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Tensione sulle Politiche sociali, Landella attacca: "Centrosinistra ha fatto peggio, non ci facciamo mettere sotto inchiesta"

Il sindaco di Foggia sulla commissione di garanzia e controllo richiesta dalle opposizioni e che a breve approderà in aula. Dito puntato contro i dirgenti

“Accettiamo la commissione di garanzia e controllo sui Servizi Sociali. Ma andiamo oltre, perché il centrosinistra deve spiegarci un sacco di cose del passato, dalla montagna dei debiti fuori bilancio alle somme urgenze. Scandaglieremo gli ultimi 15 anni di operato politico-amministrazione. Noi non abbiamo alcun timore”. Così oggi in aula il capogruppo dei Fratelli d’Italia Ciccio D’Emilio in relazione alla istanza delle opposizioni di un organismo di inchiesta sull’operato degli ultimi 5 anni dell’assessorato ai Servizi sociali gestito da Erminia Roberto e che, come preannunciato oggi in aula dal presidente del consiglio Leonardo Iaccarino, verrà inserita all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale di ottobre. La linea, d’altronde, venuta fuori dal summit di maggioranza convocato da Franco Di Giuseppe nei giorni scorsi per fare quadrato rispetto agli attacchi è questa: accettare ma rilanciare. Una sorta di occhio per occhio, dente per dente.

Ed è la stessa linea che ha tenuto oggi il sindaco Franco Landella, che a Foggiatoday dice la sua anche sulla vicenda inerente le attività presso il Centro Palmisano (allo stato chiuso per anomalie negli atti che hanno accompagnato le autorizzazioni). La colpa, a quanto pare, sarebbe dei dirigenti. “Innanzitutto – ci tiene a precisare in premesse il primo cittadino- non parliamo di mega appalti ma di atti fatti per garantire un servizio”, “discrasie burocratiche” così le bolla, “che possono sempre essere sanate”. E però “non ci facciamo mettere sotto inchiesta da una minoranza che deve rispondere di una montagna di debiti fuori bilancio o delle illegittimità della 167. Qui parliamo di opere pubbliche che sono state realizzate senza copertura finanziaria, senza affidamento, qualcuno chiamava le ditte per strada e faceva fare gli interventi, provocando un reale danno economico”.

Per Landella “stavolta c’è stata solo incapacità di redigere gli atti” (grave, ndr), colpa di un “personale ridotto all’osso e della non dovuta attenzione dei dirigenti”. “Sono loro che devono prevenire queste situazioni, altrimenti la classe politica si vede poi costretta ad adottare provvedimenti così, che non hanno avuto l’attenzione di chi doveva dirigere il servizio”.  Insomma un j’accuse non di poco conto nei confronti di chi dirigeva il servizio all’epoca, Claudio Taggio, ora in pensione. La classe politica che fa quadrato puntando il dito contro la tecnostruttura.

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