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Meno dirigenti e accorpamento dei servizi: così si snellisce la "macchina" comunale

Ecco il Piano di riorganizzazione dell'apparato tecnico-burocratico del Comune di Foggia, basato sui criteri di contenimento della spesa pubblica, efficientamento dei servizi resi dal Comune e valorizzazione dei dipendenti

Un “lavoro scientifico, basato su numeri”, con prime proiezioni su base triennale fondate sui criteri di contenimento della spesa pubblica, efficientamento dei servizi resi dal Comune di Foggia e valorizzazione dei dipendenti. E’ il Piano di riorganizzazione dell’apparato tecnico-burocratico del Comune di Foggia, presentato questa mattina dal sindaco di Foggia, Franco Landella.

Un Piano annunciato in un atto di indirizzo del 3 luglio 2015 e che ha visto la luce in poco più di 10 mesi. Due gli obiettivi che sottendono il piano, sintetizzato in 48 pagine di programma: da una parte accorpare i servizi, “per evitare quello che è successo, ad esempio, nella precedente Amministrazione”, puntualizza Landella. Il riferimento è alle dirigenze e agli incarichi ad interim, “una sciatteria amministrativa che ha gravato sulle casse di un Comune in crisi finanziaria per 200mila euro”. Dall’altra parte si intende rimodulare l’organizzazione dei servizi, creando macro-aree omogenee, dando impulso all’informatizzazione dei servizi e dando impulso alla valorizzazione del personale.

L’Amministrazione comunale ha ereditato il Decreto Salva Enti, con il suo piano di contenimento della spesa sul personale”, spiega il primo cittadino. “Una scelta che, in questo modo, appare infelice perché questo taglio ricade direttamente sull’organizzazione dell’Ente e si riflette in una scarsa capacità di erogare i servizi”. La mannaia del Salva Enti, infatti, ha già portato il totale dei dipendenti comunali da 1440 (come previsto da pianta organica, in rapporto al numero di abitanti) a 853; entro la fine dell’anno, a causa di pensionamenti saranno 20 di meno, ma il numero dovrà ridursi ancora di più entro il 2022 quando dovrà assestarsi sulle 631 unità.

Ovvero meno della metà di quanto previsto, creando inevitabili buchi in organico e disservizi. E’ stato quindi necessario analizzare la “questione personale” dopo una attenta visione d’insieme, tenendo conto di alcune variabili fondamentali per la razionalizzazione dei servizi: l’età media dei dipendenti molto elevata (54 anni), i numerosi cicli di pensionamento all’orizzonte e il grado di scolarizzazione degli stessi, piuttosto basso. “Solo analizzando il quadro completo possiamo definire un piano ottimale e all’avanguardia che, a spesa invariata, ci possa permettere di rinegoziare quanto pattuito con il Salva Enti”. E pensare, di conseguenza a delle politiche di valorizzazione del corpo dipendenti e di possibili nuove assunzioni.

Secondo il nuovo piano, l’apparato tecnico-burocratico del Comune di Foggia verrà semplificato in quattro macro-aree più due unità autonome - avvocatura e sicurezza - che fanno capo direttamente al sindaco. Le quattro macro-aree sono l’Area Tecnica (Agricoltura, Attività Economiche, Pianificazione governance), l’Area Finanziaria, l’Area Amministrativa (Personale, Segreterie, Contratti e Appalti, Sistemi informativi, Demografico e statistica) e Area Servizi (Scuole, Cultura, Sociale e Politiche abitative). In questo modo si andrà a razionalizzare la gestione dei servizi e della burocrazia interna; il numero dei dirigenti scenderà da 11 a 6, ovvero uno per macro-area.

Verranno valorizzate le risorse già presenti, responsabilizzando le alte professionalità (AP) e le posizioni organizzative (PO), delegando loro alcune responsabilità fino a poco fa appannaggio dei dipendenti. I criteri di scelta verranno effettuati dai dirigenti di servizio e dal Nucleo di Valutazione del Comune. Così facendo, a spesa invariata (budget non superiore a 480mila euro complessivi) si andrà a snellire la macchina burocratica, creando un “effetto a cascata” in tutte le posizioni dipendenti. In questo modo, a Palazzo di Città ne sono convinti, sarà possibile risparmiare cifre importanti, tenendo fede al taglio chiesto dal decreto Salva Enti che impone un taglio alle spese in 10 anni (2012-2022) di 10 milioni di euro. La riorganizzazione della macchina partirà in tempi strettissimi, con un cambiamento graduale e naturale che seguirà i cicli di pensionamento all’orizzonte.

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