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Agostinacchio disapprova le primarie: "Scorretto chi ha sostenuto Landella e scende in campo contro di lui"

"Io non le avrei fatte e non capisco le contestazioni di chi ha sostenuto l'amministrazione uscente". Il già due volte sindaco di Foggia contro i gazebo che si svolgeranno nel capoluogo. Landella? "Non sarà facile sconfiggerlo"

“Sono contrario alle primarie. Ritengo che non siano la soluzione migliore. I partiti di centrodestra avrebbero dovuto assumere una decisione politica. Questa è pilatesca. Certo, saluto con favore la scelta di Landella di parteciparvi, così da tenere unito e coeso il centrodestra a fronte della torre babelica che si andava profilando, e mi auguro che ciascuno faccia il proprio dovere. Resto, tuttavia, perplesso dalle contestazioni che vengono oggi mosse all’amministrazione da coloro i quali nel tempo lo hanno sostenuto”.

Altro che primarie. Della serie, scendere in campo contro un sindaco con cui si è co-governato è un atteggiamento politicamente ipocrita, oltre che tardivo. Paolo Agostinacchio non usa questi termini ma lo dice chiaramente, quando rileva che i candidati “scindono ora le loro responsabilità dal capo e non è corretto: si è tutti corresponsabili, perché se uno non condivide, si dimette”. (Salvo poche eccezioni: Mainiero, da sempre all’opposizione, ndr). Per il resto, c’è contraddizione e “per un uomo legato ad una certa mentalità e tradizioni, non va bene. Questa situazione va chiarita”.

Due volte sindaco di Foggia, già parlamentare e padre politico della destra di Capitanata (e non solo), Agostinacchio non ha accolto con favore la notizia delle primarie nel capoluogo per scegliere il candidato sindaco del centrodestra che correrà alle prossime amministrative. Non sono uno strumento del centrodestra (è la prima volta). E ritiene che quello di Landella sia un “errore”, per quanto ne apprezzi la finalità: stare uniti. Un pensiero personale, al quale – quando lo contattiamo- aggiunge tutta una serie di considerazioni politiche. 

Tanto tuonò che piovve, onorevole: saranno primarie.

“Il centrodestra ha amministrato la città per cinque anni, per cui collettivamente deve assumersi le sue responsabilità nei confronti della comunità. Ecco perché non comprendo le polemiche dell’ultimo momento quando si sostengono soluzioni e proposte alternative”.

Landella non piace, divide. Così pare.

Se io faccio parte di una coalizione e non ne condivido le scelte politiche, mi dimetto. Altrimenti si è tutti corresponsabili.

A parte qualche eccezione, però, non tutti sono “rimasti fino alla fine”. C’è chi è andato via prima, Mainiero ad esempio.

Ma lui ha preso le distanze non solo dal centrodestra comunale ma dal centrodestra. Mi hanno riferito di una conferenza stampa nel corso della quale sosteneva di non avere padroni, scindeva la sua posizione anche da quella del suo partito. Ora è un candidato dei Fratelli d’Italia? Significa che avrà rivisto alcune sue considerazioni. E però, io non voglio polemizzare con nessuno. Posso non condividere atteggiamenti politici, ma questo è normale in una dialettica democratica.

Non c’è solo lui. Anche Miranda con la Lega e Iaccarino, rientrato nell’Udc.

Dottoressa, io sono un politico legato ad una certa mentalità e tradizioni e le mie considerazioni risentono di una cultura di base che oggi appare superata da atteggiamenti di vario genere. Ritengo che le scelte sono state fatte su basi non strettamente politiche, questo è il problema.

Ossia?

Ci possono essere legittimamente desideri di natura personale, ambizioni, ma andrebbero connessi ad una coerenza di fondo e, ad esempio, ad una militanza. Io non prescindo mai da una base e da un convincimento politico. Miranda, ad esempio, è una persona indubbiamente perbene ma la valutazione è di carattere politico: non so fino a che punto quel partito è ricollegabile ai suoi valori, al suo modo di sentire, di vedere la politica. O, piuttosto, se è ricollegabile soltanto ad una ambizione personale, per quanto legittima.

Ha sbagliato Landella ad assecondare?

Un sindaco si mette in discussione dopo cinque anni, io nei suoi panni non lo avrei fatto. Perché ho amministrato la città e sono sindaco uscente. Quello che ha fatto Landella è un atto di responsabilità. Perché comunque tiene coesa una coalizione che appariva frantumata. E questa scelta non può non che essere apprezzata.

Per evitare le primarie, Landella avrebbe dovuto farsi da parte e lasciare spazio ad un nome unitario?

Ma perché? Per quale motivo quando è stato sostenuto da quei partiti, seppur dopo alcuni abbiano scelto altre sigle?! Quando mi sono ripresentato alla città io ho preso più voti della prima volta.

Ma anche i più fedeli, penso al partito Di Giuseppe e De Leonardis, ad un certo punto lo hanno messo di fronte ad una scelta!

Ma ho l’impressione che Di Giuseppe non verrà meno alla sua linea politica di sostegno al sindaco, anche in questa fase.

Come ha governato Landella in questi 5 anni, secondo lei?

Parlo da uomo della strada, ritengo che su alcuni settori, Commercio, Annona, Politiche sociali le scelte non siano state errate. Al pari della politica culturale. Certo Landella dovrà anche motivare il perché di determinati non interventi. Ma questo è normale. Chi governa può fare delle cose o non farle. E dovrà dire perché. Resta il fatto che, di fronte ad una torre babelica, il suo è un atteggiamento di coesione.

Che permarrà all’esito dei gazebo o sarà una farsa?

E’ ovvio che si dovrà accettarne l’esito. Non farlo sarebbe un atto di viltà che coprirebbe di vergogna chi non dovesse mantenere gli impegni. Se Landella sarà confermato alle primarie – ed io non credo che sarà facilmente sconfitto- rappresenterà l’intero centrodestra.

Il vento nazionale, però, soffia forte a favore della Lega. Qui non ritiene?

Viviamo un periodo di decadenza della politica. Quindi non sono in grado di effettuare le giuste valutazioni. La Lega è una realtà emergente sulla base di un comune sentire in questo momento. Può mantenere il suo 9-10%.

Anche perché poi qui cambia poco, i nomi sono sempre quelli…

Lei ha posto il problema e lei lo ha risolto. Nel suo interrogativo c’è la risposta.

Secondo lei c’è spazio per una affermazione dei cinquestelle?

Sono un’incognita. Andrebbero tenuti in debita considerazione. Ecco perché il centrodestra ha il dovere di essere coeso. Perché così può vincere.

E il progetto civico allargato al centrosinistra sul quale pure si sta, di contro, ragionando?

Credo che il civismo stia dimostrando tutti i suoi limiti, si tratta solo di gestione di potere, di occupazione di spazi amministrativi, non c’è altro. Il centrosinistra anche è spaccato, e il Pd ancora non riesce a dire chi deve esser candidato. La “Grande alleanza” è la storia che ha portato alla crisi della sinistra: la ricerca di candidature al di fuori del suo ambito ha creato confusione e, alla lunga, disgregazione. A sinistra come a destra vanno scelte persone riconoscibili, rispetto a valori, visione, prospettive.

Di cosa ha bisogno oggi Foggia?

Di politica e di coerenza. E di un programma per il futuro. Staremo a vedere quelli che ci presenteranno i candidati alle primarie.

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