momento che mi si pongono delle domande attraverso le quali si mette in dubbio l'amore che io, Sindaco, ho per la mia città e per i miei concittadini, non posso restare in silenzio.

Il ragionamento è semplice: se un candidato perde la competizione per concorrere nuovamente alla carica che già ricopre, non può continuare a restare lì, come se nulla fosse accaduto. Sarebbe come ostinarsi ad occupare una poltrona nonostante sia stato sfiduciato. Non è mio costume restare a tutti i costi abbarbicato ad essa. Se ho lasciato la carica di consigliere regionale, per lavorare per la mia città, un senso ci sarà. Ed è il senso che mi ha spinto a dare tutto me stesso per i cittadini di Manfredonia, a realizzare il mio programma e a conservare in equilibrio i conti pubblici, a lottare per il nostro ospedale e a correre ovunque, come l'altro ieri a Roma nella vertenza Sangalli, per difendere i posti di lavoro e gli interessi di Manfredonia.

Alle spalle ho un mandato durante il quale, solo a scorrerlo per sommi capi, vengono alla mente le sistemazioni del mercato settimanale e di quello di via Antiche Mura; i progetti di valorizzazione del Castello, di Santa Maria di Siponto, dell'abbazia di San Leonardo, degli Ipogei Capparelli e dell'ex convento di San Francesco; il completamento della pavimentazione di corso Manfredi e la riqualificazione di Piazza del Popolo; la ZTL e il sistema di videocamere; gli strumenti attuativi del Piano Sociale di Zona e il riconoscimento della Zona Franca Urbana.

Anni di intenso lavoro, nei quali sono state poste le basi anche per importanti progetti che troveranno attuazione da qui a poco. La coerenza e la chiarezza, peraltro, alle quali da sempre mi ispiro, mi impongono comunque una ragionamento sugli scenari del dopo 21 dicembre, sia in caso di vittoria, sia in caso di sconfitta. In caso di vittoria, sulla quale del resto non nutro dubbi, il progetto è quello di puntellare ulteriormente il percorso di sviluppo della nostra città, portando a compimento le tante operazioni messe in cantiere; in caso di sconfitta non ho alternative a quanto dichiarato.

Come, un sindaco, che non gode più della fiducia politica, può continuare ad operare al meglio? Quelli che mancano fino alle successive elezioni sarebbero mesi sfibranti, non per me, ma per la città. Un rischio imputabile senza timore di smentita a chi, irresponsabilmente, senza alcuna motivazione politica, ha voluto a tutti i costi mettere in azione il meccanismo delle primarie nella peggiore delle sue versioni. Quanto a cosa farei, sempre in caso di sconfitta, nella competizione elettorale per le amministrative, la mia storia e la fedeltà al partito e alla coalizione che ho sempre mostrato, non dovrebbero alimentare dubbi, se non in chi della provocazione ha sempre fatto o ha deciso di fare la propria bandiera, e accusa, parlando "in codice", perché è probabilmente l'unico linguaggio che conosce.

In questa competizione per le primarie ho deciso di raccontare, non di accusare. E a questo mi atterrò, fornendo ai cittadini un ampio resoconto dell'azione amministrativa svolta. Chiedendo di essere giudicato su di essa.

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