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Provano a fargli le scarpe, ma la "maggioranza" dei consiglieri gliele riallaccia. "Iaccarino stai tranquillo"

"Non è un problema di Forza Italia" chiarisce il coordinatore provinciale del partito e consigliere comunale Raffaele Di Mauro, "Penso che le beghe possano finire qui". E Fratelli d'Italia non partecipa al vertice

I panni sporchi si lavano in famiglia. L'opposizione del Comune di Foggia non sarebbe intenzionata a fare da sponda alla maggioranza sul caso Iaccarino. "Non possiamo essere utilizzati per risolvere problemi della maggioranza, per sanare o acuire delle contrapposizioni interne": l'ex candidato sindaco del centrosinistra Pippo Cavaliere esclude categoricamente la stampella nel caso dai dirimpettai partisse una mozione di sfiducia per il presidente del Consiglio comunale. Circola insistente la voce che sarebbe già pronta. "È l'ennesima dimostrazione di uno scollamento all'interno di una maggioranza che non trova intesa su nulla e che fonda i suoi presupposti esclusivamente sulla gestione del potere. C'è una maggioranza litigiosa, che invece di affrontare i problemi della città disperde le proprie energie in queste contrapposizioni".  

PD -  I Dem, il gruppo più consistente dell'opposizione che conta cinque consiglieri, presto si incontreranno per fare le loro valutazioni sia sul piano politico che amministrativo. "Il gruppo consiliare del PD si riunirà in videoconferenza con il partito e deciderà il da farsi, nei modi e nei termini che riterrà opportuni - afferma la consigliera Lia Azzarone - Il segretario si è detto avvilito per quello che sta accadendo. Questa amministrazione, nel momento peggiore della storia italiana dal dopoguerra ad oggi, è stata impegnata quasi esclusivamente nelle beghe interne, mentre fuori c'è gente che soffre".

Il regolamento del Consiglio comunale, così come modificato durante la precedente consiliatura, sempre a guida Landella, prevede che la proposta di revoca della carica di presidente "congruamente motivata in relazione a gravi e reiterate violazioni di legge o di regolamento, va presentata e sottoscritta da almeno un quinto dei Consiglieri assegnati e per essere approvata deve ottenere, a scrutinio palese, il voto favorevole di almeno due terzi dei Consiglieri assegnati". Lo ricorda a se stesso e agli altri il consigliere comunale Rosario Cusmai (Foggia Civica), che parla di "lotte fratricide".

FRATELLI D'ITLIA - Il sindaco Franco Landella avrebbe radunato i suoi e chiamato i partiti per un vertice. Fratelli d'Italia non intende sedersi a ragionare, o perlomeno prima si dovrebbe affrontare il nodo dell'equilibrio della Giunta, dopo l'estromissione di Claudio Amorese. Chi ha incassato il colpo, che ancora brucia, il suocero Bruno Longo, non ha alcuna intenzione di appoggiarlo in questa operazione. "Fratelli d'Italia non parteciperà a nessuna riunione, perché la questione è interna a Forza Italia. Risolvessero prima i problemi nel partito". Fin qui parla a nome dei meloniani nostrani, poi si esprime a titolo personale, ma ha sentito i colleghi (sono cinque i consiglieri FdI) e i dirigenti Franco Di Giuseppe e Giandonato La Salandra che, nella sostanza, la pensano come lui. "Non accetterò mai di mettere in discussione il presidente del Consiglio che io ho votato, anche perché ad oggi nessuno mi ha dato alcuna documentazione tale da poter addivenire addirittura ad una sfiducia del presidente. Secondo me è una boutade - afferma Longo - ma laddove fosse veramente partorita da Landella sarebbe una cattiva azione amministrativa, anche perché non si può andare avanti a colpi di esclusione, di cambiamenti di Giunta, quando uno non è d'accordo con lui. Credo che la critica e il disaccordo siano il sale per poter addivenire ad una decisione condivisa, così come devono essere i consessi democratici. Se volesse veramente fare una cosa del genere, io non mi schiererei a favore di Leo Iaccarino ma contro Franco Landella. La ritengo anche tecnicamente difficile, perché se oggi Landella non ha la maggioranza della sua maggioranza non vedo come potrebbe avere 22 consiglieri. Secondo me Leonardo Iaccarino non ha assolutamente nulla da temere. Non ci sono i numeri".

M5S - Sarebbe orientato a sostenere le ragioni di una eventuale revoca il capogruppo del Movimento Cinquestelle Giovanni Quarato che già si era espresso sulle affermazioni di Iaccarino che avevano fatto il giro del Web: "Non è bello essere rappresentati come consigliere da una persona che fa questo tipo di esternazioni, sia nel merito che nella forma. Bisogna mantenere un aplomb istituzionale". Una  mozione di sfiducia avrebbe il suo placet: "Io non la presenterei mai, ma se la maggioranza dovesse mettere in discussione il proprio presidente del Consiglio ovviamente non potremmo che prenderne atto e dare seguito - spiega l'ingegnere pentastellato - Già all'epoca non aveva neanche il 100% della maggioranza dalla sua parte e noi non abbiamo votato, quindi non aveva la nostra fiducia". Anche il M5S vede una maggioranza traballante. "Si sta sfilacciando e la cosa non ci meraviglia. Siamo preoccupati perché vedere una maggioranza che litiga in un contesto come questo, che al contrario richiede unità e convergenza, oltre le appartenenze politiche, ci sembra veramente poco costruttivo".

FORZA ITALIA - Il consigliere comunale di Forza Italia Raffaele Di Mauro opera un distinguo tra l'uomo di partito e la figura di presidente del Consiglio Comunale. "Questo non è un problema di Forza Italia. Oggi Iaccarino rappresenta una figura apartitica e deve capire che il suo ruolo non gli consente di parlare come se fosse l'uomo qualunque, deve mantenere un comportamento di garanzia in aula e di rispetto assoluto nei confronti di tutti i consiglieri comunali, quindi a maggior ragione del sindaco, anche fuori dall'aula". Non c'è alcuna falla nella maggioranza a sentire Di Mauro: "Il problema è di carattere personale, fra Iaccarino e Landella. La maggioranza in questo momento deve affrontare problemi più seri. Dal punto di vista politico non vedo grandi sfaldamenti, tranne queste beghe personali che si sono riverberate sui social, ma che penso possano tranquillamente finire qui. Poi quando torneremo a parlare anche di argomenti amministrativi li andremo a verificare". Non è il momento della conta interna.  

I CHIARIMENTI DI IACCARINO - Il presidente del Consiglio comunale, dopo aver cambiato registro, facendo ammenda per i toni, ha ritenuto opportune delle precisazioni: il contrasto con il sindaco "non è solo patrimonio del sottoscritto, ma anche e soprattutto di altri consiglieri, anche di grossa rilevanza, nonché con altri partiti della coalizione o parti del consiglio comunale. Voler riportare la crisi della maggioranza, che oggi serpeggia al Comune di Foggia, al solo contrasto tra sindaco e presidente del Consiglio, sarebbe riduttivo, ancor più fuorviante e improduttivo". Leonardo Iaccarino contesta un accentramento della gestione che si tradurrebbe in una destituzione degli altri ruoli istituzionali e burocratici. "Io sono pronto a fare passi indietro e ad ammettere errori ed omissioni, che normalmente si commettono nel corso di accesi dibattiti dove la celerità delle battute prevale sulla riflessione - dice oggi - Alla stregua, però, il sindaco con pari umiltà ammettesse i suoi di errori, rispettasse le competenze degli altri organi istituzionali, evitasse indebite intrusioni nella vita amministrativa, per ripartire concretamente nel rispetto della volontà del popolo sovrano".

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